DOTTORE (lat. doctor)
Il titolo doctor fu adoperato originariamente nel Medioevo, alla pari con quelli di scholasticus e di magister, per designare i maestri più celebrati, a ciò contribuendo la designazione di doctores ecclesiae conferita ad alcuni padri della Chiesa (v. sotto). Il titolo era meramente onorifico e fu spesso adoperato seguito da un aggettivo a indicare un determinato maestro: doctor angelicus (S. Tommaso d'Aquino), doctor subtilis (Duns Scoto), doctor singularis (Guglielmo Occam). In processo di tempo (per la prima volta probabilmente nell'università di Bologna, secoli XII-XIII?) il titolo fu conferito formalmente per indicare un grado accademico distinto da quello di magister e riservato specialmente a chi insegnava medicina, diritto e teologia.
Oggi in Italia il titolo dottorale è conferito a chiunque abbia sostenuto l'esame di laurea, ma non conferisce l'abilitazione professionale. Nella maggior parte delle università straniere, invece, la semplice abilitazione professionale che si consegue al termine dei normali corsi universitarî può esser fine a sé stessa ed è un grado inferiore a quello del dottorato, che è considerato in sostanza come un primo passo verso la carriera scientifica e che si consegue mediante la discussione di una dissertazione (v. università).
La maschera del dottore.
È il secondo dei due "vecchi" della commedia dell'arte (v.), di cui il primo è Pantalone (v.). Apparso sulle nostre scene circa la metà del sec. XVI, il Quadrio lo dice "inventato" da un famoso comico, Lucio, che volle fare con esso la caricatura d'un certo messer Graziano dalle Cotiche nativo di Francolino. Ma è evidente che nelle rappresentazioni popolaresche esisteva già, da tempo immemorabile, il tipo del falso erudito, suo essenziale progenitore. Non è difficile ravvisare qualche sua affinità (tipologica, se non genealogica) con alcune figure di senex della eommedia greco-latina e con i "pedanti" della commedia umanistica del Cinquecento, culminanti nel Manfurio del Candelaio di Giordano Bruno.
Nella commedia dell'arte, il Dottor Graziano ha per cognome Baloardo o, più spesso, Balanzon; talvolta medico, molto più sovente giureconsulto, porta la toga dello studio di Bologna da cui proviene, e al cui dialetto mescola le spropositate citazioni in lingua antica e in latino maccaronico. Si è detto che il cognome di Balanzon gli provenga dalla balanza, bilancia, emblema della giustizia, secondo altri, dalle balle (frottole) che va spacciando. La sua comicità è prevalentemente oratoria: e cioè non deriva tanto da situazioni comiche nelle quali il tipo venga a trovarsi, quanto dai suoi responsi, ammonimenti e tirate, infarciti di scerpelloni o di solennissimi luoghi comuni, in cui del resto gli studiosi han potuto anche ravvisare parodie di opere erudite del tempo.
Bibl.: Cfr. la voce commedia dell'arte.
Dottori della Chiesa.
Sono personaggi ecclesiastici, insigniti di questo titolo eccelso dalla sede apostolica per eminente dottrina, insigne santità di vita e perfetta ortodossia. Si distinguono dai Padri della Chiesa, in quanto per essere dottore della Chiesa: 1. non è necessario appartenere ai primi secoli del cristianesimo; 2. la dottrina deve essere eminente, rifulgere come nota caratteristica della vita; 3. è necessaria la solenne dichiarazione del papa o del concilio ecumenico. I Dottori hanno particolari distinzioni nella liturgia; ad essi è anche riservata una messa propria del "comune dei dottori".
Fra i dottori della Chiesa vengono in primo luogo quattro Padri della chiesa latina, S. Ambrogio, S. Girolamo, S. Agostino, S. Gregorio Magno, e quattro della greca, S. Atanasio, S. Basilio, S. Gregorio di Nazianzo, e S. Giovanni Crisostomo. Hanno il titolo di dottori della Chiesa anche S. Leone Magno (Benedetto XIV, 1754), S. Ilario di Poitiers (Pio IX, 1851), S. Pietro Crisologo (Benedetto XIII, 1729), S. Cirillo d'Alessandria, S. Cirillo di Gerusalemme, S. Giovanni Damasceno (Leone XIII, 1893), S. Anselmo (Clemente XI, 1720), S. Beda il Venerabile (Leone XIII, 1899), S. Bernardo (Pio VIII, 1830), S. Pier Damiani (Leone XII, 1828), S. Tommaso d'Aquino (S. Pio V, 1568), S. Alfonso de' Liguori (Pio IX, 1871), S. Efrem siro (Benedetto XV, 1920), S. Bonaventura (Sisto V, 1588), S. Francesco di Sales (Pio IX, 1877), S. Pietro Canisio (Pio XI, 1925) S. Giovanni della Croce (Pio XI, 1926), S. Roberto Bellarmino (Pio XI, 1931).
Bibl.: P. Lambertini (Benedetto XIV), De Servor. Dei beatific., ecc., IV, p. 11, II, cap. 11, n. 13.