Ellington, Duke
A capo di una leggendaria orchestra jazz
Pianista, bandleader e compositore jazz afroamericano, Duke Ellington è uno dei più importanti musicisti statunitensi del 20° secolo. Ha innalzato la canzone popolare alla dignità di composizione colta attraverso orchestrazioni sontuose, in grado di nobilitarne le tessiture melodiche e ritmiche. A lui si devono brani jazz divenuti classici ed entrati per sempre nell'immaginario collettivo
Nato nel 1899 a Washington, la capitale statunitense, in una famiglia agiata della borghesia nera, Duke Ellington (vero nome: Edward Kennedy Ellington; il soprannome Duke "duca" gli viene dato nell'adolescenza per la nobiltà del suo portamento) inizia la sua attività di musicista professionista a New York all'inizio degli anni Venti in un gruppo di cui fanno parte il batterista Sonny Greer e il sassofonista Otto Hardwick. La sua non è una vocazione immediata: da bambino studia pianoforte senza successo e solo da ragazzo scopre il ragtime, per poi seguire le evoluzioni del jazz, che in quegli anni compie i suoi primi passi, alla guida del suo primo gruppo, i Duke's serenaders.
A capo di big bands (orchestre jazzistiche di circa diciotto elementi), Ellington con i suoi Washingtonians subisce l'influenza del jazz di New Orleans, anche grazie al sassofonista e clarinettista Sidney Bechet e al trombettista Bubber Miley, il cui fraseggio è determinante nello sviluppo del suono esotico di Ellington, come testimoniato da brani come Black and tan fantasy e Creole love call.
Gli anni del successo di Ellington sono quelli del proibizionismo, il periodo di divieto di commercio degli alcolici, durante i quali si esibisce in locali jazz come il celebre Cotton club, di cui, a cavallo tra gli anni Venti e Trenta, è l'attrazione fissa con la sua Jungle band. Gli anni tra il 1931 e il 1933 contrassegnano uno dei suoi periodi più prolifici in studio di registrazione: elabora, infatti, successi come Mood Indigo, Rockin' in rhythm, Creole rhapsody, It don't mean a thing (if it ain't got that swing), e soprattutto Sophisticated Lady e poi In a sentimental mood (1935).
Quando nel 1932 abbandona il Cotton club, Ellington si appresta a vivere un altro dei momenti più alti della sua esperienza musicale. Tra il 1937 e il 1938 gli Stati Uniti, nel pieno della swing era, ballano al ritmo di Diminuendo and crescendo in blue, If you were in my place (what would you do?) e Caravan. Nella sua nuova orchestra arrivano musicisti di talento come il contrabbassista Jimmie Blanton e il tenorsassofonista Ben Webster. Nel 1939 si aggiunge all'ensemble il pianista e compositore Billy Strayhorn (i due musicisti formeranno un grande sodalizio artistico), autore di alcuni dei numeri più famosi eseguiti da Ellington, tra cui Take the 'a' train (1942), la sigla che introduce i concerti dell'orchestra, e altri classici assoluti come Something to live for, Sugar hill penthouse e Satin doll.
Dopo la Seconda guerra mondiale, la fortuna delle big bands si esaurisce per lasciare il passo ad altre forme di intrattenimento musicale, che anticipano la canzone pop e il rock'n'roll. Ma la leggendaria orchestra di Ellington e Strayhorn continua a riscuotere grande successo lungo tutti gli anni Cinquanta. Nel 1956 tiene un acclamatissimo concerto al Newport jazz festival, immortalato nell'album Ellington at Newport e due anni dopo sbarca in Europa per un fortunato tour. Non nuovo a esperienze cinematografiche (nel 1934 come attore in Murder at the vanities di Mitchell Leisen e Belle of the nineties di Leo McCarey), nel 1958 cura la colonna sonora di Anatomia di un omicidio di Otto Preminger e nel 1961 di Paris blues di Martin Ritt.
Totalmente assorbito da un'intensa attività dal vivo, Ellington nel 1965 presenta alla Grace cathedral di San Francisco la prima parte dei suoi Concerti sacri. È l'ultimo grande e ambizioso progetto della sua carriera, prima della morte nel 1974 a New York.
A conferma del suo ruolo centrale nella musica statunitense, gli sono stati assegnati prestigiosi riconoscimenti. È stato, infatti, laureato ad honorem dalle università di Howard e di Yale, membro dell'American institute of arts and letters, insignito della Legione d'onore francese e della Medal of freedom statunitense. Oltre al merito di aver saputo dare al jazz statura accademica, Ellington è stato per la comunità afroamericana un esempio di emancipazione attraverso il talento musicale.