DURHAM
(Dunelmum nei docc. medievali)
Cittadina dell'Inghilterra nordorientale, situata su una penisola rocciosa del fiume Wear.Le origini di D. si devono alla natura del sito sul quale sorge, quando, per difendersi dalle incursioni dei Vichinghi nel 995 ca., il vescovo e il clero della regione vi si trasferirono da Chester-le-Street, portando con sé il corpo di s. Cutberto, una reliquia già da tempo famosa in tutta l'Inghilterra; in tal modo D. si caratterizzò sin dall'inizio come sede vescovile e centro di pellegrinaggio. Al tempo della fondazione la città era situata nella contea di Northumbria, l'unica parte rimasta indipendente dell'antico, omonimo, regno anglosassone, occupato dai Vichinghi a S e dagli Scoti a N. Questi ultimi anche in seguito continuarono a tratti a costituire una minaccia e per questo motivo D. conservò per tutto il Medioevo il duplice carattere di capitale ecclesiastica e di fortezza di frontiera. Oltre alla giurisdizione ecclesiastica, nel tardo sec. 12° i vescovi acquisirono anche il potere politico nell'area compresa tra il Tyne e il Tees: una regione, nota come 'palatinato di D.', che conservò uno stato di semi-indipendenza ben oltre il Medioevo.Non è stato possibile individuare l'ubicazione della cattedrale di età anglosassone, iniziata nel 995 ca. e completata tra il 1019 e il 1042; è tuttavia probabile che essa fosse leggermente spostata a S rispetto all'attuale, che si erge al centro della penisola. L'insediamento urbano si costituì in funzione della piccola, ma ricca comunità religiosa e doveva avere il suo nucleo a N della primitiva cattedrale, dove gli scavi hanno portato alla luce case in legno e botteghe della fine del 10° e dell'11° secolo. Un sistema difensivo, probabilmente in terra e con palizzata lignea, circondava la penisola, a protezione della cattedrale e dell'insediamento.Dopo la conquista normanna la città fu progressivamente ricostruita sull'area che occupa attualmente e nel 1072 ca. venne eretto, nella parte nordoccidentale della penisola, un castello come roccaforte del vescovo. All'inizio del sec. 12° l'insediamento urbano - probabilmente perché la sua posizione tra la residenza del vescovo e la cattedrale si era rivelata inadeguata - venne spostato verso N sulla parte più stretta, non difesa, della penisola (intorno all'od. Market Place), mentre la parte più antica venne trasformata in una sorta di enclave ecclesiastica, protetta da un nuovo sistema difensivo in pietra.La limitatezza dell'area a disposizione portò allo sviluppo di vari nuclei suburbani, ciascuno con una propria chiesa parrocchiale, collegati alla penisola tramite due ponti in pietra, il Framwellgate a O, ricostruito all'inizio del sec. 15°, e l'Elvet a E, che conserva ancora alcuni degli archi risalenti al 1180 circa. I sobborghi rimasero per lo più indipendenti dal punto di vista amministrativo e, anche a causa dello scarso numero di abitanti, a D. non si venne mai a creare una effettiva coscienza di identità urbana.La cattedrale romanica, analogamente a molte grandi chiese dell'Inghilterra anglonormanna, presenta impianto basilicale a tre navate, torre d'incrocio e due torri gemelle occidentali; essa aveva una lunghezza, prima dei successivi ampliamenti, di m. 122 e un'ampiezza, a livello del transetto, di m. 59. Alcune notizie contemporanee all'epoca della costruzione, relative alla durata e al procedere dei lavori, si devono alle cronache monastiche. L'abside venne iniziata nel 1093 dal primo vescovo normanno, Guglielmo di St Calais (1080-1096), e nel 1104 i lavori dovevano essere avanzati almeno tanto da permettere che vi fosse collocato il reliquiario di s. Cutberto e che si iniziassero le celebrazioni liturgiche; ultimi a essere costruiti furono i muri del corpo longitudinale (1128 ca.) con le relative volte (completate nel 1133 ca.).Nonostante l'aspetto apparentemente