ALBERTI, Durante (detto anche Durante dal Borgo)
(detto anche Durante dal Borgo). Pittore, figlio di Romano di Giovanni. Secondo una tradizione che risale al coevo Baglione, sarebbe nato nel 1538 a Borgo Sansepolcro e morto a Roma nel 1613; secondo un documento dell'Archivio Alberti, pubblicato dal Degli Azzi, sarebbe nato a Borgo San-sepolcro verso il 1556 e morto a Roma nel 1623.
A Roma, dove si recò prima del 1572, giunse a notevole fama, rivestendo, nel 1598,la carica di principe dell'Accademia di S. Luca. Un elenco delle pitture dell'A. è desumibile, oltre che dal Baglione, anche da un suo diario in parte pubblicato dal Degli Azzi. Tra le opere romane si ricordano: gli affreschi e un quadro d'altare con Trinità e Santi, in una cappella di S. Girolamo della Carità; una Pietà, per l'altare maggiore della Pietà de' Pazzarelli; una Madonna con Bambino e Santi, per l'altare maggiore di S. Bartolomeo de' Bergamaschi; l'Eterno Padre con Crocifisso e Santi per l'altare maggiore di S. Tommaso degli Inglesi; una Trasfigurazione, in una cappella del Gesù; un'Annundata e Apostoli, in una cappella nella chiesa della Madonna dei Monti; un'Adorazione dei pastori, in S. Maria in Vallicella. Secondo il Baglione "operò diverse cose per li Padri Cappuccini, de' quali era assai devoto, e lo mostrano diverse teste di S. Francesco, e d'altri Santi, che tengono nel loro convento a fresco sopra le tegole dipinti. Et anche lavorò varie cose per difuori a diversi conventi di quei Padri".
A Sansepolcro gli è stata attribuita la tela con l'Adorazione dei pastori nella cat- tedrale e un S. Andrea condotto al martirio della collez. Lilloni-Alberti.
"Molto religioso; e della pietà Christiana, e della virtù insieme amatore" (Baglione), prendendo una precisa posizione, aveva chiamato in seno all'Accademia di S. Luca un oratore della Compagnia di Gesù che parlasse agli Accademici, poiché "alcune pitture non serbavano quell'onesto pudore, che si addice alle vergini arti" (Missirini).
L'opera dell'A., che rientra tutta nell'alveo della pittura sacra della controriforma, non si distacca da accenti ed etichette di pietà e devozionali.
Fonti e Bibl.: G. Vasari, Le Vite, a cura di Milanesi, XII, Firenze 1881, p. 91; G. Baglione, Le Vite de' pittori scultori e architetti, Roma 1642, pp. 118-119; F. liti, Descrizione delle Pitture... di Roma, Roma 1763, pp. 117, 119, 127, 175, 237, 356; L. Lanzi, Storia pittorica della Italia, I, Firenze 1822, p. 184; M. Missirini, Memorie per servire alla Storia della romana Accademia di S. Luca, Roma 1823, pp. 15, 73; M. Gualandi, Memorie originali italiane riguardanti le Belle Arti, VI, Bologna 1845, p. 73 ss.; A. Bartsch, Le peintre graveur, IX, Leipzig 1866, p. 48; A. Bertolotti, Artisti lombardi a Roma, I, Milano 1881, pp. 194, 197; G. Urbini, Le opere d'arte di Spello, in Arch. stor. dell'arte, 8. 2, III (1897), p. 32; L. Coleschi, Storia della città di Sansepolcro, Città di Castello 1886, pp. 118, 170, 254; O. H. Giglioli, Sansepolcro, Firenze 1921, p. 10; G. Degli Azzi, Inventa rio degli Archivi di Sansepolcro, Rocca S. Casciano 1914, pp.153 ss.; S. Kambo, Di un dipinto del Lanfranco e di talune opere d'arte, a tutt' inedite, esistenti nella "Raccolta Artistica" della Pontificia Accad. dei Virtuosi al Pantheon, in Roma, VIII (1930), pp. 146-147; E. Zeri, Pittura e Controriforma. L'arte senza tempo di Scipione da Gaeta, Torino 1957, pp. 59, 109; U. Thieme-F. Becker, Allgem. Lexikon der bildenden Ktinstler, I, pp. 192-193.