ROSSELLI, Domenico
Scultore, nato presso Pistoia circa il 1439 da Giovanni di Bartolomeo detto Rossello, morto intorno al 1497-98 a Fossombrone (Marche). A Firenze dové compiere la sua educazione artistica; e documenti ve lo ricordano nel 1464 e nel 1469; poi la sua attività si svolse in prevalenza nelle Marche, dopo una breve sosta a Bologna nel 1460-61, dove gli si attribuiscono alcune figure per le finestre di S. Petronio, e a Pisa, nel 1462, insieme con un Ottaviano che si crede il fratello di Agostino di Duccio. L'ipotesi è probabile, se si pensa che specialmente ad Agostino il R. attinse la sua aggraziata stilizzazione lineare, mentre derivò da Antonio Rossellino e forse, più tardi, da Benedetto da Maiano i moduli iconografici delle sue Madonne e un gusto sottile della decorazione, uniche note positive nella sua arte priva di più profonda sostanza. Essa non presenta fasi di organico sviluppo dal fonte battesimale di S. Maria a Monte in Toscana (1467) all'attività nel Montefeltro, dove il R. adornò forse, tra il 1473 e il 1476, le finestre del Palazzo provinciale di Pesaro, e attese nel 1475-76 a varie decorazioni nell'interno del Palazzo ducale d'Urbino (porte, camini, un lavabo nella Sala del Magnifico, un camino nella Sala degli Angeli; v. camino, VIII, tav. CVI), mentre altrove, nella città, compaiono i suoi modi: nella tomba di Calapatrissa Santucci (morto nel 1478) e in una Madonna nel Museo, in un'altra in San Giuseppe, ecc. L'ultimo periodo della vita lo trascorse a Fossombrone: vi lasciò nel duomo l'ancona a rilievo dell'altare maggiore (1490), il sepolcro di Francesco di Mercatello (1483) e forse decorò il palazzo e la cappella Lolli (1494). Numerose varianti del suo tipo di Madonna e Bambino sono state rintracciate dalla critica in rilievi a Crefeld, a Jesi, nei musei di Berlino, di Londra, di Budapest, in collezioni private, oltre a un tabernacolo, giovanile, a Scarperia, a una Natività a Firenze, nel palazzo Budini Gattai, alla lunetta sulla tomba di Francesco Drago (morto nel 1482) in S. Francesco a Fossombrone, a un'Annunciazione (attribuzione peraltro assai controversa) nel museo di questa città, ad altre sculture a Parigi (coll. André), Vienna (coll. Liechtenstein), ecc.
Bibl.: G. Carocci, S. Maria a Monte e il suo fonte battes., in Arte e storia, III (1884), pp. 77-79; C. von Fabriczy, in Rep. f. Kunstw., XIV (1891), p. 506; id., D. R. Ein vergessener Bildhauer des Quattrocento, in Jahrb d. preuss. Kunstsamml., XIX (1898), pp. 35, 37 segg., e ristampa italiana, Firenze 1899; id., in Rep. f. Kunstw., XXIV (1901), p. 490 segg.; id., Ambrogio di Antonio da Milano, ibid., XXX (1907), p. 251; id., Sculture di D. R., in L'Arte, X (1907), p. 218 segg.; A. Vernarecci, Del comune di S. Ippolito, ecc., Fossombrone 1900, p. 133; id., Fossombrone dai tempi antichissimi ai nostri, I, ivi 1903, pp. 417-426; C. Budinich, Il palazzo ducale d'Urbino, Trieste 1904, p. 93 segg.; A. Venturi, Storia dell'arte italiana, VI, Milano 1908, pagina 671 segg., VIII, i, ivi 1923, p. 758 segg.; I. B. Supino, La scultura in Bologna nel secolo XV, Bologna 1910, pp. 97 e 102; L. Venturi, Opere di scultura nelle Marche, in L'Arte, XIX (1916), p. 43; P. Toesca, Sculture fiorentine del Quattrocento, in Boll. d'arte, n. s., I (1921-22), p. 156; L. Serra, in Rass. marchigiana, 1930, p. 148; id., Catalogo delle cose d'arte e d'antichità: Urbino, Roma 1932, passim; U. Middeldorf, Some new Works by D. R., in The Burl. Magaz., LXII (1933), p. 165 segg.; L. Serra, L'arte nelle Marche, II, Roma 1934, p. 161 segg.; U. Middeldorf, in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, XXIX, Lipsia 1935 (con bibl.).