dormire
Nell'accezione di " trovarsi in uno stato di sonno " il verbo si trova adoperato in If XXXII 123 Tebaldello, / ch'aprì Faenza quando si dormia; Pg IX 38 la madre... / trafuggò lui dormendo [" dormiente "] in le sue braccia; IX 56 lasciatemi pigliar costui che dorme; Pd XXIX 82 là giù, non dormendo, si sogna; Vn III 4 6 e 12 11, Cv III I 3, Fiore XXI 7 (ove d. è riferito a Gelosia e Castità, personificate) e CXLVII 10; mentre significa " abbandonarsi al sonno ", in Vn XXIII 13 Non dormire più; 18 11 Qual dicea: " Non dormire "; If XXXIII 141 e mangia e bee e dorme e veste panni (dove tutta l'espressione, di origine popolare, vuol significare che Branca Doria è ancora vivo e sano, perché queste " sono operazioni di persona viva e non colpita da malattia ", Scartazzini-Vandelli); Pd XXV 5 la crudeltà che fuor mi serra / del bello ovile ov'io dormi' agnello, / nimico ai lupi che li danno guerra (dove però d. vale, per sineddoche, " vivere ", e in particolare " vivere in sicurezza, tranquillamente ", come si ricava dai termini contrapposti crudeltà e danno guerra); Rime LXXIII 7, CI 34, Cv I VII 4, Fiore LXXIII 6, CLXXVIII 13, CLXXXVIII 2. Pur mantenendo il valore che gli è proprio, in Pd III 100 perché fino al morir si vegghi e dorma, Cv III I 1 non solamente vegghiando, ma dormendo, IV XIII 11, Detto 259 i' la mi veggio pinta / nel cor, s'i' dormo o veglio, d. forma con ‛ vegliare ', al quale è contrapposto, locuzioni che vogliono significare una condizione continuativa e abituale; mentre in Vn XX 4 7 Amor per sire e 'l cor per sua magione, / dentro la qual dormendo si riposa; XXIV 7 2 Io mi senti' svegliar dentro a lo core / un spirito amoroso che dormia, e XXI 1 questo Amore... non solamente si sveglia là ove dorme, oltre al significato proprio, assume nel contesto figurato il significato di " esistere potenzialmente " (come si ricava dall'ultimo luogo citato, che continua: ma là ove non è in potenzia, ella [Beatrice], mirabilemente operando, lo fa venire).
Valore figurato ha invece in Pg IX 53 quando l'anima tua dentro dormia, " aveva le sue facoltà impedite dal sonno " (Scartazzini); analogamente per il passo di Pg XXIX 144 vidi... un vecchio solo / venir, dormendo, con la faccia arguta, ove indica la condizione di estasi in cui si trova il vecchio (comunemente identificato con s. Giovanni, autore dell'Apocalisse), assorto nella visione della fine del mondo, e XXXIII 64 Dorme lo 'ngegno tuo, dove vale " restare inerte, inattivo ".
Infine d. è usato come sostantivo, in Vn XII 3 nel mezzo de lo mio dormire, e Fiore LXVII 6 istanotte ti tenni in mio dormire.