Poeta giocoso (Pisa 1748 - Orbetello 1802). Nonostante fosse nobile, per miseria si adattò all'ufficio di doganiere. Di idee liberali, durante la reazione del 1799-1800 perdette l'impiego; riavutolo dopo il trattato di Lunéville, venne mandato a Orbetello, dove morì di malaria. Con lo pseudonimo di padre Atanasio da Verrocchio uscirono dal 1791 le sue Novelle in sesta rima, di facile vena ma scurrili, e nel 1792 il poemetto dello stesso genere, Zibaldone, in 12 canti. Postuma l'opera sua più ampia, La rete di Vulcano (1812), poema eroicomico in 24 canti, anch'esso di facile vena giocosa e vivace fantasia, ma assai licenzioso. Vivezza di lingua e scioltezza di stile restano i principali pregi del B. (Opere, 5 voll., 1910-1913).