MOROSINI, Domenico
Doge. Salì al dogado nel luglio del 1148 per la morte di Pietro Polani, proprio nei giorni nei quali la flotta era pronta per salpare alla volta del basso Adriatico e muovere contro i Normanni. Reduce dall'espugnazione di Tiro, raccoglieva l'eredità del Polani, e la proseguiva, fedele all'alleanza greca, cooperando alla disfatta di re Ruggiero e all'espugnazione di Corfù. Ma l'esperienza della collaborazione bizantina maturò in lui una concezione politica diversa da quella del suo predecessore, intesa al consolidamento del dominio veneziano nel Golfo, con l'assoggettamento di Pola ribelle e delle città dell'Istria e della Dalmazia e una stretta alleanza con Ancona per escludere i Greci dall'Adriatico. A tal fine, dopo avere lungamente combattuto contro i Normanni, abbandonando l'alleanza greca, stringeva pace duratura con il re normanno, a condizione che fossero riconosciuti i diritti veneziani sopra il Golfo, che negli ultimi anni erano stati precisati attraverso patti con le città costiere. Allo stesso fine aveva risolto anche il conflitto interno fra lo stato e la chiesa di Grado, sorto tra il doge Pietro Polani e il patriarca Enrico Dandolo, rafforzando la politica estera con una maggiore serenità di spiriti all'interno. Moriva nel febbraio 1156.
Bibl.: E. Caspar, Roger II. und die Gründung der normandisch-sicilischen Monarchie, Innsbruck 1904; C. Neumann, Über die urkundlichen Quellen zur Geschichte der bizantinisch-venetianischen Beziehungen im Zeitalter der Kommenen, in Byzant. Zeitschr., I (1892); M. Sanudo, Vite dei Dogi, ediz. Monticolo, I, Città di Castello 1900, p. 228 segg.; H. Kretschmayr, Geschichte von Venedig, I, Gotha 1906, p. 230 segg.