DONDI dall'Orologio
Famiglia veneziana, i cui capostipiti, secondo la tradizione, migrarono nel sec. XIII da Cremona a Chioggia e a Padova. Indubbia è la discendenza da Iacopo (1298-1355), che esercitò la medicina a Chioggia, prima di passare a Padova dove si occupò di alchimia e di astrologia con dissertazioni teoriche e costruì uno dei primi orologi a pesi (donde l'appellativo dato alla famiglia). Fu anche autore di una cronaca, che nulla aggiunge alla sua fama. Il figlio Giovanni, morto nel 1384, alle cognizioni mediche e fisiche accoppiò anche virtù letterarie come umanista e rimatore. Fu amico del Petrarca. Le sue rime furono raccolte da A. Medin (Padova 1894). Conseguì la cittadinanza veneziana e fu iscritto nei consigli della repubblica. Uno dei rami otteneva, nel 1653, in persona di Galeazzo, l'aggregazione al patriziato, e pochi anni dopo si fregiava anche del titolo marchionale concesso nel 1764 da Carlo Emanuele a Carlo e Girolamo. Un più tardo discendente, Francesco Scipione, storico e illustratore della diocesi patria, fu vescovo di Padova nel periodo del dominio francese e austriaco dal 1797 al 1818, e fu oggetto di forti censure per la sua condotta francofila. Si disse anche che fosse membro, e attivo, di una delle prime logge massoniche fondate a Padova.
Bibl.: S. Dondi, Notizie sopra Jacopo e Giovanni D., in Saggi scient. e lett. dell'Accad. di Padova, 1879; V. Bellemo, Jacopo e Giovanni D., Chioggia 1894; A. Gloria, I due orologi meravigliosi inventati da I. e G. Dondi, in Atti Ist. Ven., s. VII, vol. VII (1895 segg.), p. 675 segg.; id., L'orologio inventato da I. D., ibid., s. VII, t. VIII, p. 1000 segg.; id., L'orologio di I. D., in Atti Accad. di Padova, n. s., I (1884-85); P. Revelli, Il trattato della Marca di I. D., in Rivista geogr. it. XIX (1912), pp. 200-82; A. G. Brotto, Franc. Scipione D., Padova 1909.