DUBLINO (A. T., 49-50)
Capitale dello Stato Libero d'Irlanda; è centro commerciale e marittimo, situata a 53°21′ lat. N. e 6°18′ long. O., sulla baia omonima, nell'Irlanda orientale. La Baia di Dublino è delimitata a N. dalla penisola di Howth e a S. dal promontorio di Dalkey. Il fiume Liffey attraversa la città da O. a E. e ha due affluenti, il Tolka, che circonda la città a N., e il Dodder che la circonda a S.
Nel sec. XIII Dublino era costruita su un'altura, che correva parallelamente al fiume, a sud di esso; lungo questo dosso si allungava una strada, della quale varî tronchi sono tuttora superstiti e portano i nomi di Christchurch Place, High Street e Thomas Street, mentre altre vecchie arterie, quali la Wine tavern Street, discendono verso nord, e altre ancora, come la Nicholas Street, degradano a sud. La città era circondata da mura e aveva varie porte. Entro il recinto delle mura sorgevano al centro il Priorato e la Cattedrale della Trinità (Christchurch), mentre il Castello (che rimonta ai primi del sec. XIII) occupava l'angolo sud-orientale: angolo, questo, importantissimo, perché segnava il termine della collina, sovrastando e dominando tanto la pianura sud-orientale quanto il fiume e il suo guado verso N. Per varî secoli la città rimase racchiusa nelle sue mura, se si prescinde da limitati sobborghi.
Ai tempi della regina Elisabetta il Castello di Dublino ospitò i capitani irlandesi catturati e nel 1565 fu adibito per la prima volta a residenza ufficiale del Lord Deputy. Sino a epoca recente rimase sede dei viceré e del governo irlandese, ma nei secoli XVII e XVIII decadde a tal punto, che i restauri e le riedificazioni successivamente eseguite ne distrussero quasi per intero la struttura originale.
Una pianta topografica di John Speed (1610) mostra che in quell'anno le vecchie strade erano situate precisamente come oggi, ma le case sono state tutte ricostruite e, tranne qualche chiesa, non sussiste alcun edificio di quel tempo. Il vecchio ponte (sostituito nel 1816 dal Whitworth Bridge) rimase per molto tempo l'unico ponte sul Liffey: era stato costruito sul sito dell'antico guado "della siepe" (Hurdle) o nelle sue immediate vicinanze.
Il vero e proprio sviluppo della città cominciò sotto il regno di Carlo II (1660-1685). Numerosi ponti furono gettati attraverso il Liffey, si costruirono banchine e vasti edifici fuori delle mura, tra il Castello e l'Università, fondata nel 1591. Il cosiddetto St. Stephen's Green, area fino ad allora inutilizzata, fu riservata ai cittadini come spiazzo aperto, e nel 1673 la città aveva raddoppiato la sua superficie rispetto al 1660: gli ulteriori progressi furono peraltro ostacolati dai torbidi politici, che seguirono alla morte di Carlo II. Sotto il regno della regina Anna e di Giorgio I ricominciò un periodo d'intensa attività costruttiva, anzi molti edifici che ancor oggi sussistono della vecchia Dublino risalgono a questo tempo. Lo sviluppo proseguì durante i regni di Giorgio II e di Giorgio III e Dublino divenne una città relativamente estesa. Gli antichi ponti divennero insufficienti e la necessità di ricostruirli provocò nel 1757 la nomina della Commissione delle Wide Streets. Fu aperta la Via del Parlamento e alla sua estremità fu eretto nel 1779 il Royal Exchange, che dal 1852 è adibito a Palazzo comunale. Fu allargata la Dame Street; la Drogheda Street, ampliata da Gardiner nel 1750 e ribattezzata con il nome di Sackville Street, fu proseguita fino al fiume nel 1782; e nel 1791 fu incominciato il Ponte Carlisle (O'Connell). All'estremità di quest'ultima strada fu eretto l'imponente monumento a Nelson (1808).
