dottrinato
Dal latino medievale doctrinare, registrato da Uguccione (v. anche Du Cange) e presente nello stesso D. (doctrinamur [Ve I I 3], in dittologia con regulamur e detto per lo studio della gramatica, cioè del latino, retto da norme ben precise e invariabili). In II IV 3 le ‛ doctrinatae poetriae ' sono proprie dei grandi, che sermone et arte regulari poetati sunt, a differenza dei molti altri che poetarono casu.
Il termine è dunque connesso all'idea di sistematicità nell'apprendimento e nell'attività intellettuale; e in tal senso è adoperato nelle due uniche occorrenze in volgare (Cv IV XII 16 e XV 13). Nella prima si parla del periodo in cui l'anima umana, entrata da poco nel cammino di questa vita, ha una conoscenza... imperfetta, ancora confusa, per non essere esperta né dottrinata e perciò piccioli beni le paiono grandi, non ha una visione organica, giustamente gerarchica dei valori umani e spirituali. Nella seconda è condannato l'atteggiamento di coloro che sono tanto presuntuosi, che si credono tutto sapere (§ 12), cioè che credono da sé sufficientemente essere dottrinati, ed è perciò che si rifiutano di apprendere, non chiedono né ascoltano mai nulla.