Ammiraglio e generale (Ratisbona 1545 - Bouges, Namur, 1578), figlio naturale di Carlo V. Rivelò presto eccezionali attitudini militari e ottenne numerosi incarichi di fiducia: capitano generale della flotta del Mediterraneo, combatté nel 1568 con successo contro i barbareschi; l'anno dopo ebbe la nomina a generalissimo nella lotta contro i Moriscos del mezzogiorno della Spagna e riuscì a disperdere i nemici. Poi fu messo a capo della flotta cristiana nella guerra contro i Turchi e vinse la battaglia di Lepanto (1571). Rimase ancora nel Mediterraneo conseguendo qualche successo, come la presa di Tunisi (1574), e divenne quindi luogotenente generale d'Italia, fino a che ebbe (1576) la nomina a governatore e capitano generale delle Fiandre. Nel 1577 accettò i deliberati degli stati generali riuniti a Gand l'anno prima, firmando il trattato che fu detto "editto perpetuo"; quindi riprese la guerra, sotto la suprema direzione di Alessandro Farnese, contro coloro che non avevano voluto accettare l'accordo e già aveva ottenuto la vittoria di Gembloux (1578), allorché lo colse la morte. G. fu il più famoso, se non il più valente, ammiraglio e generale del suo tempo, e uno dei maggiori collaboratori di Filippo II nello sviluppo della sua politica interna ed estera.