Whillans, Donald Desbrow ('Don')
Portò un contributo decisivo all'affermazione della nuova scuola britannica non solo in Himalaya ma anche sulle Alpi, dimostrando di avere raggiunto un altissimo livello tecnico. La sua figura fu indicativa dello sviluppo e della diffusione che l'alpinismo inglese, dagli anni Cinquanta in poi, incontrava soprattutto tra le classi più popolari. Interrotti presto gli studi per lavorare come idraulico, si mise in luce giovanissimo realizzando, spesso con Joe Brown, arrampicate di grande difficoltà nelle classiche palestre del Distretto dei Laghi, del Galles e della Scozia, tra cui le prime salite dell'Old Man di Stor, dello Slanting Slab, del Taurus, dell'Extol, del Carnivore e la traversata orizzontale del Dinas Cromelech. Ben presto raggiunse una maturità che gli permise di compiere le ripetizioni dei più difficili itinerari di roccia sulle Alpi e in particolare sul Monte Bianco, aprendovi in seguito nuove vie, tra cui la parete Ovest dell'Aiguille de Blaitière, nel 1954 con Joe Brown, e il Monte Bianco per il Pilone Centrale del Frêney, nel 1961 con Chris Bonington, Jan Clough e Jan Duglosz. Anche sul granito delle Ande di Patagonia ottenne notevoli successi scalando nel 1962 l'Aguja Poincenot (3002 m), nel gruppo del Fitz Roy, e nel 1963 la Torre Centrale del Paine, con Bonington. Di particolare rilievo furono le sue numerose spedizioni himalaiane. Bersagliato spesso dalla sfortuna, come nel 1957 quando giunse a poche decine di metri dalla vetta del Masherbrum, o nel 1964 quando gli sfuggì ancora il successo al Gauri Sankar, in Nepal, ottenne infine nel maggio del 1970 il risultato più prestigioso della sua attività alpinistica giungendo, con Dougal Haston, in vetta all'Annapurna (8091 m) per un ardito itinerario lungo la parete Sud, impresa che costituì la prima realizzazione del nuovo indirizzo dell'alpinismo himalayano, quello cioè della riconquista degli 'ottomila' per i versanti più difficili.