droga furba
loc. s.le f. Sostanza stupefacente di origine naturale o sintetica, non perseguibile per legge, perché non prevista negli elenchi dei composti tossici.
• «Dopo solo tre tiri di sigaretta di un deodorante comprato in un negozio etnico avvertii subito capogiri, tremore alla lingua, grosse difficoltà a respirare, non riuscivo nemmeno più a ingoiare», racconta dal proprio punto di vista il ragazzo di 20 anni origine dell’inchiesta, sentitosi male e salvato dal Centro antiveleni dell’ospedale Cardarelli di Napoli. È l’incrocio tra una nuova offerta e una nuova domanda di quelle che gli anglosassoni chiamano «droghe furbe». (Luigi Ferrarella, Corriere della sera, 22 dicembre 2010, p. 27, Cronache) • L’offerta è poi arricchita dalle nuove sostanze psicoattive, le cosiddette smart drugs, «droghe furbe» le chiama qualcuno. Furbe perché, spiega il rapporto Europol, sono chimicamente simili alle droghe già conosciute, ma «sufficientemente differenti per riuscire a sfuggire alle leggi». Che, di tanto in tanto, devono aggiornare l’elenco delle sostanze vietate: 41 nel 2010, 49 nel 2011, addirittura 73 lo scorso anno. Circa 240 quelle registrate dal 2005 ad oggi. Non si fa in tempo a scoprire ‒ e a vietare ‒ nuove molecole tossiche, che già iniziano a circolarne altre. (Lorenzo Galliani, Avvenire, 27 giugno 2013, p. 14, Oggi Italia) • «Le sostanze stupefacenti oggi sulla piazza vengono continuamente sintetizzate ‒ chiarisce il dottor [Giuliano] Zorzut, che come responsabile del Sert assiste circa 170 pazienti a Monfalcone e altrettanti a Gorizia ‒ anche per sfuggire ai controlli». Le chiamano smart drugs, droghe furbe, perché si tratta di sostanze concepite in laboratori di fortuna con molecole sempre nuove e diverse. Ma proprio le scarse informazioni sulle loro caratteristiche e sui relativi rischi per la salute le rendono pericolose. Di qui l’allarme. (Tiziana Carpinelli, Piccolo, 18 agosto 2015, p. 20).
- Composto dal s. f. droga e dall’agg. furbo, ricalcando l’espressione ingl. smart drug.