Uomo politico angolano (Luanda 1942 - Barcellona 2022). Entrato nel 1961 nel Movimento popular de libertacão de Angola (MPLA), dopo aver compiuto gli studi universitari in URSS rientrò nel suo paese per partecipare alla lotta di liberazione (1970). Nel 1975, divenuta l'Angola indipendente, gli venne affidata la carica di ministro degli Esteri e poi, nel 1978, di ministro della Pianificazione. Eletto presidente della Repubblica e del MPLA alla morte di A. Neto (1979), affrontò, in particolare, il problema delle ripetute incursioni sudafricane in Angola e della guerriglia antigovernativa sostenuta da Pretoria, risolto solo in seguito agli accordi del 1988 e del 1991. La sua rielezione alla presidenza della Repubblica e la contemporanea affermazione del MPLA nelle prime elezioni multipartitiche del paese, svoltesi nel sett. 1992, non vennero tuttavia accettate dai guerriglieri dell'União nacional de independéncia total de Angola (UNITA), che ripresero la lotta armata. L'azione militare, interrotta solo da una breve tregua (1995), quando la presidenza di S. fu riconosciuta come legittima, proseguì fino al 2002, nonostante la costituzione, nel 1997, di un governo di unità nazionale. Le elezioni presidenziali, inizialmente previste per il 1997, vennero però più volte rinviate a causa dei disordini interni e S. mantenne la presidenza della Repubblica. Nel 2003 è stato riconfermato presidente del MPLA. Nel 2010 l’abolizione delle elezioni presidenziali dirette, previste per l’anno precedente, ha confermato la gestione autocratica del potere; in base alla nuova Costituzione approvata dal Parlamento, l'uomo politico, in quanto presidente del partito risultato vincitore alle elezioni del 2012, ha ricevuto un nuovo mandato. Non ricandidatosi alle presidenziali dell'agosto 2017, gli è subentrato nella carica J. Lourenço, al quale l'uomo politico ha lasciato nel settembre dell'anno successivo anche la guida del MPLA.