dotta
Francesismo; appare (in rima) in If XXXI 110 Allor temett'io più che mai la morte, / e non v'era mestier più che la dotta, / s'io non avessi viste le ritorte, oltre che nel Fiore, dove si alterna col più comune ‛ dottanza ' (v.): XVI 6 Nel giardin me n'andai molto gicchito / per dotta di misfar a quel crudele. Rappresenta quindi una delle tracce che la Commedia serba della giovanile esperienza oitanica del poeta. La voce ha il valore di " timore ", " paura ", ed è attestata per lo più in testi influenzati dalla cultura francese (prosastici o narrativi): Cronaca di Giovanni Villani, Volgarizzamenti di Livio, ecc. Doute è anche nel Roman de la Rose (vv. 2012, 5433, 14132, ecc.).