omogeneo della cattedrale, le indagini archeologiche hanno messo in luce importanti cambiamenti di progetto. Per es., sebbene la costruzione sia a ragione famosa come una delle prime chiese romaniche interamente coperte a volta, rimane controverso quanta parte dell'edificio si intendesse voltare in origine: il transetto meridionale, infatti, ebbe inizialmente una copertura lignea, ben presto sostituita da una volta in pietra, e un soffitto ligneo era stato progettato anche per la navata. Nonostante costituiscano uno degli esempi più precoci di uso dei costoloni, sotto l'aspetto tecnico queste volte sono ancora strettamente legate all'antica tradizione della crociera nervata; tuttavia, articolando in modo dinamico le superfici delle volte, i costoloni rappresentano uno degli elementi estetici innovativi del progetto della cattedrale di Durham. I muri perimetrali sono movimentati da arcatelle cieche intersecantisi, mentre l'alzato della navata centrale è articolato in campate doppie con l'uso di pilastri maggiori, costituiti da un folto fascio di colonnette, tre delle quali continuano per tutta l'altezza dell'edificio a sostenere gli archi trasversali, alternati a sostegni cilindrici con il fusto inciso da motivi geometrici di grande effetto. Le imponenti arcate, con gli archivolti riccamente modanati, si innalzano fino a metà dell'altezza totale dell'edificio e dominano l'insieme, trasformando così in modo radicale il tradizionale alzato a tre piani delle grandi chiese anglonormanne. Per questa estetica radicalmente nuova, consistente nel trattare l'intero edificio come un'unica, vasta scultura geometrica, il monumento si pone al vertice della concezione architettonica del Romanico maturo. A tale risultato si poté pervenire grazie a un grado di conoscenze geometriche e a una precisione nella progettazione e nel taglio della pietra inediti nell'Europa medievale. Per queste ragioni il progetto di D. si colloca all'inizio del cammino che doveva condurre alle grandi chiese della prima età gotica della Francia settentrionale.Due ampliamenti significativi interessarono la cattedrale romanica di Durham. Al primo si deve la galilea, aggiunta alla fronte ovest nel 1160-1175 ca., in stile tardoromanico, con sostegni in pietra calcarea levigata e capitelli a foglie stilizzate, che testimoniano un primo incerto uso di particolari propri del primo Gotico. L'insolita forma di questo ambiente - basso, ampio e diviso da arcate in cinque navate - fu determinata dall'intento di realizzarlo della stessa ampiezza della chiesa romanica, senza però oscurare le finestre occidentali di quest'ultima; una delle sue funzioni era probabilmente quella di ospitare le pellegrine, alle quali non era consentito l'accesso all'interno della cattedrale. La galilea conteneva alcuni altari, il più importante dei quali dedicato alla Vergine; mentre la parete conserva gran parte dei dipinti originari, del sec. 12°, di alta qualità, con figure e decorazioni fitomorfe, realizzati nello stile di inflessione bizantina proprio delle migliori opere tardoromaniche inglesi. L'aspetto originario della galilea è stato però alterato da successivi interventi gotici.Il secondo grande ampliamento della cattedrale comportò la demolizione delle absidi, la sostituzione delle volte romaniche del coro e la costruzione di un secondo transetto, eretto tra il 1242 e il 1280 ca. in stile protogotico e denominato Chapel of the Nine Altars, in quanto ospitava gli altari per le messe private, creando un percorso per le processioni dietro il reliquiario di s. Cutberto. L'insolito progetto, esemplato su un analogo intervento di ampliamento attuato nell'abbazia di Fountains, nello Yorkshire, costruita all'inizio del sec. 13°, dipende sul piano stilistico da forme locali del Gotico settentrionale, con alte e slanciate finestre ad arco acuto, ampio uso di sostegni in