MANCINI, Domenico
La conoscenza di questo ottimo giorgionesco è fondata sopra una Madonna del 1511 (Lendinara, duomo), la quale prova, d'altra parte, col suo soggetto, tratto dalla pala del Giambellino a S. Zaccaria, anche una connessione col vecchio caposcuola veneziano. A quest'opera G. B. Cavalcaselle connetteva una Madonnina quasi identica di fare, fra due santi, già nella raccolta Bennett a Londra, di cui s'ignora la fine. La sua pittura appassionata meglio s'adatta ai soggetti profani, quali il gruppo degli "amanti" firmato anch'esso, già nella raccolta Della Zonca a Venezia; a cui faceva riscontro un altro bel gruppo, un tempo nella raccolta Scarpa a Motta di Livenza. Dello stesso fare sono il Suonatore di violino della Staatsgalerie di Vienna, e un gruppo di due giovani, i pretesi Verdelotto e Ubretto, citati dal Vasari, del palazzo Venezia a Roma: tutti pervasi di dolce malinconia.
Il M. si connette al gruppo trevigiano di Pier Maria Pennacchi e di Domenico Capriolo, con cui non va però confuso, mentre prelude alla maniera di Gerolamo da Treviso il Giovane.
Bibl.: Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, XXIII, Lipsia 1929; G. Fiocco, in Riv. dell'Ist. d'archeol. e di storia dell'arte, I (1929), p. 97 segg.; L. Longhi, Precisioni nelle gall. ital., R. Galleria Borghese, Roma 1929.