Domenicoda Corella
Figlio (1403-1483) di Giovanni, casentinese, entrò nell'ordine dei Predicatori; fu priore del convento di S. Maria Novella, a Firenze (1436); provinciale della Provincia romana (1438-44 e 1450-55); vicario generale del suo ordine (1415-53); poeta in latino (cfr. i suoi poemi Theotocon e De Origine urbis Florentiae), docente di teologia nello Studio fiorentino. Come tale sappiamo che venne incaricato di commentare la Commedia nell'anno accademico 1469-70: " Magister Dominicus Iohannis, Ordinis fratrum Praedicatorum, fuit die XXI mensis octobris 1469 conductus et electus per Officiales Studii fiorentini ad legendum publice in civitate Florentiae... et tempore debito incepit legere unam lectionem in theologia, et opus Dantis poetae fiorentini ".
La notizia ha un doppio valore: da un lato sottolinea la tradizione che a Firenze voleva un regolare commento pubblico della Commedia, tradizione mantenutasi ben salda dopo la morte del Boccaccio; dall'altro conferma la tendenza che, a partire dal 1439, voleva il commento dantesco non più abbinato alla retorica e alla morale, ma alla teologia. In questo senso fra' Domenico continua l'opera del confratello fra' Girolamo di Giovanni, anch'egli del convento di S. Maria Novella. Si aggiunga che la lettura di fra' Domenico s'innesta nel quadro di quel fervore dantesco proprio dell'età del Magnifico, nel quale fu preferita l'immagine di D. come sommo maestro, filosofo e teologo profondo.
Bibl. - La raccolta più completa ed esatta di notizie in S. Orlandi, Necrologio di S. Maria Novella, Firenze 1955; il documento della condotta in A. Gherardi, Statuti dell'Università e Studio fiorentino, ibid. 1881, 475-476; un sonetto di Filippo Scarlatti (" Eximio sacrae ") intorno alla lettura dantesca in Orlandi, cit., n 511; non si può confermare la notizia, data da V. FINESCHI, Memorie sopra il Cimitero antico della chiesa di S. Maria Novella in Firenze, ibid. 1787, 36 n. 1, che la lezione fosse tenuta nel salone dei Papi in S. Maria Novella.