DOVERE
Il verbo irregolare dovere alterna – a seconda dei modi, dei tempi e delle persone –tre diverse ➔radici: dev-, dov-, dobb-.
• Quando la radice è accentata, si usa dev-
io devo, tu devi, lui deve
• Quando non è accentata, si usano dov- e dobb-
noi dobbiamo, voi dovete, io dovevo, io dovrò, io dovrei, dovuto, dovendo
• C’è poi una quarta radice: debb- che viene usata in alternativa a dev- nella 1a persona singolare e nella 3a persona plurale dell’indicativo
devo / debbo, devono / debbono
nella 1a, 2a e 3a singolari e nella 3a plurale del congiuntivo presente
deva / debba, devano / debbano
Di solito, la forma in debb- è sentita come più letteraria e formale, anche se soprattutto nel congiuntivo oggi è prevalente
Ma debbo riconoscere che quei contadini nella capanna si trovavano benissimo (A. Moravia, La ciociara)
Devo uscire, devo scappare (P. V. Tondelli, Pao Pao)
Dove sta scritto che uno debba sapere chi è mai il grande Lebowski? (www.ilfattoquotidiano.it).
In passato, nella tradizione letteraria fino all’Ottocento, si sono usate anche le forme deggio, deggiono (per devo, devono) e deggia, deggiano (per debba, debbano), sopravissute
duolmi che di fronte io deggia, / Serenissimo Doge, oppormi a voi (A. Manzoni, Il conte di Carmagnola)
e deggio anche confessare (I. Nievo, Le confessione di un italiano)
Più arcaiche le forme dei (per devi) e debbia (per debba)
Né déi tu fede alcuna o speme darli (T. Tasso, La Gerusalemme liberata)
E detto l’ho perché doler ti debbia! (D. Alighieri, Inferno).