DUCE (lat. dux genericamente "condottiero"; nel Medioevo accanto alla forma latina è frequente in Italia la forma bizantina duca)
Antichità classica. - Nella prima età imperiale il titolo è dato, senza preciso valore ufficiale, a governatori e a generali, pare però di solito quando essi abbiano compiuto gesta militari gloriose. Nel sec. III d. C. si designa come dux l'ufficiale che tiene un comando superiore al suo grado: per es., dux legionis è il subalterno che comanda una legione, dux è detto il legatus legionis che comanda un esercito o un grosso distaccamento (vexillatio). Dux diviene titolo ufficiale con Diocleziano (greco di solito δούξ), sotto il quale il potere civile, che rimase ai governatori, fu definitivamente separato in quasi tutte le provincie dal potere militare, che venne affidato a un dux, il quale comandava le truppe di una o due provincie: dux limitis provinciae nelle provincie di confine, dux provinciae in quelle dell'interno. Governatori civili e duces dovevano sorvegliarsi a vicenda ed erano spesso in lotta fra loro.
I duces venivano in genere dal tribunato militare e dall'ordine equestre e spettava loro il titolo di vir perfectissimus; ma verso la fine del sec. IV essi ricevono il titolo senatoriale di vir clarissimus, e nel sec. V divengono spectabiles e, per speciale concessione imperiale, anche illustres. Ricevevano anche il titolo onorifico di comes (inferior) e alle volte anche la comitiva primi ordinis, ed erano chiamati allora comes et dux o solo comes. Nell'ordinamento gerarchico stanno fra il console e il proconsole. In molti casi i duces si rivelano dai nomi come saliti per il loro valore da soldati a generali, mentre i governatori civili sono in genere romani. Stanno agli ordini dei duces le truppe di guarnigione nelle provincie (riparienses, limitanei, duciani), mentre i palatim e comitatenses dell'esercito di campagna dipendevano dai magistri militum, che potevano però metterli in caso di bisogno a disposizione dei duces: poi una legge dell'imperatore d'Oriente Anastasio stabilì nel 492 che le truppe mobili fossero agli ordini del dux della provincia nella quale si trovavano. Il dux è sottoposto al magister militum, ma per l'arruolamento e il mantenimento delle truppe dipende anche dal governatore civile; gli spettava la giurisdizione penale, più tardi anche la civile, solo sui militari. Doveva erigere le fortificazioni, costruire le flottiglie sui fiumi di confine, prestare man forte per la repressione delle rivolte e la persecuzione degli eretici e pagani, far cacciare le fiere per gli spettacoli. Aveva un ufficio con impiegati non scelti da lui e con lui responsabili e quindi interessati a sorvegliarlo.
Bibl.: Th. Mommsen, in Gesammelte Schriften, VI, Berlino 1910, pp. 204 e 272 seg.; O. Seeck, Geschicte des Untergangs der antiken Welt, 2ª ed., II, Stocarda 1921, pp. 85 e 513 e in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., V, col. 1869 e VI, col. 622; R. Grosse, Röm. Militärgesch., Berlino 1920, p. 152.
Medioevo. - Il principio della distinzione netta fra la gerarchia militare (rappresentata dai duces) e la gerarchia civile (rappresentata dai govermatori della provincia) introdotto da Diocleziano, non riuscì a persistere a lungo nella sua integrità: le condizioni malsicure dei confini dell'Impero fecero sì che in alcune regioni si palesasse impossibile il mantenimento della distinzione fra le due gerarchie e necessario accentrare anche i poteri civili sopra certe provincie nelle mani dei comandanti militari. Così accadde anche in Italia, dopo l'invasione longobarda, ché i territorî rimasti ancora soggetti all'Impero bizantino si andarono riordinando in circoscrizioni nuove aventi a capo un dux, il quale accentrava in sé ed esercitava nei limiti del proprio ducatus oltre i poteri militari anche quelli civili, amministrativi, giudiziarî, finanziarî. Al disopra dei varî duces stava l'esarca di Ravenna fornito anch'esso di poteri militari e civili. Più tardi, quando la pressione longobarda e franca si fece più forte e il potere centrale di Costantinopoli s'indebolì, alcuni di questi ducati si andarono progressivamente rendendo sempre più autonomi, dimodoché il duca si trasformò in sovrano con titolo e carica ereditarî; questo fenomeno si verificò particolarmente a Napoli. I territorî rimasti soggetti ancora alla diretta sovranità bizantina (la Sicilia, la Calabria, la Puglia) vennero invece riorganizzati durante il sec. X in nuove circoscrizioni dette temi, a ciascuna delle quali era preposto uno στρατηγός, frequentemente denominato δούξ. Frattanto però anche nei territorî d'Italia conquistati dai Longobardi troviamo duces muniti di poteri militari, amministrativi, giudiziarî, fiscali e ducatus corrispondenti a determinate circoscrizioni territoriali, e sono anzi queste la magistratura e la circoscrizione più importante del regno dei Longobardi.
Insoluta è a questo proposito la questione se si debba riscontrare qui un'influenza romano-bizantina sopra l'istituto longobardo o se piuttosto il titolo latino dato alla magistratura longobarda non provenga da mera traduzione letteraria di termini germanici (Herzog da Heer "esercito" e ziehen "condurre"); tuttavia la preesistenza dei duchi allo stanziamento dei Longobardi in Italia e ai loro contatti con i Romani e i Bizantini, il vigore e l'autorità che essi conservarono anche dopo lo stanziamento pur nei confronti del re, il diuturno conflitto con quest'ultimo, il lungo periodo d'interregno e di piena autonomia ducale seguito alla morte del secondo re longobardo Clefi, fanno ritenere che l'istituto longobardo dei duchi non possa considerarsi nelle sue origini un istituto d'imitazione e d'importazione.
Bibl.: E. Besta, Il dir. pubbl. ital. dalla caduta dell'Imp. Rom. d'Occidente alla ricost. del S. R. Impero, Padova 1927, pp. 158 segg. e 222 segg.
Il duce del Fascismo. - Dopo la marcia su Roma (v. fascismo) il nome "duce", nel significato primo del latino dux "condottiero", fu dato a Benito Mussolini, creatote e condottiero della rivoluzione fascista. In questo senso la parola è entrata in tutte le lingue.