Induno, Domenico
Pittore, (Milano 1815 - ivi 1878). Sedicenne, seguì i corsi di Pompeo Marchesi, di Luigi Sabatelli e di Francesco Hayez. Il suo esordio pittorico, nel 1838, con la tela Bruto che giura di vendicare la morte di Lucrezia, è segnato dal precoce interesse per i temi patriottici. L’anno seguente si aggiudicò il gran premio di pittura con Alessandro infermo e, a seguito di questo riconoscimento, l’imperatore Ferdinando I gli commissionò, per la galleria imperiale di Vienna, l’opera Saul unto re dal profeta Samuele. Uscito dall’Accademia, abbracciò la pittura di genere con opere come Uccellatore addormentato del 1846. Nel 1848 per sfuggire alle repressioni austriache lasciò Milano e si recò in Svizzera, ad Astano, per poi giungere a Firenze dove prese parte alla mostra della Società promotrice (1850). In quegli anni partecipò con il fratello Gerolamo alle Promotrici di Torino, Genova e Firenze, e nel 1854 divenne socio d’arte dell’Accademia di Brera, dove espose sei dipinti tra cui Pane e lagrime, presentato poi con successo nel 1855 all’Esposizione nazionale di Parigi. Nel 1859 propose ancora a Brera sette tele, rappresentative dei temi domestici e popolari dominanti nella sua produzione, e nel 1860 fu scelto quale membro della commissione per il concorso Ricasoli. Allo stesso anno risalgono i primi studi per il Bollettino di Villafranca, opera eseguita in più versioni, tra cui una presentata all’Esposizione di Brera del 1861 e acquistata da Vittorio Emanuele II, che in quell’occasione nominò il pittore cavaliere dei SS. Maurizio e Lazzaro. Nonostante l’aggravarsi di una malattia agli occhi, partecipò all’Esposizione universale di Parigi nel 1878, ottenendo la Legione d’onore.