TREVISAN, Domenico
– Nacque nel 1500, così nel ‘bollettino’ dell’Avogaria di Comun del 23 novembre 1520, dove si attesta il compimento del ventesimo anno (Archivio di Stato di Venezia, Avogaria di Comun, reg. 165, c. 364r), dal matrimonio del 1499 tra Stefano di Domenico, del ramo detto Scagion, e Maria Zorzi di Girolamo (reg. 107, c. 39r). Mancano notizie di fratelli o sorelle.
Non si ha alcun cenno sulla formazione culturale, che dovette essere accurata. Il casato godeva di una notevole consistenza economica e politica, aveva la titolarità dello iuspatronato e annesse copiose rendite, dell’abbazia di S. Tommaso dei Borgognoni di Murano e contava sull’influente prozio di Domenico, Tommaso Trevisan di Andrea, allora accreditato procuratore di S. Marco de ultra per merito. Verosimilmente, Domenico Trevisan estrasse la balla d’oro nel 1519 – il ‘bollettino’ necessario per parteciparvi, venne presentato dalla madre in ritardo, stante la morte del padre – ed entrò in politica il 10 marzo 1520 come savio agli Ordini (Venezia, Biblioteca nazionale Marciana, Mss. It., VII.817: Consegi..., c. 273v), iterando la carica il 9 marzo 1523 (reg. 818, c. 134v).
L’8 luglio 1526 sposò Marina Foscari di Francesco, da S. Pantalon (Archivio di Stato di Venezia, Avogaria di Comun, reg. 87, c. 303v), ma, con prassi non comune, gli sposi erano stati già ufficialmente presentati, in palazzo ducale, al doge Andrea Gritti, il 16 giugno precedente (Sanuto, 1894, XLI, col. 599). Ebbero almeno sei figli: Girolamo, vescovo di Verona, ascoltato teologo al Concilio di Trento; Agostino, savio di Terraferma e sindaco in Levante, che entrò nella Compagnia di Gesù; Francesco che fu camerlengo di Comun, esecutore alle Acque, dei Dieci Savi alle decime; Lucrezia che si unì con Giovanni Molin di Costantino; e due sorelle monache, Maria Illuminata, nel monastero di S. Maria Maggiore, e Serafica, alla Croce della Giudecca.
Riprese la carriera il 25 luglio 1531, nella Quarantia criminale (Venezia, Biblioteca nazionale Marciana, Mss. It., VII.820: Consegi..., c. 23r), con ritmi certo non serrati: il 1° gennaio 1532 fu auditor vecchio (c. 71r) e il 6 maggio 1537 provveditore sopra i Banchi (c. 79r). Il saviato di Terraferma, conseguito l’11 febbraio 1542 (reg. 822, c. 63v) gli aprì le porte del Senato, nella Zonta del quale entrò il 30 settembre seguente (c. 99r). L’alternanza tra la carica senatoria (fu ancora nella Zonta nel 1544, 1551, 1555, 1557, 1558, mentre il 16 settembre 1543 e il 28 agosto 1547 fu senatore ordinario) e il saviato di Terraferma (vi fece parte dal 29 settembre 1543 al 31 dicembre 1557 ben dieci volte), unitamente alle esperienze di censore (25 gennaio 1550; reg. 823, c. 275r) e di officiale sopra gli Atti (1° luglio 1550; c. 304r), gli dettero una conoscenza approfondita della procedure politico-burocratiche della Serenissima.
Il 22 novembre 1551 fu proposto come bailo di Costantinopoli, in sostituzione di Bernardo Navagero di Giovanni Alvise, che rientrava a Venezia (reg. 824. c. 52r). Avuta la ‘commissione’ dai Pregadi il 19 aprile 1552 (Archivio di Stato di Venezia, Senato. Secreta, reg. 68, cc. 12r), il 6 ottobre era già a Pera (Senato. Dispacci Costantinopoli, f. 1a, c. 12r). Dovette gestire la pace tra la Repubblica di Venezia e Solimano il Magnifico, evitando di compromettere le relazioni con Carlo V, e curando al tempo stesso gli interessi dei mercanti veneziani vessati dai corsari barbareschi. Reperì infine i rifornimenti di grano raccomandatigli dal Senato. Passate le consegne al successore, Antonio Erizzo di Sebastiano, tornò in patria nell’autunno del 1554 e lesse la relazione in Senato.
Fu molto attivo politicamente, con incarichi di responsabilità: della Zonta del Consiglio dei dieci il 4 agosto 1555 (Venezia, Biblioteca nazionale Marciana, Mss. It., VII.824: Consegi..., c. 322v), fu uno dei tansadori il 30 settembre seguente (c. 339v). Provveditore al Sal il 26 luglio 1556 (reg. 825, c. 32r), entrò ancora della Zonta del Consiglio dei dieci il 1° agosto 1557 (c. 126v) e, il 6 ottobre, accettò il saviato alla mercanzia (c. 129v). Gli vennero riconosciuti i suoi meriti il 29 marzo 1558 (c. 163v) con il saviato del Consiglio e, uscito di carica, l’8 di ottobre, fu provveditore all’Arsenale (c. 199v). Nonostante i cinquantotto anni di età, le sue esperienze vennero ritenute indispensabili per l’incarico di capitano di Famagosta.