pietra calcarea levigata, capitelli e chiavi di volta con fogliami e bizzarre forme animali e anche sculture a carattere figurativo. L'ultima a essere costruita fu forse la finestra della facciata nord, caratterizzata da un elaborato motivo a tracery, forma del Gotico francese ampiamente diffusa in Inghilterra.Nel 1083 il vescovo Guglielmo di St Calais, espulso il clero anglosassone dalla cattedrale, vi fondò un priorato benedettino; l'associazione di cattedrale e monastero, insolita altrove, costituisce peraltro una soluzione consueta nell'Inghilterra dell'epoca. Gli edifici monastici di età medievale si conservano in buone condizioni e tre di essi si distinguono in modo particolare. La sala capitolare, eretta subito dopo il completamento della cattedrale (1133-1141 ca.) in un più elaborato stile tardoromanico, è un ambiente absidato coperto da volte a crociera costolonate, che, benché ampiamente rifatto alla fine del sec. 19°, consente grazie ai restauri di ricostruire nelle linee generali l'aspetto del fabbricato del 12° secolo. La cucina, di epoca tardogotica (1366-1374 ca.), rappresenta il maggiore esempio pervenuto del tipo a impianto poligonale proprio dell'Inghilterra: si tratta di un ottagono regolare con volte che in origine sostenevano una lanterna centrale con aperture per la ventilazione. Il dormitorio, infine, ricostruito tra il 1398 e il 1405 ca., lungo m. 59, è il più grande e il più integro dell'Inghilterra e presenta la copertura originaria dell'epoca, a un'unica falda con ridotta pendenza.Nella cattedrale si conservano importanti arredi tardogotici. Il trono vescovile, accostato in maniera incongrua alla tomba del donatore, il vescovo Hatfield (1345-1381), risale probabilmente agli anni sessanta del sec. 14° ed è legato stilisticamente a opere nella cattedrale di York. Il monumentale Neville screen (1372-1380), che chiude il retrocoro, è un'opera di altissima qualità, progettata e intagliata in una delle principali botteghe londinesi; il suo singolare effetto estetico è oggi difficile da ricostruire a causa della scomparsa sia delle statue, un tempo numerose, che lo ornavano sia dell'elaborata decorazione pittorica e della doratura; ciò nonostante, la delicatezza e la complessità della struttura architettonica e l'eccezionale qualità tecnica ne fanno una delle massime realizzazioni del Tardo Gotico inglese.Il reliquiario di s. Cutberto venne distrutto con l'avvento della Riforma del 1540, ma le reliquie del santo vennero interrate insieme ad altri oggetti, già in antico a esse associati. Questi oggetti non hanno confronti in Inghilterra e con difficoltà trovano paralleli in Europa. Tra i più antichi di questo gruppo si annoverano una croce pettorale in oro con granati cloisonnés, erede di una lunga tradizione dell'oreficeria anglosassone, e un altare portatile in legno (considerato esso stesso una reliquia e ricoperto d'argento nei secc. 8° e 9°), entrambi probabilmente anteriori alla morte di Cutberto (687) e conservati nel Cathedral Treasury. Nel 698 il corpo del santo fu riesumato e trovato intatto. Nel Cathedral Treasury si conservano numerosi frammenti della cassa-reliquiario, in legno di quercia, realizzata all'epoca per custodire le spoglie del santo e costituita da un elaborato schema iconografico con figure identificate da iscrizioni in lettere latine o runiche: Cristo e gli evangelisti sul coperchio, apostoli e arcangeli sui lati lunghi e sul lato breve all'estremità in corrispondenza del capo e, infine, su quello opposto, la Vergine e il Bambino, in uno stile probabilmente di ispirazione merovingia. Nel Cathedral Treasury si conservano anche numerosi frammenti di tessuto di varie epoche, dal tardo sec. 7° all'11°, comprendenti anche sete imperiali bizantine degli inizi del sec. 9°; gli esempi più splendidi sono le vesti episcopali donate nel 934 da un re anglosassone, ricamate