duce
. Il termine, dal latino dux, propriamente " capitano di eserciti ", " generale ", compare con buona frequenza nella Commedia, e mai nelle opere minori, se si eccettua una presenza nelle Rime dubbie.
Nel significato più vicino all'etimo, per indicare " chi ha potere e signoria ", la voce appare in Pd XX 8, ove l'aquila del cielo di Giove è definita 'l segno del mondo e de' suoi duci, e in XXI 26, ove il caro duce / sotto cui giacque ogne malizia morta è, secondo Ovidio (Met. I 89-112), Saturno, mitico dio e " signore " dell'età dell'oro.
Nel senso di " guida ", con estensione tutta dantesca, il termine occorre in Pg XVIII 18 l'error de' ciechi che si fanno duci (ove nondimeno il termine può anche significare " maestri ", come annotava il Tommaseo); XXIX 64 Genti vid'io allor, come a lor duci, / venire appresso; Pd XXX 37 con atto e voce di spedito duce / [Beatrice] ricominciò..., in senso proprio, e in Pg XIII 21 esser dien sempre li tuoi raggi duci, e XXVII 131 lo tuo piacere omai prendi per duce, in senso figurato. Nella stessa area semantica si colloca la Fortuna di If VII 78, deputata da Dio a essere a li splendor mondani / ... ministra e duce, e l'attestazione di Rime dubbie XXVIII 13 Sempre duce / fia del tu' amor quella che 'l tu' cor brama. Per questo uso particolare del termine sono da tener presenti i testi sacri (ad es. Ex. 32, 12; Ps. 54, 14; 79, 10; Ierem. Proph. 3, 4; Is. 55, 4; Matt. 15, 14; 23 16, ecc.).
Infine, sommo duce è definito Dio, in If X 102 e Pd XXV 72.