Eletto il 21 dicembre 1558 (c. 215r), consegnato il testamento il 21 luglio 1559 in Cancelleria Inferiore, partì per Cipro contro la sua «volontà», e «con l’animo travagliato per molti rispetti et cause» (Archivio di Stato di Venezia, Notarile. Testamenti, b. 1207/232). Diresse la ricostruzione delle opere difensive della fortezza di Famagosta e fece edificare nuovi alloggiamenti per le milizie (Senato. Mar, reg. 35, c. 27v). Trovò modo di occuparsi del restauro della chiesa di S. Domenico, nella fortezza stessa, dedicata «fino dal tempo dei Re di Cipro alla natione venetiana» che «minacciava ruina» (reg. 34, c. 99r).
Morì a Famagosta il 21 agosto 1561.
Fonti e Bibl.: Archivio di Stato di Venezia, Avogaria di Comun. Balla d’oro, reg. 165, c. 364r; Cronaca matrimoni, reg. 107, cc. 319r, 320v; Libro d’Oro-Matrimoni, reg. 87 (Registro Croce), c. 303r; Libro d’oro-Nascite, regg. 51, c. 263r; 52, cc. 266v, 267v; Collegio. Relazioni ambasciatori..., b. 88/3: D. Trevisan, Relazione di Costantinopoli; Notarile. Testamenti, bb. 1207/232, 1218/XI, cc. 79v-80v, 1187/46; Consiglio dei dieci. Parti comuni, reg. 20, cc. 84v-85r; Segretario alle Voci. Pregadi, regg. 1, cc . 12, 13, 26; 2, c. 7; Senato. Dispacci Costantinopoli, f. 1a, cc. 12r-50v; 51r-69v; Senato. Secreta. Deliberazioni, regg. 68, cc. 12r-15r, 25v-26v, 32v, 38r-40r, 55r-56v, 59v-62v, 65r-67r, 70r-71v, 73v-75r, 78v-80r, 81v, 86v-89r, 94r-96r, 98v, 99v-102v, 109r-111v, 113r-117v, 120r, 126v-130r, 134v-138v, 145r-148v, 151r-152v, 153r-154v, 157v-158v, 162v-165v, 175v-177v, 179r-183r, 185r-188r; 69, cc. 2r-7v, 12v-18r, 25r-27v, 30r-33v; 71, c. 131v; 72, cc. 31v-32r; Venezia, Biblioteca nazionale Marciana, Mss. It., VII.18 (= 8307): G.A. Cappellari-Vivaro, Campidoglio Veneto, IV, cc. 130r, 132v; 817 (= 8896): Consegi..., c. 273v; 818 (= 8897), c. 134v; 820 (= 8899), cc. 23r, 61r; 821 (= 8900), c. 79r; 822 (= 8901), cc. 63v, 99r, 169r, 237r; 823 (= 8902), cc. 101r, 228v, 275r, 304r; 824 (= 8903), cc. 21v, 24v, 41r, 264r, 283v, 285v, 322r, 333r, 339v; 825 (= 8904), cc. 32r, 111r, 124r, 126r, 129v, 144v, 163v, 195r, 199v, 215r-v.; 880 (= 7797), II, cc. 1r-139v: D. Trevisan, Relatione di Costantinopoli...; 882 (= 8505), II: D. Trevisan, Relazione di Costantinopoli; 909 (= 8587), cc. 31r-47v: D. Trevisan, Relatione di Costantinopoli...; 981 (= 9605), cc. 1r-27r: D. Trevisan, Relation de Domenico Trivisan in Costantinopoli; Civico Museo Correr, Mss. Cicogna, 2503: M. Barbaro, Discendenze patrizie..., VI, c. 40; 2855, cc. 291-292; 3155 (= 773): D. Trevisan: Relatione [...] Domenego Trivisan ritornato l’anno 1555 di Bailo a Costantinopoli; Mss. Provenienze Diverse (Sagredo), C.394/I/IX: D. Trevisan, Relazion di Domenico Trevisan ritornato Bailo da Costantinopoli.
A. Morosini, Istorie veneziane, in Degl’Istorici delle cose veneziane..., VI, Venezia 1719, p. 60; D. Trevisan, Relazione dell’Impero Ottomano..., in Relazioni degli ambasciatori veneti..., s. 3, I, Firenze 1840, pp. 111-192; Inventari dei manoscritti delle Biblioteche d’Italia, II, a cura di G. Mazzatinti, Forlì 1892, p. 66, XI, a cura di G. Mazzatinti - F. Pintor, 1901, pp. 10, 209; M. Sanuto, I diarii..., XLI, Venezia 1894, col. 599, LII, 1898, col. 577, LIV, 1899, col. 34; I libri Commemoriali della Repubblica..., VI, 23, a cura di R. Pedrelli, Venezia 1903, pp. 278-281.