duro
Ha un numero notevole di occorrenze, prevalentemente in poesia.
Ricorre in senso proprio, riferito genericamente alle cose, in Cv I V 11 dicemo una spada virtuosa che ben taglia le dure cose, a che essa è ordinata. Più specificamente sono duri, perché di pietra (cfr. If XIV 83), i margini che fiancheggiano il Flegetonte (XV 1); dura - cioè " petrosa e ferrigna insieme " - la ripa di Malebolge (XVIII 43; la stessa espressione in XXIII 43). Così, ancora riferito alla durezza della pietra, in Pg III 70, XII 49, XIX 48, e Rime CI 5, in un contesto figurato: 'l mio disio... / sì è barbato ne la dura petra / che parla e sente come fosse donna. È anche duro lo scoglio che forma il ponte tra l'una e l'altra bolgia, in If XX 26 Certo io piangea, poggiato a un de' rocchi / del duro scoglio (dove l'aggettivo emerge per il contrasto con lo stato d'animo di D., curvo nel dolore), e XXI 43 Là giù 'l buttò, e per lo scoglio duro / si volse: in questo passo d. ha un significato più intenso, con riferimento anche alla difficoltà che la via presenta al passeggero. Del pari in d., usato anche a qualificare il dosso di Minosse (XXVII 125) potrebbe vedersi un'allusione anche all'inflessibilità del giudice infernale (" non piegandosi mai per alcuno ", Scartazzini-Vandelli). Ancora nell'Inferno (XXV 111) è detto della pelle di Buoso degli Abati, che diventa simile a quella del serpente in cui il ladro si tramuta, e del braccio - qui per " mano " o " pugno " (XXX 105) - con cui mastro Adamo percuote Sinone. I duri veli, invece (XXXIII 112), sono le lagrime ghiacciate che impediscono a frate Alberigo di sfogare in pianto il dolore. Nel passo di IV 109 la terra è dura perché " compatta ", " asciutta ", in contrapposto al fiumicello del verso precedente (cfr. Intelligenza 211 10 " Cesare... / per mar si mise... / e notò tanto che fu 'n terra dura ").
Più numerose le occorrenze in senso figurato, con notevole varietà di significati.
In parecchi casi l'aggettivo ha implicita l'idea della ‛ difficoltà ' insita nell'oggetto o nell'azione cui si riferisce: d. perché difficile ad attraversare, " impervio " anche per le capre, è detto il varco di If XIX 32; difficile ad attuarsi è l'intenzione (Pd XI 91), l' " aspra ed austera regola " (Venturi) che s. Francesco si proponeva d'imporre ai suoi seguaci (" vita vestra videtur nobis nimis dura et aspera ", in Legenda trium sociorum); " difficile " vale l'aggettivo in Cv II XII 4 avvegna che duro mi fosse... entrare ne la loro sentenza; " difficile a intendersi " fia forse in parte alcuna il contenuto del Convivio (Cv I III 2; così anche in Pg XXV 27 se pensassi come, al vostro guizzo, / guizza dentro a lo specchio vostra image, / ciò che par duro ti parrebbe vizzo, " molle et facile " [Benvenuto]). Il passo di If III 12 il senso lor [delle parole di colore oscuro] m'è duro (per cui i commentatori ricordano Iohann. 6, 61 " Durus est hic sermo ") è stato a lungo discusso, e l'interpretazione di d. oscilla fra " difficile a intendersi ", come chiosa, fra altri, il Pagliaro (Ulisse 763) e " doloroso ", " imperò che dura cosa mi pare dovere entrare in sì fatto luogo " (Buti; per tutta la questione cfr. F. Mazzoni, Saggio di un nuovo commento alla " D.C. ", Firenze 1967, 337 ss.). " Difficile ad accettarsi, a sopportarsi ", e quindi " penosa ", " dolorosa ", è la morte (Rime LXXXIX 4 non s'aspetta / per me se non la morte, che m'è dura; Rime dubbie III 2) e la vita (Rime XC 50 guarda la vita mia quanto ella è dura [per l'andamento del verso il Contini rimanda qui a If II 11]; Fiore CCXI 13); così anche in Pg XIX 77 O eletti di Dio, li cui soffriri / e giustizia e speranza fa men duri; Fiore CXXVI 10; più esplicito il passo di Cv II II 4 [il nuovo amore] parve sì mirabile, e anche duro a sofferire, che...È anche cosa dura (If I 4), " difficile ", " quasi voglia dire impossibile " (Boccaccio), e insieme " disgustosa, amara " (Lombardi), parlare della selva selvaggia; cfr., nello stesso senso, XXXII 14. Nel senso di " tenace ", " ostinato ", in Rime c 12 la mente mia ... è più dura che petra / in tener forte imagine di petra, e Pg XXVII 34 [Virgilio] mi vide star pur fermo e duro nel rifiuto ad attraversare il muro di fuoco oltre il quale è Beatrice (cfr. Sum. theol. III Suppl.. I 1 " Ille... qui in suo sensu perseverat, rigidus et durus per similitudinem vocatur "). Anche più che " tenaci " sono i demoni che tentano d'impedire l'accesso alla città di Dite (If XIV 44) e che " non si possono vincere per umana possa " (Ottimo). Il tema della ‛ durezza ' femminile torna in Rime LXXXVIII 4 Orgogliosa se' fatta e per me dura, " altera e fiera " (cfr. al v. 3 pres'hai orgoglio e durezza nel core), e Fiore XI 11. A questo significato si avvicina quello di " disdegnoso ", " scortese ", e, più precisamente, " restio a parlare ", di If XXVII 56 Ora chi se', ti priego che ne conte; / non esser duro [" scarso ", Lana, Ottimo] più ch'altri sia stato. E anche d. - cioè " severo ", " irremovibile " - il giudicio, la sentenza divina di If II 96 (significato analogo a quello di Fiore CXXVI 4); un'idea di rigidezza e severità è ancora nel duro camo [" freno "] / che dovria l'uom tener dentro a sua meta, di Pg XIV 143.
In qualche altro caso d. denota crudeltà, insensibilità, riferito sia a persona - Non credo che per terra vada ancoi / omo sì duro, che non fosse punto / per compassion di quel ch'i' vidi poi, Pg XIII 53 - sia alla terra che Ugolino " invoca... si apra e l'inghiotta; e la maledice e la chiama crudele " (nel celebre saggio del De Sanctis, il quale peraltro, citando a memoria, legge cruda): ahi dura terra, perché non t'apristi ? (If XXXIII 66); per converso, i sì duri [" strazianti " li definisce il Torraca] lamenti, f che ben parean di miseri e d'offesi (IX 122) pare vogliano suscitare, denunziando la ‛ durezza ' della pena, la commozione di Dante.
Particolarmente denso il valore dell'aggettivo in Pd XVII 59, dove il duro calle sta a indicare il " doloroso ", " umiliante " scendere e... salir per l'altrui scale.
Infine in Fiore LX 3, col valore di " energico ", " gagliardo ", in un contesto di significato equivoco, e CCIV 8 molto mi fecer dispettela dura, " offese gravi " (ma cfr. Petronio, che accetta qui la lezione dispetto e ladura).