Il continuo estendersi di Dublino verso le aree circostanti un tempo acquitrinose svalorizzò tutta la zona settentrionale e la Henrietta Street, un tempo dimora di pari e di alti funzionarî, la Dominick Street e la Bolton Street e altre zone di signorili abitazioni andarono perdendo d'importanza. Si tentò di arrestare questa decadenza, aprendo il largo di Mountjoy, ma ciò nonostante il centro continuò a spostarsi verso S. e verso E. La costruzione delle strade ferrate nel sec. XIX fece sorgere belle stazioni ferroviarie, che venivano ad aggiungersi a numerosi altri edifici pubblici d'ottima costruzione: tra questi è notevole il Four Courts of Justice (Palazzo di Giustizia, 1776-1800), eretto su piani eccellenti. L'abbandono degli antichi bei palazzi dell'età giorgiana da parte dei loro ricchi proprietarî si fa risalire generalmente ai torbidi avvenuti alla fine del sec. XVIII, seguiti poi dall'Atto dell'Unione (1800); ma in realtà fu soprattutto in seguito alla grande carestia del 1847 che molti proprietarî abbandonarono i larghi e signorili quartieri, che ora ospitano in alloggi inadatti una popolazione congestionata. Dopo la carestia i progressi più notevoli furono i seguenti: l'estensione del controllo della Dublin Corporation anche sugl'immediati dintorni della città e lo sviluppo delle comunicazioni urbane; la creazione del porto e delle darsene (docks, 1867) per il miglioramento delle vie acquee; e l'adduzione dell'acqua di Vartrey nella città.
La posizione topografica attuale della città è favorevole a una estensione assai maggiore del centro abitato. Nella pianta di Dublino si notano alcune rassomiglianze con quella di Parigi: entrambe hanno infatti le caratteristiche arterie ad anelli concentrici e sono attraversate da un fiume. Il centro naturale di Dublino è stato sostituito da un centro artificiale intorno alla Sackville (O'Connell) Street, che è situata troppo verso est ed è troppo vicina al porto. Vi sono nel centro parecchi quartieri malfamati e anche i rioni forniti di un buon piano stradale hanno un aspetto non molto curato. Non esiste un piano regolatore sistematico e la linea di fronte degli edifici - a eccezione di quelli nella cosiddetta destroyed area - dipende ancor oggi troppo spesso dal capriccio dei singoli, perché sussistono ancora imperfetti regolamenti stradali.
Le stazioni ferroviarie non sono direttamente collegate fra loro e la maggior parte della zona marittima è lontana dalle stazioni; gl'impianti portuali non rispondono alle moderne esigenze e i canali della città sono stati assai trascurati. La mancanza di edifici pubblici in posizione centrale portò di conseguenza all'installazione d'importanti uffici governativi in antichi e trasandati palazzi privati. Gran parte della classe operaia vive ancor oggi in vecchi casoni dell'epoca giorgiana, inadatti fin dall'origine e non più restaurati e rinnovati più tardi. I servizî pubblici, quali l'illuminazione e la rete tranviaria, sono insufficienti, mentre la fognatura e la distribuzione dell'acqua sono ora ottime. Gli ultimi ottant'anni sono stati difficili per Dublino; difficilissimo poi il periodo recente. I torbidi politici del 1916 e del 1922, con l'assoluta distruzione di ogni ordinata forma di vita e di proprietà e il conseguente senso di non sicurezza, sono ancora troppo vicini: la città abbisogna di un periodo di tranquillità, scevro di lotte politiche e religiose. Le numerose migliorie necessarie alla capitale vengono differite parte anche per ragioni finanziarie, poiché non è facile convincere il popolo in generale che la questione è d'interesse nazionale e non soltanto municipale. L'antico detto popolare "dear dirty Dublin" (cara e sudicia Dublino) ha certamente meno ragion d'essere di prima, perché molti si avvedono che tale espressione racchiude un rimprovero, più che un complimento. Nel 1925 il Civic Institute d'Irlanda allestì un prospetto generale, nel quale venivano esposti con tutti i particolari i varî progetti per il risanamento e l'incremento della città. Le autorità competenti si sono rese conto dello stato delle cose e hanno tentato seriamente di ricondurre Dublino alla posizione di dignità che una volta meritatamente occupava. Sin dal 1922 una commissione cittadina ha affrontato il problema delle abitazioni più modeste e centinaia di ettari di terreno alla periferia sono stati coperti di pittoresche case operaie, mentre è stato provveduto a una buona rete di strade suburbane; anche nella città stessa si sono praticate notevoli migliorie.
La superficie totale di Dublino è approssimativamente di 32 1/2 kmq., con una popolazione di 316.500 ab. nel 1926, dei quali l'83% di religione cattolica. (Gli abitanti erano 8.000 nel 1644; 152.000 nel 1804; 249.000 nel 1881). L'industria principale è la fabbricazione della birra: durante i secoli XIX e XX l'esportazione è andata sempre aumentando, e oggi raggiunge quasi 1.250.000 hl. all'anno. In quanto alle altre industrie, la distilleria vi è probabilmente più antica che in Inghilterra, perché esisteva già quando Enrico II invase l'Irlanda ed è ancora assai prospera. La manifattura della lana è una delle attività storiche del paese, e, dopo molte peripezie, va ora riprendendo sviluppo. Dublino è il centro della fabbricazione di popelines irlandesi, tessuti composti di lana e seta: il 60% della produzione di popelines viene da Dublino esportato in tutto il mondo. La lavorazione del pellame e delle calzature, che un tempo era notevole, è andata decadendo per la concorrenza degli articoli fatti a macchina; invece la produzione dei saponi e delle candele si è andata in questi ultimi tempi accrescendo. Altre industrie più recenti, ma tuttavia importanti, sono: la fabbricazione di biscotti, di sigarette e di vetri dipinti.