in seta e oro con motivi fitomorfi e immagini dal carattere specificamente anglosassone in confronto allo stile carolingio del 9° secolo. Il Cathedral Treasury conserva inoltre altre importanti opere di epoca romanica, un battente in bronzo del tardo sec. 12° e lastre in pietra con scene figurate, della metà del sec. 12°, forse provenienti dalla recinzione del coro della cattedrale.Il castello (od. palazzo vescovile) consisteva probabilmente, al tempo della fondazione nel 1072 ca., in una fortificazione in assi e terra e di edifici in legno. A questa prima fase potrebbe risalire la motta all'estremità orientale del sito, sulla cui sommità doveva ergersi una torre di rifugio. Ben presto si dovette tuttavia cominciare a costruire in pietra ed entro la fine del sec. 12° venne edificato un complesso palazzo episcopale, del quale si conservano ancora molte parti, sebbene nascoste da successive alterazioni. La più antica delle strutture pervenute risale probabilmente agli anni ottanta del sec. 11°: non ne è nota la funzione, ma probabilmente costituiva la cripta della cappella vescovile. Lo stile e le forme dei capitelli impostati sulle colonne ricordano talmente da vicino esempi della Normandia da far pensare che i loro costruttori fossero stati chiamati, presumibilmente dal vescovo Guglielmo di St Calais, direttamente da tale regione; alcuni dei capitelli sono decorati con animali e figurazioni, caratteristica insolita negli edifici romanici inglesi. La zona adiacente a O in seguito a un incendio venne riedificata negli anni cinquanta del sec. 12° in un ricco stile tardoromanico per ospitare i più importanti appartamenti privati del vescovo; se ne conserva il portale d'ingresso principale (che dava in origine verso l'esterno del palazzo), caratterizzato da un'insolita serie di motivi geometrici, tra cui uno schema a ottagoni, che potrebbe riflettere un'indiretta conoscenza dei soffitti cassettonati dell'Antichità classica. L'ambiente principale del complesso era la Great Hall, adibita alle cerimonie, della quale rimane il semplice basamento romanico, mentre la stanza venne ricostruita in seguito, ma ancora in età medievale. Nell'insieme, gli ambienti conservati costituiscono uno dei più completi esempi di architettura palaziale romanica sopravvissuti in Inghilterra.
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Il tesoro di s. Cutberto comprendeva anche un gruppo di vangeli insulari, come l'Evangeliario di Lindisfarne (Londra, BL, Cott. Nero D.IV). Una delle più importanti acquisizioni della biblioteca della cattedrale fu il codice della Vita prosaica sancti Cuthberti di Beda (Cambridge, C.C.C., 183), offerto da re Etelstano nel 934; esso conteneva una miniatura a piena pagina raffigurante il re e il santo (c. 1v). Non è attestata, però, all'epoca l'esistenza di uno scriptorium né a Chester-le-Street, dove il corpo di s. Cutberto fu custodito fino al 995, né a Durham.Dopo la conquista normanna, con l'arrivo del vescovo Guglielmo di St Calais, al seguito del quale si trovava uno scriba esperto, e prima del 1096, anno della morte del vescovo, a D. è testimoniato uno scriptorium. Si conservano di questo periodo codici di grande qualità, contenenti importanti opere patristiche, alcuni donati probabilmente dallo stesso Guglielmo; una lista dei suoi libri compare su un foglio sciolto della sua grande Bibbia conservata a D. (Dean and Chapter Lib., A.II.4) e registra quarantasei volumi, metà dei quali è stata identificata in via ipotetica. I codici in questione sono tutti caratterizzati da eleganti iniziali ornate, ma è necessaria una certa cautela nell'identificarne il luogo di produzione, poiché almeno quattro manoscritti provengono dagli scriptoria di Canterbury, mentre altri vennero prodotti in Normandia, come conferma l'elegante tecnica delle iniziali con disegno a inchiostro su fondo a