GNOLI, Domenico
Pittore, illustratore e scenografo, nato a Roma il 3 maggio 1933, morto a New York il 17 aprile 1970. Cresciuto in un ambiente familiare di letterati e storici dell'arte, apprese le varie tecniche dell'incisione seguendo le lezioni private di C. A. Petrucci, il cui studio era frequentato da O. Kokoschka e G. Morandi. Nel 1952 seguì il corso di scenografia all'Accademia di Belle Arti, realizzando poi, su invito di C. Baseggio, i costumi e le scene per Il mercante di Venezia di W. Shakespeare allo Schauspielhaus di Zurigo. Più tardi a Parigi J.-L. Barrault lo indirizzò con una presentazione per L. Olivier e per J. Gielgud a Londra, ove nel 1955 riscosse grande successo con le scene e i costumi per As you like it di Shakespeare all'Old Vic Theatre. Visse a Londra, New York, Parigi, Roma e Deja (Maiorca); in qualità d'illustratore collaborò a varie riviste: Fortune, Holiday, Life, Horizon, ecc., conseguendo premi e diplomi da enti internazionali. La sua opera pittorica, affermatasi dapprima soprattutto fuori dell'Italia, in Europa come negli Stati Uniti, a partire dagli anni Ottanta è esposta a Verona, Spoleto, Milano, Roma, ecc., in importanti sedi pubbliche.
Nutrito di cultura umanistica, radicato nella tradizione figurativa italiana, con possibili iniziali riferimenti a M. Campigli, C. Carrà, F. Gentilini, G. Morandi, e sensibile, soprattutto nella grafica, a un certo surrealismo, G. ha collegato alla ricerca formale diversi esperimenti tecnici, anche con componenti materiche che producono un sottile rilievo. Maturando nell'esperienza dell'immaginario visivo-spaziale dello scenografo e attraverso l'analiticità dell'illustratore che accoglie positivamente le suggestioni del testo, G. percepiva il valore della fotografia come fissità, sottrazione dell'immagine alla sua stessa attualità; da queste premesse, in una progressiva eliminazione di un'ambientazione esterna, verso il 1963-64 il suo interesse si è concentrato su oggetti comuni della vita quotidiana dell'uomo (letti, coperte, cravatte, scarpe, capelli, bottoni, ecc.) o su loro particolari ingigantiti, proponendoli in una veduta ravvicinata minuziosamente descrittiva. Solo marginalmente avvicinabile alla Pop Art o all'iperrealismo o ancora a una certa concezione ottica, l'arte di G. con l'astratto isolamento e la lenticolare restituzione immobile dell'oggetto ha conseguito, con un disegno nitido e una luce ferma, un esito metafisico d'inquietante surrealismo e di enigmatica assenza. Vedi tav. f.t.
Bibl.: A. Pieyre de Mandiargues, Domenico Gnoli, Galerie Krugier, Ginevra 1970; C. Spaak, Magritte-Delvaux-Gnoli, Maison de la Culture, Bourges 1972; B. Krimmel, Domenico Gnoli, Kunsthalle, Darmstadt 1973; L. Carluccio, Domenico Gnoli, Milano 1974; C. Bertelli, A. Pieyre de Mandiargues, Domenico Gnoli, Galleria Giulia, Roma 1981; G. Cortenova, Domenico Gnoli, Palazzo Forti a Verona, Milano 1982; V. Sgarbi, Gnoli, ivi 1983; B. Mantura, M. Quesada, Domenico Gnoli (1933-1970), Galleria nazionale d'arte moderna, Roma 1987; M. Quesada, Domenico Gnoli. Disegni inediti, Palazzo Todeschini a Desenzano del Garda, Brescia 1990.