Il porto di Dublino è tra i migliori di tutte le Isole Britanniche ed è composto di cinque bacini a chiuse (ha. 14,5) e di banchine lungo il Liffey. La barra è stata dragata in modo che il canale navigahile dal mare alla città ha fondali di 10-11 m. ad alta marea e 6-7 a bassa marea, è collegato col retroterra non soltanto mediante varie linee ferroviarie (4 principali), ma anche mediante il Grand Canal e il Royal Canal che si staccano rispettivamente dallo Shannon e dal suo affluente Inny e sono navigabili per natanti di m. 1,20-1,50 d'immersione. I Custom House Doks costituiscono la zona più attiva del porto, che è amministrato in regime di autonomia dal Dublin Port and Doks Board, costituito con leggi del 1898 e del 1902.
Monumenti. - La scarsezza di edifici medievali è dovuta principalmente alle continue lotte tra gl'invasori e la popolazione indigena e alle guerre intestine dei partiti politici. La chiesa di S. Audoeno (1171), in parte rovinata o alterata da rimaneggiamenti e restauri, ha un magnifico portale normanno. La cattedrale (Christ Church), che conserva ancora nella cripta alcuni avanzi dei fondamenti originali (1038), fu ricostruita dopo il disastroso incendio del 1238 e subì in seguito molti danni, sì che non restava più nulla della navata maggiore. Fu restaurata (1870-77) da Henry Roe. La seconda cattedrale di Dublino, quella di S. Patrizio, fondata verso il 1190 e costruita in massima parte nel sec. XIII, fu restaurata dall'arcivescovo Minot, il quale nel 1370 eresse il campanile; ma dal sec. XVI andò continuamente deteriorandosi. Il suo restauro a fondo fu intrapreso dalla famiglia Guinness (1864-1900). Nell'interno, numerosi monumenti sepolcrali, tra cui notevoli soprattutto quelli del decano Swift, di Esther Johnson, la "Stella" di Swift, e dell'arcivescovo Marsh. Ambedue le cattedrali conservano i recinti merlati, caratteristici nell'architettura sacra irlandese di quell'epoca. Periodo aureo per l'architettura fu a Dublino l'era giorgiana, nel sec. XVIII e nella prima metà del sec. XIX. Nelle grandi piazze principali, Rutland, Mountioy, Fitzwilliam, Merrion, in St. Stephen's Green e nelle vie adiacenti s'innalzavano numerose le case tanto caratteristiche di quell'epoca, di belle proporzioni, dalla facciata di mattoni e dai muri lisci e severi, animati dai semplici portali di pietra e da cancellate, balconcini e sostegni per le lampade a olio, finemente lavorati in ferro battuto. All'interno queste case hanno un'attrattiva inattesa, ideate per quell'ospitalità che allora era giustamente vantata. Generalmente il pianterreno e il primo piano contengono un salone spazioso, un'ampia scala e imponenti sale di ricevimento, mentre le camere situate nei piani superiori, sono relativamente piccole e accessibili solo per una continuazione della scala di servizio, stretta e spesso buia. Le stanze principali erano adorne di lavori d'artisti veneziani, i camini di pietra in molte case erano stati eseguiti dall'emigrato italiano Bossi, e sulle pareti e sui soffitti erano applicate ricche decorazioni a stucco, disegnate da artisti locali e stranieri. Disgraziatamente, per cause diverse, molte delle strade più belle decaddero, e le case, una volta frequentate dal gran mondo, sono divenute ora abitazioni d'affitto occupate dalle classi più povere, mentre altre case, perché situate in aree più fortunate, hanno dovuto subire le trasformazioni richieste dall'utilità pubblica e dagli scopi commerciali; e infine alcune magnifiche costruzioni di stile giorgiano furono distrutte nel periodo turbolento dal 1916 al 1922. Le case più importanti che ancora rimangono, tutte in stile classicheggiante, sono: Powerscourt House, ora magazzino; Charlemont House, costruita (1773) sui disegni di William Chambers, autore anche del Casino a Clontarf, vero gioiello del suo genere; Aldborough House; Tyrone House (1740), ora occupata da uffici governativi; Belvedere House (1775), restaurata pochi anni fa dai gesuiti, e Leinster House (circa 1745), ora sede del parlamento dello Stato Libero d'Irlanda. Qui l'ampio salone, la scala di pietra, le due vaste sale di ricevimento coi soffitti a cassettoni riccȧmente ornati, le