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BARTHELME, Donald

di Biancamaria Tedeschini Lalli - Enciclopedia Italiana - IV Appendice (1978)
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BARTHELME, Donald

Biancamaria Tedeschini Lalli

Narratore americano, nato a Philadelphia il 7 aprile 1931; è stato anche giornalista, direttore di riviste letterarie, direttore di gallerie d'arte, professore universitario, organizzatore culturale; con la sua narrativa, tra lo humour e l'assurdo, egli è al centro della più recente scena culturale americana.

Il suo romanzo del 1967 (apparso prima in New Yorker) Snow white (trad. it. Biancaneve, Milano 1973), è assai più di un'ironica rivisitazione delle favole di Biancaneve, in un'epoca ormai incapace di produrre gli eroi, le concatenazioni logiche e la predicibilità dei sentimenti tipica della favolistica tradizionale o dei suoi corrispondenti moderni (dalla pubblicità alla letteratura popolare e da rotocalco). Snow white non è tanto un romanzo quanto un insieme di frammenti organizzati in forma apparentemente casuale con metodo da collage ed è, soprattutto, un libro "sulla" condizione della lingua e sulle possibilità che uno scrittore odierno ha di comunicare ai suoi lettori qualcosa di significativo più che di intelligibile. Il collage linguistico e stilistico ne rappresenta anzi il pezzo di bravura in passaggi, modulazioni e contrapposizioni tra precise parodie letterarie (Stendhal, Rimbaud, Shakespeare, Burroughs), gergo corrente, stile accademico e flash pubblicitari. L'interesse di B., come quello di Pinter, Beckett e Ionesco, si appunta peraltro in prevalenza sulle qualità idiosincratiche, ripetitive e banali della lingua comunemente usata che rendono, da una parte, sempre più problematica la creazione letteraria e, dall'altra, sono insieme sintomo e causa del crescente isolamento della società contemporanea. Gli altri nomi che si accostano comunemente a quello di B. sono quelli di Kafka (espressamente citato dallo stesso scrittore), di Borges e di Barth. I racconti di B.: Come back dr. Caligaris del 1964 (trad. it. Ritorna dr. Caligaris, Milano 1969), Unspeakable practices, unnatural acts del 1968 (trad. it. Atti innaturali, pratiche innominabili, Milano 1969) o City life del 1970 sono talora macabri, bizzarri e surreali e devono la loro stessa esistenza a un atteggiamento insieme ironico, sottilmente allusivo e giocoso.

Bibl.: R. Gilman, The confusion of realms, New York 1969; J. Klinkowitz, J. L. Somer, Innovative fiction, ivi 1972; numero unico di Critique (XVI, estate 1975), dedicato a D. Barthelme.

Vedi anche
romanzo In linguistica e in filologia, lo stesso che neolatino (➔ neolatine, lingue); filologia r., quella che ha per oggetto di studio, soprattutto comparativo, i testi letterari, antichi ma anche moderni, redatti nelle lingue romanze, e la cultura che essi esprimono. Jorge Luis Borges Scrittore e poeta argentino (Buenos Aires 1899 - Ginevra 1986). Compiuti i primi studî in patria, visse (1914-18) a Ginevra e (1919-21) in Spagna, dove promosse insieme ad altri giovani poeti e scrittori il movimento d'avanguardia dell'ultraísmo. Tornato in Argentina nel 1921, fondò le riviste letterarie ... collage Nell’ambito delle arti visive, procedimento (e opera realizzata con tale procedimento) consistente nell’applicare con la colla materiali differenti frammentari (carta, giornali, foto, stoffa ecc.) su un supporto di tela, legno, carta o cartone ecc. Il c., già usato in diverse culture ed epoche (nelle ... lingue veicolari Le lingue usate per la comunicazione, e soprattutto per l’insegnamento e per attività tecniche e scientifiche, tra persone di lingua materna diversa.
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