doppiare
Vale " rendere doppio ", in If XIV 39 la rena s'accendea, com'esca / sotto focile, a doppiar lo dolore (i dannati sono cioè sottoposti a un doppio tormento: le falde di fuoco che cadono dall'alto e il sabbione su cui stanno, che, ricevendole, s'infuoca); mentre in Pd XXVIII 93 più che 'l doppiar de li scacchi s'inmilla, vale " raddoppiare ", sicché tutta la locuzione 'l doppiar de li scacchi significa " raddoppiare da uno e continuare sempre raddoppiando 64 volte, quanto è il numero delle caselle degli scacchi ".
In Fiore LVIII 11 alcuna [donna] si mette a donare; / ma ella s'è ben prima proveduta / ch'ella 'l darà in luogo da doppiare, vale " avere il doppio ", e tutta la frase vuol significare che la donna " ha fatto prima bene i suoi conti, sicché dà doni solo a persona da cui li riceverà raddoppiati " (Petronio).