CARCANO, Donato
Di nobile famiglia milanese, nacque nella seconda metà del sec. XV da Antonio e da Elisabetta Del Maino ed ebbe due fratelli, Gerolamo e Ambrogio.
Si dedicò all'attività militare ed era capitano al servizio di Lodovico il Moro quando questi, dopo le sconfitte subite dalle truppe ducali ad opera dell'esercito di Luigi XII, il 2 sett. 1499, fuggì da Milano verso la Germania. Il C., che era stato precedentemente esiliato dallo Sforza a Ferrara, passò rapidamente dalla parte del vincitore e, postosi al servizio dei Francesi. inseguì insieme con Francesco Trivulzio il duca di Milano fino a Bormio. Non essendo riuscito nell'intento di prendere prigioniero il Moro, il C., rimasto nella zona, occupò alcuni castelli e la città di Bellinzona per conto di Gian Giacomo Trivulzio. Prima di questa spedizione, sempre nel 1499, egli aveva firmato un documento, col quale si era impegnato solennemente, insieme con altri illustri concittadini, a conservare la libertà di Milano. Nello stesso anno sposò Beatrice Visconti di Saliceto, dalla quale ebbe cinque figli, Giulio Cesare, Giacomo Antonio, Elisabetta, Bianca ed Elena. Il 6 novembre 1499 ricevette in dono da Luigi XII la metà della valle di Lugano.
Quando, all'inizio del 1500, Lodovico Sforza, assoldato un considerevole numero di svizzeri, si mise in marcia alla riconquista di Milano, le popolazioni vicine al lago di Como si ribellarono ai Francesi e organizzarono moti in favore dello Sforza. Il Trivulzio inviò allora contro di loro sessanta uomini d'arme, guidati da Antonio Maria Pallavicino e dal C., che furono poi raggiunti da Luigi di Lussemburgo, conte di Ligny. Con un altro rapido voltafaccia il C. tentò allora di riaccativarsi la fiducia del Moro, facendogli richiesta di soldati per sostenere la ribellione di Bellinzona insorta in nome degli Sforza.
In effetti, durante la restaurazione sforzesca, venne designato con Stefano Castiglione per recarsi presso l'imperatore Massimiliano a comunicare il successo riportato sui Francesi. Probabilmente però non vi si recò, perché contro di lui, e contro Agostino Trivulzio e Bergonzio Botta (che, dopo aver collaborato attivamente con l'esercito straniero, si erano prontamente riconciliati con il vecchio signore) vi furono manifestazioni di ostilità.
Tornata Milano, dopo pochi mesi, in possesso dei Francesi, il C. ritornò al servizio di Gian Giacomo Trivulzio. Non si hanno di lui altre notizie, salvo che fece testamento il 9 ott. 1507.
Fonti e Bibl.: I registri delle lettere ducali, a cura di C. Santoro, Milano 1961, p. 295; L. G. Pélissier, Les sources milanaises de l'histoire deLouis XIIe. Trois registres de lettres ducales deLouis XIIe aux Archives de Milan, Paris 1892, pp. 5, 32; Id., Louis XIIe et Ludovic Sforza, II Paris 1897, pp. 83, 121, 139, 253, 316, 321; Id.: Deux lettres inéd. de Louis XIIe à J.-J. Trivulce(28 janvier 1500), in Miscell. Ceriani, Milano 1910, p. 396; L. Cerioni, Gli ultimi mesi di Bellinzonaducale, in Boll. st. della Svizzera ital., s. 4. XXVI (1951), pp. 4 s., 7, 39; G. P. Bognetti, La cittàsotto i Francesi, in Storia di Milano, VIII, Milano 1957, p. 38; Famiglie notabili milanesi, a cura di F. Calvi, IV, Milano 1885, sub voce Carcano, tav. IV.