Alighieri, Donato
Figlio di Bellincione; quel poco che si può dire di lui, deriva tutto dalla sua partecipazione ad affari inerenti a terreni e a canoni livellari. Il 21 marzo 1246 (e il documento dice che egli asseriva di aver più di 15 anni di età), con il padre e i cinque fratelli, compì un'importante vendita di censi, canoni e terreni nel territorio pratese, a Toringo del fu Pugliese dei Pugliesi, notabile di Prato. Il giorno successivo, sempre con il padre (ma con due soli fratelli: Bello e Gherardo), concesse al fratello Alighiero un mutuo quinquennale di 100 lire, con l'interesse che Bellincione stesso avrebbe determinato. Subito dopo, Bellincione e i figli autorizzarono il Pugliesi a pagare le 140 lire della vendita fattagli al rispettivo figlio e fratello Alighiero.
Bisogna poi arrivare al 21 novembre 1270, quando D. e il fratello Bello, detto Belluzzo, per sé e per il fratello Gherardo, vendettero a Gerardo del fu Ugolino del Barca dei Barcosi un canone e il terreno su cui il canone gravava, e, subito dopo, D. istituì procuratore il fratello Belluzzo, ancorché assente, in una lite davanti al comune pratese sorta per un altro censo, delegandolo inoltre a vendere i suoi beni in Prato e nel distretto pratese.
Bibl. - R. Piattoli, Gli A. a Prato nel secolo Xlll, in " Studi d. " XVll (1933) 55-96; ID., Codice 6, 8, 9, 37, 38.