Domus
La domus, a differenza del castrum, il castello vero e proprio, indica in età federiciana un edificio fortificato di varia natura: un castello di caccia, come quella di Lagopesole, un palazzo, cioè una residenza, oppure una masseria. Le domus menzionate nello Statutum de reparatione castrorum (v.) erano per lo più castelli di caccia o domus solaciorum, cioè palazzi destinati allo svago dell'imperatore. Va però rilevato, come fece Arthur Haseloff, che all'epoca di Federico II "le definizioni di 'castrum', 'palacium' e 'domus', che in seguito, sotto gli Angiò, vengono differenziate più nettamente, sono ancora fluttuanti e incerte e si sovrappongono. La stessa costruzione, che in un punto è citata come 'castrum', può essere riportata in un altro come 'palacium' o persino come 'domus'".
Le domus erano particolarmente numerose in Puglia: su ottantadue strutture edilizie elencate nello Statutum de reparatione ben trentacinque erano tali, di cui la maggior parte ubicate nel giustizierato di Capitanata. In questo territorio prediletto da Federico II il loro numero (ventotto) superava quello dei castra (ventitré), mentre in Terra di Bari ne troviamo soltanto tre a fronte di tredici castra e, analogamente, in Terra d'Otranto soltanto due a fronte di tredici castra. Le domus della Capitanata erano situate ad Apricena, S. Eleuterio, Rignano Garganico, Sala, S. Chirico, Lama, Fiorentino, Guardiola, Visciglieto, Lucera (masseria), Castiglione, Foggia, Pantano-S. Lorenzo, S. Spirito di Gulfiniano, Incoronata, Salpi, S. Maria "de Mari", S. Maria "de Salina", Trinitapoli, Ponte Albanito, Orta, Ordona, Stornara, Cerignola, Celano, Salsiburgo, S. Maria "in Bircis", Girofalco; nel resto della Puglia, si trovavano a Garagnone, Gravina, Santeramo, Castellaneta, Girofalco e Montalbano; nel giustizierato di Basilicata erano ubicate a Gaudiano, S. Nicola d'Ofanto, Cisterna, Lavello, Boreano, Lagopesole, Montemarcone, Monteserico e Agromonte. Domus ubicate in altre regioni del Regno si trovavano a Belvedere presso Napoli, nei dintorni di Nicastro ("palatium nemoris de Carra"), presso Catona; e in Sicilia vi era una domus vicino al "locus Lignarie".
Essendo nota la passione di Federico II per la caccia, è probabile che molte domus fungessero da castelli di caccia, mentre altre erano destinate anche a masseria. Di quella di Sala, ubicata tra S. Severo e il Monte Gargano, conosciamo la struttura grazie a un documento edito da Sthamer: il palacium era la casa signorile della masseria ("casale") e aveva al primo piano l'appartamento signorile ("palacium soleratum cum camera"); delle altre sette domus che facevano parte della casa padronale, una serviva come magazzino ("guardaspensa"), una come frantoio ("trappetum"), una come scuderia ("marestalla") e una come fienile ("domus palee").
La "domus pantani sancti Laurentii" era il castello di caccia dell'imperatore nel parco ubicato presso la sua residenza a Foggia. La "domus vivarii sancti Laurentii" fu probabilmente costruita subito dopo la destinazione di Foggia a residenza imperiale. Federico II è attestato a S. Lorenzo negli anni 1229, 1230, 1241, 1246 e 1247, quindi è probabile che le case di caccia e il parco con gli animali siano sorti fra il 1223 e il 1241 circa. Questa domus fu costruita per la presenza nei dintorni di un pantano o stagno frequentato da uccelli acquatici; il cronista Giovanni Villani parla infatti di "parco dell'uccellaggione". Per mantenere costante il livello dell'acqua del pantano fu costruito un apposito acquedotto.
Di molte domus federiciane non si è conservato nulla, mentre alcune sono state oggetto di ricerche archeologiche, come quella di Fiorentino, nella quale Federico II morì il 13 dicembre 1250. Si trattava di un edificio massiccio (su 440 m2 di superficie totale più di un terzo era occupato dalle murature), ma non privo di una certa eleganza e dotato di arredi confortevoli e lussuosi. Un'altra domus della Capitanata che è stata oggetto di indagini archeologiche, quella di Ordona, era stata probabilmente costruita riadattando una chiesa preesistente e trasformandola in una struttura di carattere residenziale.
Fonti e Bibl.: E. Sthamer, Bruchstücke mittelalterlicher Enqueten aus Unteritalien. Ein Beitrag zur Geschichte der Hohenstaufen, Berlin 1933, pp. 84 ss. (rist. in Id., Beiträge zur Verfassungs- und Verwaltungsgeschichte des Königreichs Sizilien im Mittelalter, a cura di H. Houben, Aalen 1994, pp. 636 ss.).
A. Haseloff, Architettura sveva nell'Italia meridionale, a cura di M.S. Calò Mariani, Bari 1992, pp. 13, 16, 17, 20-22, 55, 58-61, 68, 70, 79-81, 84, 89, 96, 314, 317-320, 329, 366, 371, 391 (ediz. orig. Die Bauten der Hohenstaufen in Unteritalien, Leipzig 1920); M.S. Calò Mariani, Archeologia, storia e storia dell'arte medievale in Capitanata, ibid., pp. I-XCIX, in partic. pp. XVII-XIV; R. Licinio, Castelli medievali. Puglia e Basilicata: dai Normanni a Federico II e Carlo I d'Angiò, Bari 1994, pp. 126-134, 310-312; D. Leistikow, Castra et domus. Burgen und Schlösser Friedrichs II. im Königreich Sizilien, in Kunst im Reich Kaiser Friedrichs II. von Hohenstaufen. Akten des internationalen Kolloquiums (Rheinisches Landesmuseum Bonn, 2. bis 4. Dezember 1994), a cura di K. Kappel-D. Kemper-A. Knaak, München-Berlin 1996, pp. 21-34; R. Licinio, Le strutture castellari in Puglia, in Itinerari federiciani in Puglia. Viaggio nei castelli e nelle dimore di Federico II di Svevia, a cura di C.D. Fonseca, Bari 1997, pp. 49-53; F. Maurici, Il vocabolario delle fortificazioni e dell'insediamento nella Sicilia 'aperta' dei Normanni: diversità e ambiguità, in 'Castra ipsa possunt et debent reparari'. Indagini conoscitive e metodologie di restauro delle strutture castellane normanno-sveve. Atti del Convegno internazionale di studio promosso dall'Istituto Internazionale di Studi Federiciani, C.N.R., Castello di Lagopesole, 16-19 ottobre 1997, a cura di C.D. Fonseca, Roma 1998, pp. 25-39; P. Beck, La domus imperiale di Fiorentino, ibid., pp. 145-152; J. Mertens, Il castello di Dordona: domus solaciorum di Federico II?, ibid., pp. 153-174; D. Leistikow, Gebäudestrukturen im Kastell- und Palastbau Friedrichs II. in Süditalien, "Burgenforschung aus Sachsen", 14, 2001, pp. 97-120.