DRENAGGIO elettrosmotico
Se si infiggono in un suolo, anche di scarsa permeabilità, due elettrodi, tra i quali si stabilisca e si mantenga una differenza di potenziale, si osserva che l'acqua di imbibizione si sposta verso l'elettrodo negativo. Se questo è situato in un pozzo di drenaggio si ha, verso di esso, un afflusso continuo di acqua, che potrà essere estratta mediante pompe. Con questo sistema è possibile il prosciugamento di terreni a grana molto fine, terreni limosi e argillosi, nei quali i comuni sistemi di drenaggio risultano inefficaci.
I Tedeschi hanno adoperato tra i primi questo procedimento, studiato da L. Casagrande, per prosciugare terreni fangosi nei quali si dovevano fare fondazioni o scavare trincee d'autostrade, nonché per stabilizzare scarpate che tendevano a scoscendere. Da esperienze fatte in Germania e successivamente in Inghilterra e in Svizzera, è risultato che la quantità d'acqua spostata dall'anodo verso il catodo è proporzionale alla quantità di elettricità passata. Se la densità di corrente è forte, si produce nella zona anodica un notevole riscaldamento che favorisce il moto dell'acqua. Per dare un'idea dell'ordine di grandezza delle quantità in giuoco, si può citare una applicazione fatta a un sistema di 20 pozzi drenanti, i quali senza l'impiego di corrente davano una portata complessiva di 400 litri in 24 ore, e diedero invece con una corrente di 25 A per pozzo sotto una differenza di potenziale di 90 V, una portata complessiva di 60 mc. nel medesimo intervallo di tempo. Gli elettrodi possono essere fatti con semplici tubi di ferro infissi nel terreno attorno al pozzo, a conveniente distanza; la corrente continua può essere fornita da mutatori a vapore di mercurio di piccola potenza. Il sistema è tuttora oggetto di studî e di esperienze.