ZANATTA, Domenico
ZANATTA (Zanata), Domenico. – Nacque a Venezia verosimilmente verso il 1665 (nel 1748 l’atto di morte gli attribuisce circa 83 anni; cfr. anche Selfridge-Field, 1971); non si conoscono i nomi dei genitori. Non si ha notizia della sua formazione e dell’avvio dell’attività professionale. La prima pubblicazione, una raccolta di Suonate da chiesa a 3 strumenti, due violini e violoncello, col basso per l’organo, op. I (Bologna 1689), dedicata all’ultimo discendente dei Gonzaga, il duca Ferdinando Carlo, suggerisce probabili contatti giovanili con l’ambiente mantovano.
Nel 1694 era iscritto all’«arte di sonadori» operanti in Venezia, dove risulta trentenne (Selfridge-Field, 1971; vi compare anche un Giacomo Zanata, sessagenario: forse il genitore o uno zio?). Nei quattro anni seguenti produsse in rapida successione cinque delle sue sette raccolte a stampa. Tre di esse appartengono al genere della cantata: Cantate a voce sola in soprano con violini unisoni, op. II (Venezia 1695), dedicata a Orazio Correggio; Intrecci armonici diversi espressi in cantate a voce sola, op. IV (Venezia 1696), dedicata a Nicolò Berlendis; Cantate in soprano a voce sola, et ariette con violini unisoni, op. VI (Venezia 1698), dedicata a Lavinia Ceresara Pompei. Mentre è perduta una raccolta di Balletti a tre alla francese, op. V (Mischiati, 1984, p. 343), a documentare la produzione strumentale di Zanatta rimane una raccolta di Concertini da camera e sonate da chiesa a tre, op. III (Venezia 1696), dedicata ad Alessandro Carminati.
I nomi dei dedicatari attestano che in quegli anni il musicista poté contare su un mecenatismo di alto livello, riferibile al patriziato veneto impegnato nel governo delle città suddite, e di Verona in particolare, dove furono podestà sia Orazio Correggio sia Nicolò Berlendis, e a cui anche la contessa Lavinia Ceresara, mantovana, fu legata a seguito del matrimonio con Giulio Pompei, discendente da un’antica famiglia comitale, aggregata al Nobile Consiglio di Verona fin dal 1410; quanto alla famiglia Carminati, di origini lombarde, fu ascritta alla nobiltà veneta nel 1687.
Intorno al 1700 Zanatta entrò in servizio come secondo violinista nella cappella musicale del duomo di Montagnana, uno dei tanti centri minori che formavano il tessuto connettivo della vita musicale nella Terraferma veneziana. Il 19 maggio 1702 fu promosso maestro di cappella con l’elogio dell’amministrazione civica, in seguito riconfermato nell’incarico ogni tre anni fino al 1714.
Nel 1709 si mise in luce come compositore, maestro concertatore e violinista durante i festeggiamenti celebrati fra il 2 e il 7 novembre nella chiesa veronese di S. Nicolò. Risale a quel tempo la collaborazione con il conte Luigi Nogarola, pastore in Arcadia e figura di spicco nell’Accademia filarmonica di Verona; sui suoi versi Zanatta compose due oratori, Ester coronata (1709; libretto in Benoni, 1714, pp. 172 s.; partitura perduta) e Sacrificio d’Abram (partitura a Verona, Biblioteca civica, ms. 1481; ed. a cura di M. Di Chio, Padova 2012). Si conosce un terzo oratorio, Il peccato originale (partitura a Vienna, Österreichische Nationalbibliothek, Mus.Hs.19070). In quegli anni il compositore era al servizio, anche con mansioni amministrative, del conte Antonio Serego, all’epoca capitano d’infanteria nell’esercito imperiale; a lui dedicò l’ultima sua raccolta a stampa, Salmi spezzati a quattro voci da capella per le domeniche della quaresima, op. VII (Venezia 1715).
Sciolta nel 1716 la cappella musicale di Montagnana, sul finire del 1717, grazie alla comprovata esperienza e alle protezioni nobiliari, ottenne il posto di maestro di cappella nell’Accademia filotima di Verona, dedita all’equitazione e alle arti marziali. Nel 1719 gli fu conferito analogo incarico nella ben più illustre Accademia filarmonica, rinomata per le eccellenti tradizioni musicali e riconosciuta dal patriziato urbano come il più ambito centro di aggregazione e di rappresentanza.
Divenuto il maestro dei concerti ufficiale per i trattenimenti accademici del ceto dirigente cittadino, toccò il culmine della carriera nel 1724, quando il capitolo dei canonici gli assegnò l’incarico di dirigere la cappella musicale del duomo: al concorso si era presentato unitamente al figlio Girolamo, al quale fu assicurata la docenza del canto figurato nella Scuola degli accoliti. Nello stesso anno il Consiglio municipale gli conferì la nomina di maestro di musica civico, con il compito di provvedere alle esecuzioni musicali durante tre festività locali celebrate con grande afflusso di fedeli.
Risalgono presumibilmente a questo periodo, ed erano destinate in gran parte al servizio liturgico in duomo, le musiche corali cui la fama di Zanatta rimase a lungo legata. Fra di esse si segnalano tre messe (due a doppio coro), un Kyrie e un Gloria concertati, responsori e Missa pro defunctis, responsori per il mattutino di Natale, responsori per il mattutino della settimana santa, improperi, Vexilla regis, Haec dies, Victimae paschali laudes, Veni Sancte Spiritus, e due serie di litanie della Vergine (Verona, Biblioteca capitolare).
