HOFFMAN, Dustin
Attore teatrale e cinematografico statunitense, nato a Los Angeles l'8 agosto 1937. Dopo avere frequentato buone scuole californiane, trasferitosi a New York, studia recitazione nel laboratorio di L. Strasberg. Dotato sia nel registro drammatico sia in quello brillante, una volta iniziata senza difficoltà la carriera d'attore passa dal testo di gusto sperimentale (una riduzione da G. Stein) alla commedia di repertorio, dalla vicenda malinconica a una farsa come Eh? diretta da A. Arkin (1967) che convince M. Nichols, regista di teatro e di cinema, ad affidargli il ruolo dell'estroso Braddock in The graduate (Il laureato, 1967).
Nella parte del simpatico innocente che, quasi suo malgrado, disubbidisce ai costumi correnti provocando confusione in ambienti solitamente tranquilli, H. rischia di trasformarsi nell'idolo della generazione che, nelle università statunitensi, sta dando vita al movimento di contestazione contro la guerra del Vietnam. Il fisico minuto, il viso comune, uno spirito ribelle potrebbero convincerlo ad animare una serie di ''umiliati e offesi'' in lotta contro la società. Ma, pur definendo con misura alcune figure di emarginati quale lo storpio di Midnight cowboy (Un uomo da marciapiede, 1969) o lo ''stupido'' indiano di Little big man (Il piccolo grande uomo, 1970), H. rinuncia ad assumere la funzione di star della stagione del malessere.
Come i coetanei Al Pacino e R. De Niro, H. è consapevole del tramonto del divismo classico, anche se rivoltato al ''negativo'', e più che a un ruolo ripetuto all'infinito si affida a caratteri tra loro lontani per indole e coloritura. La sua notevolissima gamma espressiva, controllata e ravvivata con uno studio di modelli dal vero, è tale da renderlo convincente sia come vegliardo (nel già citato Little big man), sia come l'attore disoccupato che, pur di recitare, si traveste da donna e la dà a bere agli spettatori televisivi e ai colleghi (nel divertente Tootsie, 1982), sia come il divorziato che impara a essere un bravo papà di Kramer vs. Kramer (Kramer contro Kramer, 1979), sia come malavitoso in Billy Bathgate (Billy Bathgate a scuola di gangster, 1991), sia nel personaggio fantastico di Capitan Uncino in Hook (1992).
Attore-autore, sull'onda del successo (tra i molti premi, anche due Oscar) e dell'alto rendimento economico, H. è spesso tentato dalla regia teatrale. Nel 1984 porta in scena − e l'anno seguente sullo schermo, ma come attore soltanto − Death of a salesman, Morte di un commesso viaggiatore, di A. Miller, e più tardi (1989) impersona sia in Europa sia negli USA lo Shylock dello shakespeariano Mercante di Venezia. La sua duttilità gli consente di dare naturalezza anche a interpretazioni che sembrerebbero compromesse dalla imprecisione delle sceneggiature o dagli accomodamenti dei produttori (tipico il caso di Rain Man, di B. Levinson, 1988, dove la tragedia di un individuo autistico viene stemperata fino a confluire, con successivi passaggi, nella spensierata commedia).
Bibl.: D. Brode, The films of D. Hoffman, Secaucus (New Jersey) 1983; I. Bignardi, I divi, Roma-Bari 1986.