DORATI
Famiglia di musicisti attivi in Lucca tra la seconda metà del XVI sec. e gli inizi del XVII.
Di particolare interesse è la figura del capostipite Nicolao (Nicolò, Niccolò), figlio di Dorato, nato a Granaiola presso Bagni di Lucca nel 1513 circa. Abbiamo le prime notizie certe su Nicolao a partire dal 1543, anno in cui venne chiamato a far parte della "musica di palazzo" o Cappella Palatina di Lucca, istituzione fondata, per volere dei Consiglio generale, l'11 dicembre di quello stesso anno; secondo il Nerici, però, il D., già prima di quella data, aveva prestato servizio presso la Repubblica lucchese in qualità di suonatore di trombone con uno stipendio mensile di 5 scudi.
Dalle delibere del Collegio degli anziani possiamo dedurre che Nicolao, nei primi anni di servizio, ottenne spesso permessi per viaggi di cui non è specificata la destinazione, ma che contribuirono ad accrescere il suo prestigio, tanto che in pochi anni divenne un musicista apprezzato e conosciuto; in questo periodo strinse durevoli rapporti con le famiglie più in vista della città, soprattutto con i Buonvisi, i Bernardini, i Burlamacchi (ad un membro dei quali, Tommaso, diede in sposa nel 1567 la figlia Tecla), come testimoniano le dediche dei suoi libri di madrigali. Nel 1549 diede alle stampe a Venezia, presso l'editore A. Gardano, il Primo libro di madrigali a cinque voci..., dedicato a M. Pierfrancesco, maggiordomo di Cosimo I de' Medici.
Questa prima opera è particolarmente interessante per la scelta dei testi: quattro sonetti del Petrarca, contenuti nella raccolta (La gola e il sonno, Fiamma del ciel, L'avara Babilonia, Fontana di dolore), sono infatti rivolti contro la corruzione della Chiesa e la corte papale di Avignone. Gli ultimi quattro madrigali sono composti su una canzone anonima in cui sembra vi siano espliciti riferimenti a Vittoria Colonna ("Così d'honestà vera è questa donna / più ch'altra fusse mai ferma colonna" versi 8 e 9), che soggiornò a Lucca dall'aprile all'ottobre del 1538. Secondo Biagi Ravenni, questa scelta farebbe del D. un interprete del clima riformista di quegli anni e la sua ammirazione per Vittoria Colonna sarebbe dunque da riconnettere con l'amicizia della poetessa per Bernardino Ochino e con la sua fama di protestante.
Negli anni intorno al 1550 la fama e la fortuna di Nicolao crebbero fino a fargli ottenere, il 9 febbr. 1557, l'ambita carica di capo dei musici con un aumento del salario di 8 scudi. In precedenza, aveva avuto tale incarico Bernardino Verzelli da Padova e non, come afferma erroneamente il Nerici, lo stesso Nicolao. Nello stesso anno il madrigale "Biancha neve è il bel collo", presente nella raccolta del 1549, verrà inserito da Cipriano de Rore nella ristampa del suo Terzo libro di madrigali a cinque voci..., Venetia 1557, indiscutibile segno della stima in cui era tenuto.
fE del 1559 la pubblicazione a Venezia, presso G. Scotto, de Di Nicolò Dorati li madrigali a 5, 6, 7, 8, voci libro secondo..., dedicato a Giuseppe Bernardini, gonfaloniere di Giustizia, presidente dell'Assemblea degli anziani nel 1557, e non a Giuseppe Berni (cfr. Bibl. della musica ital.).
Nel 1561 il D., al quale era stata ormai riconosciuta una più diretta autorità sui musici, pubblicava il suo Terzo libro di madrigali a 5 voci..., Venetia, A. Gardano, dedicato a Benedetto Buonvisi, confaloniere di Giustizia nel 1558, membro di una illustre famiglia di mecenati.