colori vivaci; di particolare interesse è la miniatura che raffigura il vescovo con il suo artista-scriba Robert Benjamin (Dean and Chapter Lib., B.II.13, c. 102).Quanti fossero gli artisti e gli scribi 'normanni' e quanti gli 'inglesi' attivi nello scriptorium non è noto, ma entro il 1100 D. era in grado di produrre codici ornati da iniziali istoriate e disegni a profilo colorato, come nelle illustrazioni accuratamente eseguite per un manoscritto di soggetto medico (Dean and Chapter Lib., Hunter 100) e nelle delicate figure, di carattere più anglosassone, di una copia della Vita prosaica sancti Cuthberti (Oxford, Univ. College, 165).Nel corso del sec. 12° lo scriptorium di D. continuò a produrre copie di alta qualità dei maggiori testi di argomento teologico, decorate con iniziali miniate e con peculiari motivi fitomorfi, che esercitarono una notevole influenza su codici prodotti per altri centri monastici dell'Inghilterra settentrionale, quali le grandi abbazie cistercensi dello Yorkshire; lo scriptorium produsse del resto anche manoscritti di lusso, tra i quali va menzionato quello conservato a D. (Dean and Chapter Lib., A.I.10), che già mostra nello stile delle iniziali istoriate un'inflessione bizantina.I manoscritti miniati del tardo sec. 12° si dividono in due gruppi principali: le opere di lusso contenenti la Vita prosaica sancti Cuthberti e i libri legati alla committenza del vescovo Hugh du Puiset (1153-1195). Al primo gruppo appartiene un codice (Dean and Chapter Lib., A.IV.35) che si ritiene prodotto a D. e che presenta le figure di Cutberto, Oswald e Aidan, con tratti analoghi all'affresco raffigurante S. Cutberto nella galilea della cattedrale, dipinte in modo insolito sul taglio delle carte. Le somiglianze stilistiche tra le iniziali di questo codice e quelle di alcuni dei manoscritti commissionati dal vescovo Hugh du Puiset permettono di ipotizzare che anche questi ultimi siano stati prodotti nella stessa Durham. Elementi di carattere testuale sembrano indicare che la Bibbia del vescovo (Dean and Chapter Lib., A.II.1) non venne realizzata a D. e, inoltre, le iniziali istoriate che compaiono in altre opere legate allo stesso committente mostrano analogie stilistiche con salteri di lusso prodotti nella diocesi di York. La pertinenza allo scriptorium di D. è più sicura per un gruppo di codici, del sec. 12°, della Vita prosaica sancti Cuthberti riccamente illustrati; l'esempio più interessante (Londra, BL, Add. Ms 39943), contenente quarantasei miniature, benché ancora fortemente legato per alcuni versi al ciclo del manoscritto di Oxford, fu miniato in un aggiornato stile protogotico.Lo scriptorium di D. rimase attivo fino al sec. 13°, producendo sia libri ornati solo da iniziali decorate sia codici di lusso con straordinarie miniature e iniziali istoriate. Alla metà del Duecento, tuttavia, i codici miniati inglesi provenivano ormai in misura crescente da botteghe specializzate e il centro di produzione più importante dell'Inghilterra settentrionale sembra essere stato piuttosto York. Allo scriptorium di D. viene attribuito, pur se non con certezza assoluta, un unico manoscritto della seconda metà del Duecento, con eleganti miniature e iniziali istoriate: si tratta di un breviario realizzato per il monastero di Coldingham (Londra, BL, Harley 4664), con tratti stilistici che si ritrovano in altri manoscritti dell'Inghilterra settentrionale. Sicuramente fu presente a D. una copia delle Decretali di Graziano (Oxford, Univ. College, 86), anche se il carattere estremamente 'professionale' del suo stile rende difficile giudicarne l'origine. Si conservano inoltre a D. (Dean and Chapter Lib.) più di cento manoscritti tardomedievali decorati con iniziali a penna, a volte di grande pregio, di cui una parte fu probabilmente di produzione locale.
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