donno (agg.)
Si trova adoperato una sola volta: Pg XIX 51 ‛ Qui lugent ' affermando esser beati, / ch'avran di consolar l'anime donne. Il passo è controverso. L'interpretazione più convincente è proposta da Benvenuto che spiega: " qui habebunt in coelo animas suas dominas consolationis ". Della stessa opinione sono la maggior parte dei commentatori antichi e moderni (Anonimo, Lombardi, Casini-Barbi, Torraca, Del Lungo, Sapegno, Mattalia).
Il Lana interpreta: " Avranno dono di consolare le sue anime, cioè che a loro sarà donato grazia e beatitudine ". Così l'Ottimo e il Buti, il quale legge ‛ done ' anziché ‛ donne '. Il Vellutello dà a d. il valore di " gentili ": " le quali parole [del salmo] erano a consolatione de l'anime donne, cioè de l'anime gentili ". Il Daniello, seguito dal Venturi, intende d. nel senso di " libere "; " che mentre qua giù dimorano, sono serve del peccato, né si posson raconsolare ". Arbitraria la correzione in ‛ donde ' proposta dal Castelvetro nelle Giunte alle Prose del Bembo.