DUCATO
. Moneta emessa da un'autorità ducale. Vennero dette ducati due monete d'argento, una di Ruggero II col figlio duca di Puglia (1140-1148) e l'altra di Guglielmo I del pari col figlio (1156-1160); e ducato venne da principio chiamato il grosso d'argento, emesso dal doge di Venezia Enrico Dandolo verso il 1202, che poi fu detto grosso (v.) semplicemente e anche matapane, e la voce ducato rimase a indicare la moneta d'oro purissimo coniata da Giovanni Dandolo nel 1284, più tardi detta zecchino (v.).
Da questa il nome passò alle monete d'oro, che si vennero coniando in quasi tutti i paesi col peso e bontà approssimativa di essa. Quindi i ducati papali, dell'Impero, del Regno, di Rodi, di Savoia e delle minori zecche italiane e straniere e anche il fiorino e il genovino presero indistintamente il nome di ducato. Una moneta di tanta bontà fece subito aggio e mentre era stata emessa alla parità di lire 2 e soldi 8 della moneta d'argento, salì subito sul mercato a prezzi più alti, che lo stato fu costretto a sanzionare di volta in volta, e così nel 1472 valeva lire 6 e soldi 4 e nel secolo XVIII lire zz. Amenniamo a questa intermedia valutazione di soldi 124, perché il ducato divenne moneta di conto col nome di ducato corrente e quante volte si ragiona di ducati s'intende di questo corrente, se non vi sono espresse le altre qualifiche di ducati d'oro in oro, ducato mozzo o a moneta di 120 soldi (valutazione anteriore a quella del 1472 che rimase moneta di conto per alcuni speciali contratti e divenne effettiva per poco tempo sotto Marino Grimani nel 1601-1602), ducato di banco con aumento del 20% sul corrente. A questa valutazione si riferiscono tutte le monete, con le quali si volle di volta in volta rendere effettivo il ducato di conto: il ducato d'oro (gr. 1, 166), creato sotto Leonardo Donà nel 1608, che ebbe brevissima durata; il ducato d'argento (gr. 32,896, titolo 948) battuto per la prima volta nel 1563 insieme con il mezzo e il quarto portanti l'indicazione del valore in soldi: 124, 62, 31 e quello pure d'argento detto delle galere, emesso nel 1572 (gr. 28, 10), che poi prese il nome di giustina minore. Anche questi ducati ebbero presto un aumento di valore nel corso su quello nominale e vennero allora detti ducatoni, finché nel 1665, sotto Domenico Contarini, per rendere nuovamente effettivo il ducato di conto, se ne fece uno nuovo diminuito di peso e d'intrinseco (gr. 23,40, titolo 826), che prese il nome di ducatello. Anche il ducato d'argento venne coniato in quasi tutte le zecche d'Italia e si conoscono quelli ossidionali di Roma ai tempi di Clemente VII, di Mantova, di Modena, di Napoli, di Parma, di Ragusa e di altri luoghi, dei quali sarebbe troppo lungo riferire pesi e leghe diverse.
Bibl.: Corpus Nummorum Italicorum, I a XI, Roma 1910-1929; E. Martinori, La moneta ecc., Roma 1915, pp. 123-131, 134-137; N. Papadopoli Aldobrandini, Le monete di Venezia, I-III, Venezia 1893-1919, passim; G. Sambon, Repertorio generale, Parigi 1912, nn. 896, 991.