Eisenhower, Dwight David
Generale e politico statunitense (Denison, Texas, 1890-Washington 1969). Durante la Seconda guerra mondiale, diresse dapprima la divisione piani di guerra; successivamente (giugno 1942) fu comandante in capo delle forze americane in Europa; guidò le operazioni per lo sbarco nell’Africa del Nord (nov. 1942) e l’occupazione della Tunisia e dell’Italia (1943); nel dic. 1943 fu nominato comandante supremo delle forze di spedizione alleate in Europa. Capo di stato maggiore generale degli USA, dal nov. 1945 attuò la smobilitazione delle forze armate americane in Europa, lasciando l’esercito nel febbr. 1948. Dal maggio 1948 al genn. 1953 fu presidente della Columbia university. In conseguenza della tensione sempre più sensibile fra l’URSS e l’Occidente, il 19 dic. 1950 fu richiamato in servizio e nominato da Truman capo supremo delle forze armate del Patto atlantico. Candidato del Partito repubblicano nel luglio 1952, lasciò l’esercito e il 4 nov. 1952 fu eletto presidente della Repubblica, carica cui sarebbe stato confermato nel nov. 1956. In politica interna E. incoraggiò l’iniziativa privata e l’espansione industriale degli USA (che conobbe due recessioni, una breve nel 1953-54, e una più grave nel 1957-58). La promessa elettorale del pareggio del bilancio non fu mantenuta nonostante la riduzione delle spese militari, cui si sopperì con lo sviluppo delle armi nucleari strategiche e tattiche. I primi due anni della presidenza E. videro imperversare negli USA la reazione anticomunista fomentata dalle clamorose inchieste del senatore McCarthy ed esauritasi lentamente dopo la condanna di quest’ultimo da parte del Senato (dicembre 1954). Di grande importanza fu la decisione della Corte suprema americana sull’incostituzionalità della segregazione razziale nelle scuole (1954), che favorì lo sviluppo del movimento antisegregazionista negli USA, come pure l’invio di truppe federali da parte di E. nell’Arkansas (1957) in occasione dei disordini razziali. Sul piano internazionale, al rigido anticomunismo del segretario di Stato J.F. Dulles e all’estensione del sistema di alleanze occidentali (inserimento della Repubblica federale di Germania nella NATO, accordi militari con la Spagna, costituzione della SEATO e del Patto di Baghdad, deneutralizzazione di Formosa, basi aeree in Groenlandia) E. affiancò i primi tentativi di distensione con l’URSS (vertice di Ginevra del 1955). Nel 1957, a seguito della crisi di Suez, enunciò il principio, noto come «dottrina E.», in base al quale i Paesi mediorientali minacciati dall’Unione Sovietica o dai suoi alleati potevano richiedere l’intervento militare degli USA; la dottrina fu applicata nel 1958, in occasione della crisi libanese di quell’anno. Dopo la morte di Dulles (1959) E. accentuò il suo impegno in politica estera (viaggi in Europa, Asia e Nordafrica nel dic. 1959, in America Latina ed Estremo Oriente nel 1960); l’avvio di un processo di dialogo con Mosca (visita di Chruščëv negli USA nel sett. 1959) fu tuttavia bloccato dall’incidente dell’U-2, l’aereo spia statunitense abbattuto nel maggio 1960 durante un volo di ricognizione sull’URSS.
Nasce a Denison, Texas
Comandante in capo (e poi comandante supremo)delle forze americane in Europa
Inizia la smobilitazione delle forze armate americane in Europa
Lascia l’esercito ed è presidente della Columbia università fino al 1953
Richiamato in servizio e nominato capo supremo delle forze del Patto atlantico
Candidato repubblicano, è eletto presidente della Repubblica e poi riconfermato nel 1956
Muore a Washington