Sappiamo dal Nerici che, in occasione della festa della S. Croce del 13 e 14 sett. 1561, Nicolao scrisse una composizione, ora smarrita, commissionatagli dai canonici della cattedrale: ebbe infatti l'incarico di comporre il vespro del 13 e 14 settembre e la messa solenne del 14, lavori di cui oggi non si ha notizia, ma per i quali il 19 settembre successivo Nicolao ricevette dai canonici 10 scudi "pro mercede musice per ipsum habite in nostra Cathedrali Ecclesia in Festo Exaltationis Sancte Crucis". Il quarto libro dei madrigali a cinque voci di Nicolò Dorati ... (Venetia, A. Gardano, 1567) è dedicato ad Alessandro Bernardini, figlio di quel Giuseppe cui Nicolao aveva dedicato la sua seconda opera. Nello stesso periodo poté fregiarsi del titolo di "Lucensis civis", segno del prestigio raggiunto nella società lucchese.
Nel 1570 Nicolao dava alle stampe un altro importante lavoro: la messa in musica de Le stanze della sig.ra Vittoria Colonna marchesana di Pescara ... a quattro voci (Vinegia, G. Scotto, 1570); il poemetto è in realtà di Veronica Gambara, come risulta dall'edizione originale del 1536, ma si deve presumere che Nicolao conoscesse una ristampa del 1539 in cui, inspiegabilmente, è indicata come autrice Vittoria Colonna. Questo errore di attribuzione poteva del resto essere avvalorato dall'argomento stesso dell'opera, tendente ad esaltare la virtù come unico valore degnq di essere perseguito.
E del 1579 la pubblicazione dei Madrigali di Nicolò Dorati... libro I a sei voci (Vinegia, A. Gardano, 1579), ultima opera di Nicolao, dedicata a Marcantonio Colonna, viceré di Sicilia sotto Filippo II. Nel 1585 il mottetto a 6 voci Virtute magna appare pubblicato in una raccolta di G. Guami presso l'editore G. Vincenti e, sempre nello stesso anno, il mottetto Domine a lingua dolorosa a 6 voci, che Nicolao aveva incluso nella sua ultima opera, venne pubblicato a Norimberga da F. Lindrier nella famosa antologia Sacrae cantiones ... a praestantissimis Italiae musicis..., ove Nicolao appare affiancato ai più grandi musicisti dell'epoca quali Giovanni Pierluigi da Palestrina e Claudio Merulo.
Presso l'Archivio capitolare della cattedrale di Pistoia si conserva inoltre il frammento manoscritto Ave Regina coelorum.
Raggiunto un consolidato successo, l'anziano musicista si dedicò completamente al suo incarico di capo della musica fino alla morte sopravvenuta a Lucca tra il 2 e l'8 febbr. 1593.
Dei sette figli avuti dalla moglie Felice Boccella, proveniente da una delle famiglie più in vista di Lucca, soltanto Lorenzo e Michele seguirono le orme paterne.
La produzione musicale di Nicolao, dedicata quasi interamente al madrigale, rivela una cura particolare nella scelta dei testi; i nomi dei poeti che ricorrono con maggiore frequenza sono quelli del Petrarca, dell'Ariosto, del Poliziano, accanto a G. B. Strozzi, S. Casentini, L. Cassola. Anche se talvolta nella sua musica riscontriamo soluzioni di gusto arcaico, quali cadenze plagali, accordi finali mancanti della terza, un uso moderato dei ritardi, possiamo senz'altro considerare Nicolao come un tipico esponente della seconda generazione di madrigalisti italiani sia per la predilezione per la scrittura a cinque parti sia per l'ampio impiego di stilemi e formule espressive codificate fino all'impiego di effetti di musica "visiva". Prevalente nella sua musica è l'omoritmia rispetto alle parti imitate; in alcuni madrigali la dìvisione delle voci in due semicori contrapposti raggiunge brillanti effetti timbrici.
Anche Bartolomeo, fratello di Nicolao, di cuì si ignora la data di nascita e ogni notizia sulla formazione musicale - ma in un albero genealogico di G. V. Baroni è indicato come figlio di un fratello di Nicolao, errore dovuto probabilmente alla confusione tra i cognomi Donati e Dorati - prestò servizio ininterrottamente nella musica di palazzo quasi all'ombra del ben più noto fratello ma con minore fortuna.
