dosso
Il sostantivo è attestato con buona frequenza nelle opere di D., con esclusione della Vita Nuova e delle Rime.
Nel significato di " dorso ", " schiena " (cfr. Isid. Etym. XI I 91 " Dorsum est a cervice usque ad renes "), il termine compare in If XXII 23 mostrav' alcun de' peccatori 'l dosso; Pd II 100 fa che dopo il dosso / ti stea un lume, e VIII 96 terrai lo viso come tien lo dosso. Nello stesso ambito ci riconducono le espressioni di If XXXI 7 Noi demmo il dosso al misero vallone, e Pg XIX 94 vòlti avete i dossi / al sù, equivalenti a un " volgere le spalle ". Riferimento ad animali troviamo in Pg VIII 101 venìa la mala striscia, / volgendo ad ora ad or la testa, e 'l dosso / leccando, e in Fiore CLXXIV 2; al " dorso " di mitiche e allegoriche personificazioni, in If XVII 14 [Gerione] lo dosso e 'l petto e ambedue le coste / dipinti avea, e XXVII 125 attorse [Minosse] / otto volte la coda al dosso duro.
Usi figurati compaiono solo in Pg III 102, ove i dossi de le man designano, con metafora quasi inavvertibile, la parte opposta alle palme, e in XXX 86: lo dosso d'Italia indica gli Appennini.
Parlando di arco o ponte, il termine, con uso tutto dantesco, può significare " il colmo ", " la sommità " esterna della superficie convessa; così in due passi di Cv II III 16 in sul dosso di questo cerchio, e in su l'arco, o vero dosso, di questo cerchio, come in If XVIII 110 dosso / de l'arco, e XXIV 67 ancor che sovra 'l dosso / fossi de l'arco. A un ambito più tecnico, anche se affine (probabilmente di semplice " superficie ", sempre con idea di sfericità), ci portano le attestazioni di Cv III V 9 in su quel dosso del mare dove, se fosse uno uomo, la stella [li] sarebbe sempre in sul mezzo del capo, e V 10 dosso del mare Oceano: passi, questi ultimi, da rapportare linguisticamente a Quaestio 12 dove si parla di terra... depressa a dorso maris. V. anche ADDOSSO.