temperamento, dottrina del
Nella medicina antica il termine temperamento indica il complesso di qualità del corpo e dello spirito proprie di ciascun individuo, la sua ‘costituzione’, intesa come insieme delle caratteristiche anatomo-fisiologiche e psichiche individuali. La dottrina ippocratica del t., ripresa e sistematizzata da Galeno, classificava gli individui in quattro categorie, attribuendo i caratteri differenziali al vario rapporto di mescolanza dei quattro umori o elementi fondamentali dai quali si concepivano costituiti gli organismi. Quando il miscuglio è perfetto si avrebbe il t. normale o ‘giusta crasi’. Quando vi è eccesso o deficienza di uno o dell’altro elemento, si hanno le ‘discrasie’ o t. anomali. La prevalenza della bile gialla, paragonata al fuoco, e perciò considerata calda e asciutta, genera il t. collerico (χολή «bile») o bilioso, nel quale le reazioni emotive sono intense e rapide. Il t. sanguigno corrisponde a un eccesso di sangue – caldo e umido e simile all’aria – e ha reazioni deboli e rapide. Il t. melanconico ‒ dovuto a un eccesso di bile nera o atrabile (μέλαινα χολή «bile nera») fredda e asciutta come la terra – ha reazioni forti e lente. Infine il t. flemmatico deriva da un eccesso di flegma, o muco, o pituita, umore freddo e umido come l’acqua, che predispone a reazioni emotive deboli e lente. Sebbene ciascun tipo somatico sia intrinsecamente connesso con il suo peculiare modello fisiologico, gli umori sono in qualche modo influenzati da eventi esterni, specialmente dal clima e dalla dieta. Perciò molte persone sarebbero più melanconiche in autunno, per l’aumento di bile nera. Il t. del corpo condiziona l’intera vita dell’individuo e determina una serie di caratteristiche psicologiche connesse con le qualità elementari e con il tipo di combinazione di esse, che, riformate, schematizzate e connesse direttamente con gli umori fondamentali del corpo, costituirono un luogo comune per le scienze mediche e filosofiche posteriori. Nel Medioevo la dottrina dei t. fu tramandata attraverso la medicina, soprattutto quella araba (Avicenna e Averroè), sino al Rinascimento. Paracelso sostituì agli umori ippocratici i suoi tre elementi (zolfo, sale e mercurio) per la classificazione dei temperamenti. La dottrina del t. è rimasta popolare in Occidente fino alla fine del 19° sec.: un rinnovato interesse nei confronti delle categorie temperamentali si è avuto negli anni Sessanta del Novecento, quando il concetto di t. fu reintrodotto in ambito psichiatrico.