colonne, le porte di mogano e i camini di marmo, dànno ancora un'idea dello stile, della vita e della cultura dell'aristocrazia irlandese del sec. XVIII. Dublino è pure ricca di edifici pubblici del periodo giorgiano. Il più famoso è la Dogana (1781-91), progettata dal Gandon. La facciata sul fiume è dominata dalla cupola di rame, con la statua del Commercio. Nel 1921 tutto il fabbricato, a eccezione dei muri esterni, fu distrutto dal fuoco, ma poi ricostruito fedelmente: solo l'interno fu sistemato secondo le esigenze moderne. Le chiavi di volta degli archi, di Edward Smyth, con le rappresentazioni allegoriche dei fiumi principali dell'Irlanda, sfuggirono fortunatamente all'incendio. Le Four Courts of Justice, costruite per l'amministrazione della giustizia nel 1796, disegnate in stile classicheggiante da Thomas Cooley e completate da James Gandon, compongono un bell'insieme di edifici sulla riva nord del fiume Liffey. Il fabbricato centrale, a cui si accede per un maestoso porticato corinzio esastilo, è occupato da una sala rotonda con cupola donde s'irradiano i quattro tribunali principali. Altri edifici con cortili a destra e a sinistra erano occupati dai varî uffici legali, mentre nella parte posteriore erano ambienti per gli avvocati, i procuratori e i tribunali minori; ma tutta questa parte fu demolita quasi completamente dal bombardamento, dall'incendio e dall'esplosione di mine durante i conflitti interni del 1922. In seguito è stata ricostruita con alcune modificazioni. L'edificio della Posta Generale, disegnata da Francis Johnston e inaugurata nel 1818, è notevole per il suo loggiato a colonne ioniche, che con la facciata prospiciente la via Sackville sono state incorporate nel nuovo edificio eretto dopo l'incendio del 1916; i suoi uffici, aperti nel 1929, sono tra i più belli delle Isole Britanniche. La Banca d'Irlanda nel College Green, fino al 1800 palazzo del Parlamento, viene attribuita all'architetto Cassels e incominciata nel 1729, si compone d'un loggiato ionico con due bracci sporgenti, d'un altro corinzio, d'un'ala orientale, aggiunta nel 1785 da James Gandon, e finalmente d'un porticato occidentale con un altro braccio, costruiti nel 1794 da Robert Parke. Ha dinnanzi un gran complesso di giardini, piazze e fabbricati, tra i quali il Trinity College. La parte più antica del collegio attuale è di mattoni e data dal tempo della regina Anna. L'influsso del classicismo è palese nella Biblioteca (1709-24), nella Stamperia disegnata dal Cassels (1726-34) e nella gran Sala eretta nel 1758; quindi seguì la costruzione della fronte occidentale prospiciente il College Green, in forme palladiane, e della Casa del Rettore, mentre la Sala degli esami e la Cappella furono edificate dal Chambers tra il 1777 e il 1789. Durante il sec. XIX si ultimarono la Scuola d'ingegneria (1854), il Museo anatomico (1875-76) e la Scuola di medicina (1886); da ultimo fu aggiunto il monumento commemorativo degli ex-allievi caduti nella grande guerra, di sir Thomas Deane, per servire da ingresso alla futura Sala di lettura. Tra gli altri numerosi edifici del periodo giorgiano sono ancora da ricordare: l'ospedale Stevens (1720), la Rotonda di Francis Johnston (1758), il Royal Exchange, ora Palazzo municipale, del Cooley (1769-79), il Blue Coat Hospital (1773) e l'antica Infermeria militare (1786). L'architettura moderna di Dublino non è in tutto degna delle tradizioni. Tra gli edifici eretti dopo il 1850 citiamo: il Museo scientifico e artistico, la Biblioteca nazionale, presso la Leinster House, la Galleria nazionale e il Museo di storia naturale, che formano un insieme architettonico importante, benché un po' troppo freddo. Più recenti il Collegio delle scienze e gli uffici governativi costruiti dal Webb e dal Deane. Merita di essere ricordata l'Università nazionale, di struttura austera e ben equilibrata, del prof. R.M. Butler. Tra i numerosi monumenti, generalmente di scarso valore artistico, ricordiamo: la colonna di Nelson (iniziata nel 1808); le statue di Burke, di Grattan e di Goldsmith, del Foley; il monumento a O'Connell, pure del Foley; il monumento a Parnell e la statua della regina Vittoria, del Hugues.
