Ameche, Don
Nome d'arte di Dominic Felix Amici, attore cinematografico statunitense, di origine italiana, nato a Konosha (Wisconsin) il 31 maggio 1908 e morto a Scottsdale (Arizona) il 6 dicembre 1993. Pur se nei suoi primi film venne spesso contrapposto a Tyrone Power, riuscì ugualmente a imporre il suo personaggio, quello di un simpatico latin lover, ironico e seduttivo, la cui garbata spavalderia risulta sottolineata dai caratteristici baffetti. Memorabile in particolare fu la sua interpretazione nel magnifico Heaven can wait (1943; Il cielo può attendere) di Ernst Lubitsch. Negli anni Cinquanta si allontanò dal cinema, per farvi ritorno con Trading places (1983; Una poltrona per due) di John Landis e con Cocoon (1985; Cocoon, l'energia dell'universo) di Ron Howard, per il quale fu premiato con l'Oscar come migliore attore non protagonista. Vinse poi la Coppa Volpi alla Mostra del cinema di Venezia (ex aequo con il partner Joe Mantegna) per Things change (1988; Le cose cambiano) di David Mamet. Dopo aver frequentato la Columbia Academy e il Columbia College a Dubuque, nello Iowa, intraprese gli studi di giurisprudenza prima presso la Marquette University di Milwaukee, quindi presso la Georgetown University di Washington e l'università del Wisconsin a Madison, interrompendoli per intraprendere la carriera di attore. Esordì infatti nel 1929 a Broadway, affermandosi in breve tempo anche in programmi radiofonici, finché non venne chiamato a Hollywood ove firmò un contratto a lungo termine con la 20th Century-Fox e si fece notare nel film Ramona (1936) di Henry King, accanto a Loretta Young. Successivamente venne impiegato in ruoli in prevalenza brillanti, di giovanotti sottilmente maliziosi, talvolta fatui, ma molto raffinati, e si distinse nel ricco cast di Ladies in love (1936; Ragazze innamorate) di Edward H. Griffith, tra Loretta Young e Tyrone Power, con i quali reciterà ancora in Love is news (1937; L'amore è novità) di Tay Garnett. Fu quindi il rivale di Power in Alexander's ragtime band (1938; La grande strada bianca) di King, sotto la cui regia i due giovani attori si ritrovarono, stavolta fratelli in lite, nel costosissimo In old Chicago (1938; L'incendio di Chicago), in cui A. ebbe modo di mostrare le sue doti drammatiche. Riuscì quindi a sottrarsi al non sempre per lui generoso confronto con Tyrone Power, per cogliere un notevole successo personale in The story of Alexander Graham Bell (1939; La sposa di Boston) di Irving Cummings, con Loretta Young e Henry Fonda. Nell'interpretare il suo personaggio, quello dell'inventore del telefono, l'attore fu così convincente che negli Stati Uniti l'apparecchio telefonico per anni venne chiamato Ameche. Prestato alla Paramount, fu quindi uno dei protagonisti della riuscita commedia di Mitchell Leisen Midnight (1939; La signora di mezzanotte), perfettamente a suo agio nella girandola di equivoci ideata dagli sceneggiatori Charles Brackett e Billy Wilder. Gli Stati Uniti, intanto, erano entrati in guerra e il pubblico voleva distrarsi con un esotismo privo di implicazioni: l'attore fu così costretto, malgrado il fine talento già dimostrato, a fare da spalla a Betty Grable, la pin-up più amata dai soldati al fronte, nel film Down Argentine way (1940; Notti argentine) di Cummings e in Moon over Miami (1941; Appuntamento a Miami) di Walter Lang. Seguì, sulla stessa linea, il musical That night in Rio (1941; Una notte a Rio) di Cummings, in cui ebbe modo almeno di cimentarsi con un doppio ruolo, quello di un attore e quello di un nobiluomo. Lubitsch lo strappò infine a questa galleria di stereotipi, adatti per un pubblico votato al puro intrattenimento, offrendogli il ruolo più complesso della sua carriera, quello dell'incorreggibile e affascinante donnaiolo in Heaven can wait. Apparve quindi nel film bellico Wing and a prayer (1944; La nave senza nome) di Henry Hathaway, ma a fine conflitto il suo contratto con la Fox, che era ormai scaduto, non gli venne rinnovato. Fu un altro regista europeo, Douglas Sirk, a proporgli il suo primo ruolo di cattivo in Sleep, my love (1948; Donne e veleni), in cui progetta l'omicidio della moglie (Claudette Colbert) ed è bravissimo a rendere sinistro il suo abituale personaggio di rubacuori. Recitò ancora per Sirk nella commedia Slightly French (1949; Amanti crudeli), accanto a Dorothy Lamour, ma Hollywood non sembrò più trovare ruoli per lui, e l'attore si allontanò dal cinema per dedicarsi alla radio, alla televisione e al teatro. Nel 1956 ottenne, infatti, un notevole successo sulle scene di Broadway accanto all'attrice Hildegarde Knef in Silk stockings, versione musicale del film di Lubitsch Ninotchka, nella parte che era stata di Melvyn Douglas. L'occasione per tornare a recitare in un film gliela offrì molti anni più tardi, con la gustosa commedia Trading places, J. Landis consentendogli di disegnare con magistrale efficacia il ritratto di un avido e ricchissimo esponente del mondo della finanza, e quindi dirigendolo successivamente in Oscar (1991; Oscar ‒ Un fidanzato per due figlie). I premi ottenuti per l'interpretazione tenera e malinconica di Cocoon e per quella ricca di vivacità di Things change, costituirono i due prestigiosi, sia pur tardivi, riconoscimenti con cui venne degnamente coronata la sua lunga carriera.
J.C. Madden, Don Ameche, in "Films in review", January 1972; N. Roddick, The Don is far from dead, in "Cinema papers", November 1985; B. Lancourt, L'étonnant comeback de Don Ameche, in "Revue du cinéma", février 1989.