Nel febbraio del 1547 Bartolomeo, che era musico soprannumerario senza stipendio, entrò a far parte dei musici ordinari, per intercessione di Nicolao, al posto del defunto Francesco Verzelli, dividendo però incarico e stipendio con il nipote di questo. Nel marzo 1548 ottenne un aumento di stipendio da 2 a 3 scudi mensili che tuttavia non gli consentì di migliorare le precarie condizioni economiche e di provvedere convenientemente alla numerosa famiglia. D'altra parte il suo attaccamento alla professione doveva differire di molto da quello del suo più famoso fratello; risulta infatti che chiese spesso permessi per'allontanarsi da Lucca, raramente per motivi di lavoro, tanto che fu spesso multato per assenze ingiustificate.
Null'altro sappiamo dell'attività musicale di Bartolomeo se non che suonò il trombone ricoprendo il ruolo di secondo basso. Morì nel febbraio 1603.
Musicista fu anche Lorenzo, figlio di Nicolao, battezzato a Lucca il 29 genn. 1563, ed avviato giovanissimo dal padre agli studi musicali.
Nel 1577, all'età di soli quattordici anni, era già musico soprannumerario ed il 21 ott. 1582 fu assunto come musico ordinario nella musica di palazzo.
Dal gennaio 1584 Lorenzo cominciò a chiedere al Consiglio delle lunghe licenze con la possibilità di mantenere il posto senza percepire ovviamente lo stipendio, finché nel 1590 rinunciò definitivamente al suo incarico di musico ordinario. Probabilmente si era dedicato alla mercatura nella città di Lione, dove operavano molti suoi concittadini. Lorenzo ebbe quattro figli e morì a Lione prinia dell'11 sett. 1613.
Michele, figlio di Nicolao, fu battezzato in Lucca il 20 maggio 1560. Robert Eitner riteneva che fossero esistiti due Michele Dorati, uno, figlio di Nicolao, ed un altro, padre di Girolamo, autore dei Psalmi ad vesperas, ma il recente rinvenimento del certificato di battesimo di quest'ultimo prova inconfutabilmente che in realtà si tratta della stessa persona. Fu l'unico membro della famiglia Dorati, dopo suo padre, a prestare regolare servizio presso la Signoria di Lucca in qualità di musico; occasionalmente prestò servizio anche presso il principe Gian Andrea Doria ed il figlio cardinale Giovanni.
Il padre, avvalendosi della facoltà di trovare sostituti validi per i posti vacanti, riuscì a farlo assumere, il 19 luglio 1581, come musico ordinario con uno stipendio di 4 scudi mensili.
Michele mantenne sempre il suo incarico, ma non divenne mai capo dei musici come suo padre anche se nel 1593 ottenne che il salario venisse portato a 8 scudi mensili. Infatti, quando nell'aprìle del 1598, dopo una vacanza di alcuni anni, fu designato il nuovo capo della musica, a Bartolomeo ed a Michele Dorati fu preferito Francesco Guami. Nel 1607 Carlo Emanuele I di Savoia chiese al Senato che i musici lucchesi onorassero le nozze di sua figlia; furono scelti per l'occasione, come capi dei musici, il D. e Lorenzo Durelli (tra i due doveva esistere una forte rivalità se, già nel 1597, erano stati iràprigionati per i loro alterchi).
Nel gennaio del 1609, quando gli Anziani decisero di assegnare nuovamente la carica di capo della musica, Michele ed il Durelli si trovarono nuovamente a confronto; reputandoli evidentemente di pari valore, il Consiglio decise di conferire l'importante incarico mediante estrazione a sorte: la fortuna favorì il Durelli.
Michele, che si trovò spesso in difficoltà finanziarie, morì a Lucca il 5 sett. 1620.
Nulla di preciso sappiamo delle sue qualità musicali; probabilmente fu suonatore di trombone come suo padre; da fonti citate dal Nerici, oggi però non reperibili, risulterebbe che Michele fu un bravo cantante ed un valentissimo suonatore di tromba.
Degli otto figli che Michele ebbe dalla moglie Orsola del Palma, soltanto i due maggiori seguirono la tradizione familiare.
Matteo, figlio primogenito di Michele, fu battezzato in Lucca il 13 febbr. 1588; all'età di undici anni ottenne dal Consiglio un salario di 2 fiorini mensili pur essendo soltanto musico soprannumerario, incarico normalmente non retribuito.
Matteo non divenne mai musico ordinario, ma ugualmente, pur avendo lasciato Lucca fin dal 1601 per stabilirsi probabilmente a Lione, riuscì a percepire il suo stipendio fino al 1608, anno in cui non si hanno più sue notizie.
