Doria
Famiglia genovese, tra le più importanti nella storia della Repubblica, le cui prime notizie risalgono al 1110. Nel 1147-49 un Ansaldo di Martino guidò la flotta genovese contro i mori di Spagna; suo figlio Simone fu valoroso ammiraglio nel 1189 nell’assedio di S. Giovanni d’Acri, e così suo nipote Pietro nel 1219 all’assedio di Damietta. Membri di questa famiglia nel sec. 13° parteciparono, in gara coi pisani, alle lotte e agli intrighi per il possesso della Sardegna; famoso fra tutti Branca (m. 1325 ca.), prima amico, poi avversario degli aragonesi. In patria, a capo della fazione ghibellina, si avviarono verso un vero predominio, a fianco degli alleati Spinola; Oberto, vincitore della battaglia della Meloria (1284), cui parteciparono ben 250 appartenenti alla famiglia D., e Lamba (ο Lampa), vincitore a Curzola (1298), portarono all’apogeo la potenza navale genovese. Ma la diarchia D.-Spinola cessò con la fine del sec. 13°, durante il quale i D. avevano anche costituito un vasto dominio ghibellino sulla riviera occidentale. Sorto il dogato popolare, fino al 1528 i D. rimasero esclusi da ogni diretta azione politica, distinguendosi spesso invece al comando della flotta genovese, come Pagano, vincitore dei veneziani nel 1354 nella grande battaglia della Sapienza, quando catturò il doge veneziano Nicolò Pisani; Luciano, che vinse a Pola i veneziani nel 1379, morendo nella battaglia, e molti altri. Sorto l’astro di Andrea i D. ripresero nuova potenza, se pure senza una sanzione giuridica: il cugino Filippino, ammiraglio, batté a Capo d’Orso (1528) l’armata di Carlo V, e poi, dopo il passaggio di Andrea a fianco della Spagna, conquistò Savona a Genova; Giorgio assicurò (1569) il ritorno a quest’ultima della Corsica. Ma prediletto da Andrea fu il pronipote Gian Andrea col quale si consolida la tradizione dei D. soldati e marinai al soldo della Spagna. Primeggiarono in patria per magnificenza, politicamente però uguali al resto della nobiltà, con essa alternandosi, per sei volte, al dogato, con Giambattista (1537-39), Niccolò (1579-81), il primo che ebbe titolo di Serenissimo, Agostino (1601-03), Ambrogio (1621), Giovanni Stefano (1633-35), Giuseppe (1793-95). Alla fine del 18° sec. i D. ebbero parte cospicua nelle vicende rivoluzionarie, prendendo posizione sia tra gli oppositori sia tra i fautori dei francesi. Anche nei tempi recenti i D. si mantennero in evidenza nella vita genovese e italiana.