Istituti di cultura. - Il Trinity College (università) fu fondato nel 1592 dalla regina Elisabetta, con Charter reale, allo scopo di creare in Irlanda un centro di cultura protestante. Attualmente ha perso il suo carattere confessionale, e buona parte degli studenti sono cattolici. Il governo dell'università è affidato a un board composto del provost e di un certo numero di fellows e professori, e a un consiglio, composto dei rappresentanti delle varie facoltà, per la nomina dei professori. Trinity College comprende tutte le facoltà e conta più di mille studenti, di cui una parte risiede nel collegio stesso. Associati a Trinity College sono il Magee College a Londonderry, dove si possono compiere i primi 3 anni della facoltà di lettere, e il Church of Ireland Training College (seminario protestante episcopale).
La biblioteca, che fu pure fondata nel 1592, è importantissima, e già dal 1801 è compresa fra quelle biblioteche che hanno diritto a ricevere una copia di ogni opera pubblicata nel Regno Unito. Contiene circa 400.000 volumi e più di 2000 manoscritti antichi, egizî, greci, italiani e gaelici. Tra i manoscritti più pregevoli sono il Libro di Kells, copia miniata dei quattro vangeli del sec. VII, il più bel saggio di miniatura irlandese; il Libro di Armagh (807) e il Liber hymnorum (fine del sec. XI). Annessi al Trinity sono i musei di zoologia, di anatomia comparata, geologia, ecc., varî laboratorî e un osservatorio.
Nel 1850 fu fondato a Dublino il Queen's College, sostituito nel 1880 dalla Royal University, e nel 1909 ambedue furono disciolti, insieme col Queen's College in Belfast e fu istituita l'attuale National University of Ireland come istituto prettamente cattolico, con i tre University Colleges a Dublino, Cork e Galway, la Queen's University in Belfast e il collegio riconosciuto di St. Patrick a Maynooth (seminario cattolico). L'University College di Dublino comprende tutte le facoltà e ha oltre mille studenti, senza obbligo di residenza nel College. La biblioteca contiene 85.000 volumi. Il College of Science, dotato di ottimi laboratorî, fondato nel 1865, sotto gli auspici dell'University College.
La Royal Irish Academy fu costituita nel 1785 mediante la fusione delle due piccole società scientifiche dei Palaeosophers e dei Neosophers, emanazioni di Trinity College; la nuova accademia, con lord Charlemont come primo presidente, si propone lo scopo di promuovere gli studî letterarî, storici, archeologici e scientifici. Possiede una vasta raccolta di manoscritti gaelici, tra i quali quello celebre detto Leabhar na h'Uidhre (Libro della vacca bruna) composto di 138 pagine scritte su pergamena da Maelmuire figlio di Ceilechar. La sua preziosa collezione di antichità irlandesi fu trasferita al Museo nazionale nel 1890.
La Royal Hibernian Academy fu fondata nel 1823 per promuovere le belle arti; comprende una galleria di scultura e una scuola d'arte, e promuove ogni anno una esposizione artistica. La sua sede fu distrutta nei moti del 1916; ha ora sede in locali provvisorî.
La Royal Dublin Society fu fondata nel 1731 per incoraggiare l'agricoltura e l'industria in Irlanda. Essa promuove ogni anno due grandi fiere di bestiame e macchine agricole, e in agosto il Dublin Horse Show, che è una delle più celebri mostre equine del mondo. La società promuove conferenze e manifestazioni artistiche e scientifiche varie. La sua attività si estende a tutta l'isola, compreso l'Ulster. Attorno al nucleo costituito dai libri di questa società fu fondata nel 1877 la Biblioteca nazionale che contiene 300.000 volumi, tra i quali la raccolta di libri su Napoleone, aggiunta nel 1860, ch'è forse la più bella che esista fuori di Francia, e la collezione dei giornali irlandesi dal sec. XVIII al presente.
