DONEC (Donez; XIII, p. 141)
Durante la seconda Guerra mondiale, nel corso delle operazioni al fronte russo-tedesco, le armate russe del gen. Budennyj, schierate a difesa dell'Ucraina orientale, erano dopo la disfatta di Kiev (ottobre 1941) in crisi. Si ritenne quindi, da parte tedesca, giunto il momento propizio per accelerare la marcia in avanti verso l'importante obiettivo del bacino industriale del Donec.
La 1a armata corazzata del gen. von Kleist aveva ricevuto l'ordine, l'11 ottobre, di iniziare l'avanzata; il Corpo italiano, che ne faceva parte, doveva in un primo tempo proteggerla sul fianco sinistro, poscia concorrere all'azione principale impadronendosi dell'importante stazione di Stalino, uno dei principali centri industriali del Donec. Più a nord, doveva muovere la 17a armata tedesca. Stalino fu occupata il 20 ottobre; la 1a armata corazzata occupò Mariupol′ sul mare d'Azov e si attestò sul Kal′mius per proseguire con rapido balzo su Taganrog, che occupava il 19 ottobre. I.'avanzata proseguì senza soste; la resistenza fu superata con non soverchia difficoltà. La 17a armata tedesca si diresse allora verso l'alto Donec, la 1a su Rostov; esse erano collegate dal Corpo italiano, che aveva ricevuto per obiettivo la regione industriale di Rikovo. Tutti gli obiettivi furono raggiunti tra l'11 ed il 20 novembre le armate si attestarono al Donec e l'intero bacino fu occupato.
Le condizioni climatiche rigidissime fecero sospendere le operazioni, ma la sosta fu breve; sopravvenne infatti la reazione inattesa dei Sovietici (27 novembre), che ricacciò i Tedeschi da Rostov e da Charkov. Una breccia larga 80 km. venne aperta nello schieramento della 17a armata, la quale era profonda 100 km. a Izjum. La pressione sempre crescente diventò minacciosa sul Donec, il corso del quale a valle di Charkov era in mano dei Sovietici. Il tentativo di sopprimere la profonda sacca di Izjum del maggio 1942 riuscì parzialmente: la 17a armata tedesca ristabilì la linea sul Donec sino alla confluenza col Bereka; a Petrovskaja venne stabilita una testa di ponte, ciò che permise verso la fine di maggio di eliminare la sacca d'Izjum.
Nel giugno 1942, con il ritorno ai Tedeschi dell'iniziativa delle operazioni, il Donec fu forzato e, con l'inizio della marcia al Don, venne a trovarsi nelle retrovie delle masse operanti e vi rimase sino al febbraio 1943. In conseguenza della grande offensiva invernale sovietica, che costrinse i Tedeschi ad abbandonare il Caucaso, il Volga e quindi anche il Don, il bacino del Donec ritornò ad essere teatro di operazioni belliche.
Il 18 febbraio Charkov fu sgomberata; l'alto Donec diventò uno degli epicentri della grandiosa lotta, specialmente in marzo, quando i Tedeschi ripresero l'offensiva e riconquistarono Charkov. Sino all'agosto il Donec fu disputato accanitamente dai due belligeranti, anche a causa del grande valore economico del suo bacino industriale. Dopo, il centro di gravità della lotta si spostò al Dnepr.