Dreamworks Skg
Casa di produzione statunitense, fondata nel 1994 da Steven Spielberg, Jeffrey Katzenberg e David Geffen (ai quali si è aggiunto il co-fondatore della Microsoft, Paul Allen). Sin dall'inizio ha costituito un rilevante 'caso' industriale e, modificando gli storici equilibri fra le majors, ne ha rivoluzionato gerarchie e programmi. La D. S. ha infatti sfidato una consolidata struttura di potere riunendo Spielberg, autore di molti tra i più amati e redditizi titoli della storia del cinema mondiale, Katzenberg, ex presidente della Walt Disney Production, abbandonata dopo averla portata a trionfali successi, e infine Geffen, uno dei moguls dell'industria discografica. Sebbene il progetto di edificare uno smisurato, rivoluzionario e globalizzato complesso di studios (una specie di 'prototipo di una comunità urbana del 21° sec.') abbia incontrato insormontabili ostacoli e le prime produzioni abbiano conseguito ricavi inferiori al previsto, la D. S. è riuscita a raggiungere l'obiettivo di competere in proprio sui livelli più avanzati dello spettacolo ‒ film, videocassette, DVD, serial televisivi, programmi per computer, videogiochi e CD musicali ‒ grazie soprattutto al successo di lungometraggi di finzione o d'animazione. Con la Hew-lett-Packard Company, leader mondiale dei servizi per l'informatica e l'imaging, la D. S. ha, tra l'altro, raggiunto un accordo in ambito tecnologico che ha consentito di rivoluzionare la produzione digitale di nuova generazione, creando animazioni al computer ancora più veloci in quanto a risultati realizzativi e con una qualità grafica e un'efficienza economica mai raggiunte prima.Anche se i primi due film prodotti dalla D. S. (The peacemaker, di Mimi Leder; Amistad, di Spielberg), entrambi del 1997, hanno deluso le attese, con il kolossal Deep impact (1998) della Leder la D. S. ha invece ottenuto un notevole successo. Il 1998 ha di fatto segnato un punto di svolta per la casa di produzione, grazie alle ravvicinate affermazioni di due lungometraggi d'animazione, Antz (Z la formica) di Eric Darnell e Tim Johnson e The prince of Egypt (Il principe d'Egitto) di Brenda Chapman, Steve Hickner e Simon Wells (quest'ultimo, ampiamente premiato dal box office mondiale, risulta, in particolare, caratterizzato dal tocco di Katzenberg, che vi aveva lavorato per tre anni), e dell'impressionante affresco bellico Saving private Ryan (Salvate il soldato Ryan) di Spielberg. Con American beauty (1999) dell'esordiente inglese Sam Mendes, la D. S. non solo ha vinto cinque Oscar nel 2000 (tra cui quello all'attore protagonista Kevin Spacey), ma è riuscita a imporsi presso il grande pubblico con uno stile maturo e moderno, tanto scorrevole sul piano del ritmo e della recitazione quanto corrosivo su quello della critica del costume. Ancora più massiccia è stata la visibilità della casa nel 2000, anno di uscita di Gladiator (Il gladiatore) di Ridley Scott, che ha ottenuto cinque Oscar nel 2001 (compreso quello a Russell Crowe come migliore attore) e che, grazie anche alla tecnologia digitale, ha rinverdito i fasti del filone epico ambientato nella Roma antica. Sempre nel 2000, oltre a produrre il pregevole thriller What lies beneath (Le verità nascoste) di Robert Zemeckis e l'apologo comico in plastilina Chicken run (Galline in fuga ‒ Chicken Run) di Peter Lord e Nick Park, un intelligente concentrato di humour nero animato 'a passo uno' in un crescendo di ritmo e suspense, la D. S. ha stilato vantaggiosi accordi per la distribuzione internazionale con la 20th Century Fox per Cast away di Zemeckis e con la Universal Pictures per Meet the parents (Ti presento i miei) di Jay Roach. Significativa è risultata la decisione di offrire a Woody Allen, dopo il divorzio artistico con la storica produttrice Jean Doumanian, l'opportunità di realizzare The curse of the jade scorpion (2001; La maledizione dello scorpione di giada) e Hollywood ending (2002). Non sono però mancati nella logica di una serialità industriale investimenti sbagliati o titoli stroncati dalla critica (The legend of Bagger Vance, 2000, La leggenda di Bagger Vance, di Robert Redford; The Mexican, 2001, The Mexican ‒ Amore senza la sicura, di Gore Verbinski), mentre Shrek (2001) di Andrew Adamson e Vicky Jenson, fiaba politicamente scorretta e parodia dell'immaginario di-sneyano, ha ottenuto un meritato successo ed è stato seguito dal film d'animazione Spirit: Stallion of the Cimarrion (2002; Spirit) di Kelly Asbury e Lorna Cook.
Per quanto riguarda invece la musica, la DreamWorks Records ha trovato un'immediata legittimazione acquisendo nel suo catalogo la superstar degli anni Ottanta George Michael; mentre in ambito televisivo ha prodotto i serial di successo Spin city (originariamente interpretato da Michael J. Fox) e Freaks & Geeks, ma anche i trascurabili High incident e Ink.