Altre biblioteche, notevoli per i tesori letterarî che racchiudono, sono quella del convento dei francescani, quella dell'University College, interessante soprattutto per gli studiosi delle lingue celtiche, e quella di Kings Inns, fondata nel 1787 e affidata al Collegio degli avvocati, che contiene due secondi in-folio di Shakespeare e un volume del More in caratteri gotici. La Galleria nazionale, aperta nel 1864, ha pitture importantissime, di scuola italiana (Mantegna, Beato Angelico, Tiziano, Tintoretto), olandese e fiamminga (Rembrandt, Rubens, Hals, Jan Steen), inglese (Turner, Reynolds, Romney, Hogarth, Gainsborough, Hoppner), una bella Visione di S. Francesco, del Greco, ecc. La Galleria d'arte moderna, fondata nel 1907, è collocata provvisoriamente nel palazzo di lord Clonmell (sec. XVIII) in Harcourt street ma sarà presto trasferita a Charlemont House, e contiene, oltre a opere di celebri artisti irlandesi viventi, un interessante gruppo di dipinti del Corot, parecchi Constable, tra i quali il noto Elder Tree, due Monticelli, alcune opere del Mancini, Monet e Harpignies, e sculture del Rodin, Naoum, Aronson ed Epstein. Il Museo nazionale possiede molti oggetti unici dei primi tempi cristiani e dell'era precristiana, e una preziosa collezione d'armi, utensili, strumenti e oggetti d'ornamenti e d'oreficeria. Notevoli soprattutto la campana di S. Patrizio, il calice di Ardagh (seconda metà del sec. IX) e la croce processionale di Cong, fatta per il re d'Irlanda nel 1123.
Vita teatrale. - Sin dal sec. XVIII Dublino è dopo Londra il maggior centro di vita teatrale delle Isole Britanniche; e a Dublino passavano i virtuosi dell'opera italiana, dopo la stagione della metropoli. Si può dire che questa tradizione sia sempre rimasta viva. Dai tempi di Sheridan fino a Wilde e a Shaw, molti dei principali drammaturghi inglesi provengono da Dublino.
II pubblico dei teatri di Dublino può paragonarsi, per il suo entusiasmo, molto più ai varî pubblici del continente, che non a un freddo pubblico anglosassone. Parecchi teatri vi agiscono oggi in permanenza. Ma il Theatre Royal, già teatro d'opera, e l'Olympia Theatre sono ora music-halls; il Gaiety Theatre rappresenta unicamente lavori inglesi; il Queen's Theatre è riservato a drammoni popolari oppure a film cinematografici. I due teatri importanti di oggi sono l'Abbey Theatre, culla del dramma nazionale irlandese e il Gate Theatre, di recente fondazione, specializzato in spettacoli modemi d'avanguardia.
Il teatro nazionale irlandese va strettamente congiunto al grande movimento pro letteratura celtica, e al movimento politico che da esso si sprigionò. Nell'anno 1898, alcuni scrittori - W.B. Yeats Lady Gregory, assistiti dal mecenate Eduard Martin - fecero il primo tentativo di fondare a Dublino un teatro letterario, portando sulle scene irlandesi le opere di Ibsen e di Maeterlinck. E fin dal principio fu loro preoccupazione di distruggere l'idea convenzionale dell'irlandese, che, incarnata in un bizzarro tipo, detto appunto "The Stage Irishman", da lungo tempo dominava le scene, e che ancora oggi accade, di tratto in tratto, d'incontrare in certe commedie popolaresche. Questo irlandese è sempre floridissimo d'aspetto, e di modi gioviali: trasandato, sempre pronto a tracannare, sempre pronto ad aprire il rubinetto delle lagrime, dopo avervi fatto ridere alle sue buffonate, egli sperpera il denaro a destra e a sinistra. Il contadino irlandese non ha in realtà nulla a che vedere con questo fantoccio: è una creatura tenace e amara; è magro, silenzioso; realista cupo e perspicace, e non si lascia illudere dalle apparenze. Era riservato a Bernard Shaw di rivelare per la prima volta al mondo il vero irlandese, con John Bull's other Island, dove il contrasto fra il carattere inglese e quello irlandese è nettamente segnato, nei suoi tratti decisivi.
Il tentativo teatrale del 1898 non poté tuttavia essere efficace. L'idealismo dei promotori poneva troppo elevate esigenze. I drammi in versi di Yeats, come la Countess Cathleen, potevano essere gustati da pochi appassionati di poesia, ma non attirare le masse. Finché, nel 1903, la donazione di Miss Horniman rese possibile la fondazione di un teatro nuovo, destinato alla rappresentazione di drammi irlandesi: l'Abbey Theatre, che si aprì l'anno seguente.
