DOUAI (A. T., 32-33-34)
Città della Francia settentrionale, capoluogo di circondario nel dipartimento del Nord, con 38.627 ab. (1926). È sede di sottoprefettura, di tribunale di prima istanza e di commercio; ha scuole primarie e secondarie, università con facoltà di lettere, scuola industriale e agricola, una biblioteca con più di 60.000 volumi e 1800 mss.,. e archivî municipali assai interessanti. È situata sul canale della Scarpe, che traversa la città da N. a S.; ha aspetto piacevole, con vie regolari e costruzioni che datano dai secoli XV e XVI. È di quest'epoca anche la triplice linea di fortificazioni terminate poi dal Vauban e rinnovate in seguito, che fecero della città, sino al sec. XIX, una piazzaforte di guerra di prima classe. L'arsenale creato da Luigi XV fu trasformato in stabilimento per la costruzione di pezzi d'artiglieria. L'industria è molto attiva, e numerosi sono, sia in città sia nei dintorni, gli stabilímenti metallurgici, quelli per la costruzione di macchine agricole, fabbriche di prodotti chimici, distillerie, zuccherifici, vetrerie, stabilimenti per la filatura del lino e del cotone, ecc.; vicino alla città vi sono alcuni giacimenti di carbone. Attivo è il commercio. Douai è stazione delle importanti linee del Nord che uniscono la Francia al Belgio.
Monumenti. - Pochi avanzi a Douai dell'attività artistica anteriore al secolo XII: manoscritti miniati provenienti dalle vicine distrutte abbazie di Marchiennes, di Saint-Amand e Anchin (biblioteca); qualche pezzo d'oreficeria (Museo); una vasca battesimale e uno stallo scolpito. Restano ruderi di una casa dei Templarî, che sembra sia stata importantissima. La navata di Notre-Dame, senza vòlta, forse derivazione della scuola di Tournai, è probabilmente del principio del sec. XIII; il coro e il transetto sono del secolo XIV, epoca della massima prosperità della città. Nel 1386 fu intrapresa la costruzione della celebre torre che, col palazzo municipale è il più bel monumento medievale di Douai, di tipo simile ai "beffrois" delle Fiandre.
Douai dipendeva anche nell'arte dalle Fiandre, donde derivava ogni sua fortuna e commercio: e ne trasse anche lo stile del Rinascimento. La tomba di Carlo I de Lallaing (1558) attribuita a G. Monoier, già in una chiesa dei dintorni e oggi nel museo, ripete il motivo medievale della figura giacente, ma le statue della Virtù nel suo basamento, tormentate e tozze, fanno pensare alle interpretazioni fiamminghe della Rinascenza italiana. Questa duplice influenza si ritrova anche nell'arte del pittore Jean Bellegambe (circa 1480-1534-35), del quale i musei di Lilla e Douai si dividono le opere, e in diversa misura anche nel più illustre artista di Douai, il Giambologna (1526-1600). Durante i secoli XVII e XVIII la città, benché diventata definitivamente francese, restò nell'orbita artistica della Fiandra. Di quell'epoca sono diversi edifici, come la cappella del collegio di Anchin, oggi liceo, e l'ospizio di Marchiennes, oggi Palazzo di giustizia, la chiesa di Saint-Pierre (cominciata nel 1735 dall'architetto bruxellese Debrissy) che ricorda per lo stile e la struttura le chiese di Lilla e Gand, e sembra ignorare le novità dell'architettura francese del secolo XVIII. Dopo la Rivoluzione Douai assunse l'aspetto d'una ricca città di provincia, senza alcuna originalità artistica. Il museo possiede qualche quadro di valore, fra cui la celebre pala d'altare di Jean Bellegambe, eseguita per l'abbazia d'Anchin.
Storia. - Il nome di Douai (Duacum) non è menzionato nei documenti prima della prima metà del sec. X. Tuttavia si fa risalire l'origine della città al periodo romano: il castrum Duacense fu ricostruito da Erkinoald, sindaco del palazzo di Clovis II, e da suo fratello Adalbaud, marito di santa Rictruda. Nel secolo IX esso venne compreso nella contea di Fiandra. In seguito passò sotto il dominio dei Lorenesi, poi dei Francesi, e tornò sotto quello dei conti di Fiandra. Alla fine del sec. XV, Douai, città di confine, riunita ora alla Francia, ora alla monarchia spagnola, sostenne numerosi assedî, tra cui il principale fu quello del 1710: essa fu presa solo dopo 52 giorni di trincea aperta dal principe Eugenio e da Marlborough. I trattati di Utrecht l'assicurarono definitivamente alla Francia.
Bibl.: Dubois-Druelle, Douai pittoresque, Douai 1845; Dr. Escallier, Hist. de l'abbaye d'Anchin, Douai 1852; A. Asselin, Promenade artistique dans l'église Saint Pierre de D., Douai 1872; F. Brassart, Histoire du château et de la châtellenie de Douai, Douai 1877; L. Dechristé, Les tableaux, vases sacrés et autres objects précieux... de D. et de son arrondissement, Douai 1877; C. Dehaisnes, Jean Bellegambe, Lilla 1890; id., Hist. de l'art de le Flandre, l'Artois, le Hainaut avant le XVIe siècle, Lilla 1886, voll. 3; id., Le nord monumental et artistique, Lilla 1897; G. Espinas, La vie urbaine de D. au Moyen âge, Parigi 1913; id., Une guerre sociale internationale dans le flandre wallonne au XIIIe siècle a Douai et Lille, 1284-1296, Parigi 1930.