donno (sost.)
Nel significato di " governatore ", " signore ", in if XXII 88 Usa con esso donno Michel Zanche / di Logodoro, d. " pare proprio un sardismo " (Parodi), come osservarono già, fra gli altri, il Lana (" si è a dire Segnore, in lengua sarda ") e il Buti, che spiega: " donni si chiamano in Sardigna li signori, e però disse di sopra: di suo donno in mano ", rifacendosi al v. 83 dello stesso canto: quel di Gallura, vasel d'ogne froda, / ch'ebbe i nemici di suo donno in mano. L'uso è comune nell'italiano del Duecento e Trecento: Novellino LXXVII " Messer Rinieri da Monte Nero... si passò in Sardigna e stette col Donno d'Alborea "; Malispini Istoria CLXIII " Donno Arrigo rubellò Roma e tutta Campagna ";. Boccaccio Dec. IX 10 6 " un prete, chiamato donno Gianni di Barolo ".
Il termine ricorre ancora in If XXXIII 28 Questi [l'arcivescovo Ruggieri] pareva a me maestro e donno [" Guida e signore ", Tommaseo], / cacciando il lupo e ' lupicini al monte. Il Torraca spiega: " guida e capo, signore della caccia "; e rimanda ai due luoghi sopra citati, osservando che " Ugolino era stato vicario di Enzo in Sardegna, signore della sesta parte del regno cagliaritano ". Anche in questo passo, dunque, parrebbe non doversi escludere l'influenza dell'uso sardo del termine.
Bibl. - Parodi, Lingua 276.