Due eccellenti attori, W.C. Fay e Frank Fay, offrirono al teatro la propria arte, secondando le direttive di Yeats, il quale sulla naturalezza della recitazione, da una parte, e dall'altra sullo stile nella dizione dei versi, ha sempre insistito in modo particolare: così come sempre ha insistito perché si osservasse la regola della quarta parete e perché gli attori non si avanzassero alla ribalta a declamare verso la platea secondo l'uso antico. Il governo riconobbe ufficialmente il teatro, assegnandogli un tetro locale, la ex-Morgue della città; dove esso ancora oggi ha sede. Il primo periodo, dal 1904 al 1910, fu di lotta intensa; e ci volle tutto l'entusiasmo di W.B. Yeats e di Lady Gregory perché il giovane teatro ne uscisse vivo e vitale. A questo primo periodo andrà sempre congiunto il nome di J.M. Synge. Yeats lo scoprì languente a Parigi, e lo mandò nell'Irlanda occidentale a studiare gli abitanti delle isole Aran. Alla prima rappresentazione del Playboy of the Western World scoppiò in teatro il primo serio incidente, e parte del pubblico cercò d'intimidire gli attori. Ma per la fermezza dei direttori gli attori poterono continuare a recitare.
Seguirono, nel 1911 e nel 1912, le tournées in Inghilterra e negli Stati Uniti d'America. Il teatro si era ormai fatto un nome nel mondo; e in varî paesi ebbero origine movimenti diretti a fondare piccoli teatri sul modello dell'Abbey Theatre. Ormai però Synge era morto, mentre urgente era la necessità di opere nuove. Da molte parti dell'Irlanda rurale si fecero avanti fecondi autori di drammi paesani. Nel primo periodo si erano avuti drammi di poesia, ispirati dall'esempio di Yeats; poi erano seguiti quelli di Synge, poeta e contadino: ora si giunse al vero e proprio dramma dell'Irlanda rurale. Gli scrittori si fecero portavoci di un popolo, i cui problemi fan tutti capo alla terra e all'emigrazione. In quegli anni si ebbe anche un forte movimento nazionalista, capitanato dagli uomini di lettere.
Venne la guerra del 1914, e l'Irlanda si trovò al bivio. Alcuni Irlandesi optarono per combattere a fianco degli alleati; altri approfittarono del momento per organizzare un corpo di volontarî e impadronirsi del paese nel nome dell'Irlanda libera. E sopraggiunsero i moti del lunedì santo 1916, nei quali la lotta per l'indipendenza raggiunse il suo momento culminante. Quella sera all'Abbey Theatre si doveva rappresentare per la prima volta un dramma intitolato Spancel of Death. L'Abbey Theatre si venne a trovare nel centro della zona del combattimento. In quella terribile settimana perdettero la vita molti dei più entusiasti campioni del teatro nazionale irlandese: fra gli altri i poeti Padraic Pearse e Thomas Mac Donagh, che avevano patrocinato il teatro fin dai giorni tempestosi di Synge, e che furono giustiziati per la parte che avevano avuto nella sommossa. Dal 1916 al 1921 Dublino fu la scena delle ostilità incessanti fra l'Inghilterra e l'Irlanda. E per evocare quegli anni tremendi, basta leggere i drammi di Sean O'Casey, l'operaio drammaturgo, che s'ispirò a quelle giornate sanguinose, quando anche egli si trovava fra le file dei ribelli: i suoi drammi poterono essere rappresentati soltanto dopo la firma, avvenuta nel 1921, del trattato fra l'Inghilterra e l'Irlanda.
Sorto il libero stato d'Irlanda, Yeats vide la possibilità di trasformare l'Abbey Theatre in un National Theatre; e, con l'appoggio del ministro delle Finanze, nel 1924 riuscì a far votare dal parlamento, o Dail Eireann, un sussidio in suo favore. Molte nuove iniziative poterono così essere prese: la scuola di recitazione fu migliorata, e si cercò di formare compagnie più piccole: fu fabbricato un piccolo teatro sperimentale che si è dimostrato di grandissima utilità nella formazione degli attori e dei direttori. Un'altra novità introdotta fu la scuola di ballo. I quattro direttori cui sono ora affidate le sorti del teatro sono: W.B. Yeats, Lady Gregory, Lennox Robinson e Walter Starkie.
Un particolare ricordo merita pure, in relazione all'Abbey Theatre, la Drama League (Società del dramma), sorta dopo la guerra, per promuovere a Dublino la rappresentazione dei più importanti lavori stranieri. È dovuto all'opera sua se possiamo trovare oggi tracce delle teorie di modernisti quali Kaiser ed Evreinoff negli autori irlandesi; e se fin dal 1923 i Sei personaggi di Pirandello sono diventati familiari al pubblico di Dublino.