Morì a Verona il 5 agosto 1748, lasciando la guida della cappella musicale del duomo al figlio don Girolamo, che in quel ruolo lo affiancava da due anni. Dal canto loro l’Accademia filarmonica e la Filotima avevano corrisposto a Domenico il salario vita natural durante, e alla sua morte nominarono il veronese Daniel Dal Barba. Non si hanno notizie di successori nella carica di maestro di musica civico, forse cessata con lui.
Efficiente maestro di cappella sia a Montagnana sia a Verona – in questa città esercitò di fatto per più di vent’anni il controllo su tutte le maggiori istituzioni musicali, il teatro escluso –, per le sue musiche da chiesa Zanatta predilesse la scrittura a doppio coro; gli organici strumentali, se presenti, risultano in linea con quelli allora in uso nel duomo veronese (due parti di violino e basso continuo, con eventuali altri strumenti ad libitum): le eccezioni sono giustificate da differenti contesti esecutivi.
Benché sia documentato che alcune sue sonate (op. III) circolavano in Germania ancora fresche di stampa (cfr. Lindgren, 1997), il nome di Zanatta rimase a lungo legato alle sole musiche da chiesa. Menzionandolo per primo come Kirchenkomponist, Ernst Ludwig Gerber (1814) ne statuì un profilo che non rispecchia l’ampiezza della sua produzione, da cui (come s’è detto) soltanto il teatro rimase escluso. Egli compì infatti la sua carriera a Verona negli anni in cui l’Accademia filarmonica era impegnata nell’erezione del proprio teatro, inaugurato nel 1732; ma non è attestata alcuna sua collaborazione agli spettacoli operistici che da allora vi furono allestiti.
Musicista esterno alle corti (com’era ovvio nei territori della Serenissima), ma stabilmente al servizio delle istituzioni cittadine, fu rinomato per le musiche destinate a festività che prevedevano vasta partecipazione popolare. Oltre che alla musica strumentale, si dedicò alla cantata, genere favorito dalla cultura accademica in cui si identificava l’élite al potere nelle città in cui operò.
Fonti e Bibl.: G. Benoni, La Maestà coronata..., Padova 1714, p. 200; E.L. Gerber, Neues historisch-biographisches Lexikon der Tonkünstler, IV, Leipzig 1814, p. 6; A. Spagnolo, Le scuole accolitali in Verona, Verona 1904, p. 143; E. Selfridge-Field, Annotated membership lists of the Venetian instrumentalists’ guild, 1672-1727, in Royal musical association research chronicle, IX (1971), p. 49; C. Bologna, Dalla musica post-rinascimentale ai giorni nostri, in E. Paganuzzi et al., La musica a Verona, Verona 1976, pp. 264 s.; E. Selfridge-Field, La musica strumentale a Venezia da Gabrieli a Vivaldi, Torino 1980, p. 189; O. Mischiati, Indici, cataloghi e avvisi degli editori e librai musicali italiani dal 1591 al 1798, Firenze 1984, ad ind.; L. Lindgren, Count Rudolf Franz Erwein von Schönborn (1677-1754) and the Italian sonatas for violoncello in his collection at Wiesentheid, in Relazioni musicali tra Italia e Germania nell’età barocca, a cura di A. Colzani et al., Como 1997, pp. 262 s.; L. Och, L’Accademia Filarmonica di Verona nel Settecento: aspetti di vita sociale, culturale e musicale, in Vertemus. Terza serie di studi musicali e teatrali veronesi 2005. Studi in ricordo di Paolo Rigoli, a cura di M. Magnabosco, Verona 2005, pp. 74 s.; Ead., L’Accademia Filarmonica al tempo di Scipione Maffei fra «virtuosi esercitij» e seduzioni teatrali, con qualche notizia sui maestri di cappella, in Il letterato e la città. Cultura e istituzioni nell’esperienza di Scipione Maffei, a cura di G.P. Marchi - C. Viola, Verona 2009, pp. 253-258; F. Coati, Intorno a Domenico e Girolamo Zanatta, maestri di cappella della cattedrale di Verona (1724-1762), in Quaderni di musicologia dell’Università degli studi di Verona, IV (2015), pp. 11-33; L. Och, Dalla crisi di metà Seicento all’inaugurazione del Teatro, in Atti dell’Accademia Filarmonica di Verona, III, a cura di M. Magnabosco - L. Och, Verona 2015, pp. XXII s. (anche in L’Accademia Filarmonica di Verona dalla fondazione al Teatro. Tre saggi, a cura di M. Magnabosco, Verona 2015, pp. 78 s.); G. Giovani, Col suggello delle pubbliche stampe. Storia editoriale della cantata da camera, Roma 2017, pp. 153 s. (e appendici on-line, http://www.sedm.it/sedm/it/ saggi/127-giovani-storia-editoriale-cantata.html, 7 ott. 2020: I, Bibliografia delle edizioni italiane di cantate da camera, pp. 145 s., 202; II, Testi poetici delle cantate date alle stampe, pp. 246-248, 254-257, 265-267); L. Och, Feste con musica a Verona nel primo Settecento. D. Z. maestro di cappella civico, in corso di stampa negli Atti del Convegno internazionale The soundscape of the Venetian Terraferma in the early modern era (Verona, 1-3 giugno 2018).