Girolamo (Geronimo, Hieronymus), secondogenito di Michele, battezzato il 26 genn. 1590, è, oltre al nonno Nicolao, l'unico componente della famiglia Dorati di cui si conoscano delle composizioni. Si ritiene che Girolamo abbia ricevuto una solida educazione musicale e fu senz'altro dotato di un notevole talento dal momento che riuscì, a soli diciannove anni, a far pubblicare presso G. Vincenti la raccolta dei suoi Psalmi ad vesperas ... otto voci con organo (Venezia 1609), che risulta essere la sua prima opera come chiaramente è espresso nella dedica.
Secondo il Baroni, Girolamo fu organista nella chiesa dei carmelitani di S. Piercigoli o del Carmine, ove era una buona tradizione musicale: infatti sembra che vi avesse esercitato la sua attività, per più di diciotto anni, il famoso frate inglese Giovanni Hotby.
Di Girolamo ci sono pervenuti anche due mottetti: "O salutaris hostia" e "O sacrum convivium", pubblicati a Strasburgo nel 1617nella famosa antologia di musica sacra Promptuarii musici... pars quarta. Quattro mottetti ed un Magnificat manoscritti segnalati dall'Eitner sono andati perduti durante la seconda guerra mondiale.
La data della prematura morte di Girolamo, avvenuta a Lucca, è da porsi tra il 17 ag. e l'11 ott. 1617.
Nei ???Salmi il D., pur giovanissimo, rivela una ben definita personalità creativa, interessante è l'uso del doppio coro, secondo la tradizione veneziana dei cori battenti, con cui raggiunse effetti grandiosi per mezzo di sonorità piene, ed il raffinato gusto timbrico. La condotta delle parti è per lo più sillabica ed omoritmica, le armonie sono semplici e poco frequente è l'impiego di fioriture e melismi.
Fonti e Bibl.: Archivio di Stato di Lucca, Bibl., ms. 125: B. Baroni, Famiglie lucchesi; Lucca, Bibl. govern., ms. 1111: G. V. Baroni, Notizie genealogiche delle famiglie lucchesi; Arch. di Stato di Lucca, Archivio Cerù, n. 171: Musica in Lucca-Memorie e documenti (miscell.); L. Nerici, Storia della musica in Lucca, Lucca 1879, pp. 186-194; D. A. Cerù, Cenni storici dell'insegnamento della musica in Lucca, Lucca 1871, pp. 20, 39; Id., Lucca all'Esposizione della musica e del teatro in Vienna nel 1892, ibid. 1892, pp. 13 ss.; G. Arrighi, La famiglia D., in Il Nuovo Corriere (Firenze), 29 dic. 1954; A. Bonaccorsi, Catal. con notizie biografiche delle musiche dei maestri lucchesi esistenti nelle biblioteche di Lucca, in Collectanea historiae musicae, II, Firenze 1956, p. 76; E. Maggini, Lucca. Biblioteca del Seminario. Catal. delle musiche ... del fondo antico, Milano 1965, pp. 92 s.; A. Bonaccorsi, Maestri di Lucca: i Guami ed altri musicisti, Firenze 1967, p. 122; G. Biagi Ravenni, Fonti storico-bibliografiche sulla famiglia D., in Quadrivium, XII (1971), I, pp. 291-297; Id., I D., musicisti lucchesi, alla luce di nuovi documenti d'archivio, in Riv. ital. di musicol., VII (1972), pp. 39-81; A. Cavalli, in Die Musik in Gesch. und Gegenwart, XV, Kassel 1973, coll. 1830 ss.; Bibliogr. della musica ital. vocale profana, I, Pomezia 1977, pp. 561-566 (per Nicolao); F.-J. Fétis, Biogr. univ. des musiciens, III, pp. 46 s.; R. Eitner, Quellen-Lexikon, III, pp. 233 ss.; G. Schmidl, Diz. univ. dei musicisti, I, p. 459 (Nicolao e Girolamo); Diz. Ricordi della musica e dei musicisti, p. 410; Encicl. della musica Ricordi, II, p. 85; The New Grove Dict. of music and musicians, V, p. 577; Diz. encicl. univ. della musica e dei musicisti, II, Le biografie, p. 539.