Nel 1928 la Drama League morì, ma cedendo il posto a un teatro nuovo: il Gate Theatre, diretto da Hilton Edwards, e specializzato sia nella rappresentazione di lavori di avanguardia, come quelli di O'Neill, di Elmer Rice, sia in quella dei capolavori riconosciuti, come Peer Gynt, Faust, Back to Methuselah, ecc. Vi vengono inoltre rappresentate "riviste" moderne, composte da autori locali, e parodie dei drammoni all'antica, nello stile degli esperimenti tentati da Christopher Morley a New York. Ci sono poi, a Dublino, molte società filodrammatiche di studenti, collegiali, impiegati, ecc., che dànno rappresentazioni nei teatri pubblici. Ogni anno il patrimonio drammatico irlandese si accresce di molti nuovi drammi, e in poche città potrebbe riscontrarsi maggior emulazione fra gli autori e gli attori.
Storia. - La località di Dublino fu probabilmente abitata già nell'età neolitica, da genti che dovettero sin d'allora valutare l'importanza della regione accidentata dell'Howth come posto di osservazione e di difesa. Il Liffey formava una facile linea di penetrazione verso la regione interna, che le primitive popolazioni diboscarono e coltivarono, erigendovi i loro grandi monumenti di pietra. Più tardi, le genti dell'età del bronzo furono attratte senza dubbio dall'oro alluvionale del Leinster; in seguito subentrarono le popolazioni più progredite dell'età del ferro. In età protostorica l'oro del Wicklow attrasse mercanti gallici e iberici verso i porti irlandesi, ma il braccio di mare interposto fra l'Irlanda e il continente arrestò la conquista romana. L'influenza di Roma sull'Irlanda si rivelò in modo indiretto nella prima età cristiana, ma l'opera missionaria cui è legato il nome di S. Patrizio, tanto importante per il paese in genere, non è in stretto rapporto con Dublino. Le prime notizie storicamente accertate sulla città risalgono alle incursioni dei Danesi del sec. IX, allorché un misero gruppo di capanne di paglia sul primo guado del Liffey (Baile atha Cliath "la città del guado della siepe") fu trasformato in una fortezza e i guerrieri stranieri edificarono il loro castello sul terreno attiguo al luogo di sbarco. L'attuale nome di Dublino (Dubhlinn "stagno nero") si fa risalire generalmente a questa prima colonia. La città situata alla foce del fiume rimase in possesso degli stranieri per ben tre secoli, nonostante i reiterati sforzi degl'indigeni per cacciarli, sforzi culminanti nella battaglia di Clontarf (1014). Solo nel 1170, gli AngloNormanni s'impadronirono di Dublino. Nel 1172 Enrico II fece di Dublino la sede del governo irlandese e il centro del Pale inglese, ma con un atto pubblico la pose sotto la protezione di Bristol. Questa città, nota per i suoi mercanti avventurieri, vi inviò altri coloni, per affermare e mantenere la supremazia inglese. Ma gli indigeni, ancora numerosi nelle montagne di Wicklow, considerando come intrusi tanto questi, quanto altri allogeni anteriormente immigrati, il lunedì di Pasqua del 1209 massacrarono tutti i cittadini più eminenti durante una festa a Cullenswood, presso la città. Ancora in seguito Dublino dovette sostenere gli attacchi delle tribù irlandesi e fu centro di lotte intestine. L'impostore Lambert Simnel vi si fece incoronare nel 1486, ma poco dopo la città si sottomise a Enrico VII. Nel 1534 Dublino resistette con successo all'attacco di rivoltosi contro l'Inghilterra, capeggiati dal lord Thomas Fitzgerald. Nel 1646 fu assediata da un esercito di Irlandesi, accompagnati dal nunzio pontificio Rinuccini, che volevano ristabilirvi la religione cattolica; la guarnigione regia sotto il marchese di Ormonde respinse gli assedianti, ma l'anno successivo, per impedire che la città cadesse nelle mani dei ribelli, la cedette alle truppe parlamentari.
Dopo la rivoluzione inglese del 1688 contro Giacomo II, questi si rifugiò a Dublino e vi convocò il parlamento nel 1689. Ma in seguito alla battaglia del Boyne, Guglielmo III occupò la città.
Nel 1867-68 la città fu centro della congiura dei Feniani contro il regime britannico, finanziata e in parte diretta da Irlandesi d'America, e in seguito ebbe parte importante nella lunga agitazione per il Home Rule. La città ebbe a soffrire gravi danni durante la rivoluzione del 1916.
Il 6 dicembre 1921, concluso il trattato anglo-irlandese (v. irlanda), Dublino divenne sede del governo e del parlamento dell'Irlanda. S'iniziò la ricostruzione della città, quando nel giugno 1922 scoppiò una nuova rivolta promossa dai repubblicani intransigenti capeggiata dal De Valera. Sconfitti i repubblicani, la città ha potuto in seguito godere di un periodo di pace e ne fu ripresa la ricostruzione.
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