EACIDI (Αἰακίδαι, Aeacĭdae)
Sono i discendenti di Eaco (v.), figlio, secondo la tradizione più comune, di Zeus e della ninfa Egina, figlia del fiume Asopo; secondo un'altra tradizione, figlio di Zeus e d'Europa, insieme con Radamanto e Minosse. Figli di Eaco ed Endeide, figlia di Scirone, sarebbero stati Peleo e Telamone; figlio di Peleo, Achille; figlio di Achille Neottolemo. Furono considerati come Eacidi i principi dei Molossi che facevano risalire la loro origine a Pirro, identificato con Neottolemo, figlio di Achille.
Alessandro Magno fu considerato non solo come Eraclide, discendenza che gli conveniva come preteso discendente dall'Eraclide Temeno, ma anche come Eacide, così come Eacide troviamo qualificato Perseo. Per Alessandro si potrebbe supporre che questa connessione fosse dovuta alla parentela coi re dell'Epiro per parte di madre, essendo Olimpiade, madre di Alessandro Magno, sorella di Alessandro il Molosso; non ci sarebbe difficoltà, ammessa l'origine eacidea di Alessandro, ammetterla anche per Perseo, quantunque questi fosse un discendente di Antigono, non un Temenide. Meno facile è che il nome sia desunto dalle principesse epirote che contrassero matrimonio con taluni degli Antigonidi.
Dinastia epirota. - Il nome di Eacidi, dato ai mitici discendenti di Eaco, fu applicato in particolare alla vecchia dinastia epirota, che si volle ricollegare a Pirro o Neottolemo figlio di Achille. Il primo sovrano storicamente accertato di questa dinastia fu Tharyps, nato circa il 440 a. C. e che si trovava sotto tutela al principio della guerra del Peloponneso. Sotto di lui si avviò l'unificazione dell'Epiro, e s'iniziò lo sviluppo e l'ordinamento del regno dei Molossi. Gli succedette nel regno il figlio Alceta (non più tardi del 390 a. C.), che regnava ancora nel 373 a. C. Dopo la sua morte tennero insieme il potere i suoi due figli Neottolemo e Aribba, dai quali ebbero origine i due rami della casa regnante in Epiro. Neottolemo morì prima del 357 lasciando un figlio, Alessandro, e due figlie, Olimpiade e Troade. Quest'ultima aveva sposato, vivo ancora il padre, il proprio zio Aribba; Olimpiade venne data in moglie, dal suo zio e tutore, a Filippo II re di Macedonia. Così si fece sentire da questo momento in Epiro l'influenza della Macedonia. Filippo infatti collocò il proprio cognato Alessandro sul trono (Aribba fu costretto a fuggire con la sua famiglia dall'Epiro ad Atene) e gli diede in moglie sua figlia Cleopatra. Alessandro morì nella sua spedizione in Italia (inverno 331-30 a. C.), lasciando un figlio, Neottolemo, e una figlia, Cadmea. In nome di Neottolemo tenne in Epiro la correggenza Olimpiade (331-317 a. C.), prima insieme con Aribba, ritornato da Atene, e poi col figlio di lui Eacida. Cacciato Eacida da una ribellione dei Molossi, Neottolemo tenne da solo il regno fino a che con l'aiuto di Cassandro ritornò in Epiro Alceta, fratello di Eacida (312 a. C.), e si ristabilì il governo comune tra i due rami della famiglia reale, quale si era avuto fino al 317. Dopo la morte di Alceta, Neottolemo fu scacciato da Pirro (307). Restaurato nel 302-1, rimase solo sovrano finché ritornò Pirro, il quale si sbarazzò presto del correggente facendolo uccidere (298-7). Finiva così il ramo primogenito della dinastia epirota, e restava solo al potere il ramo cadetto discendente da Aribba.
Questi morì qualche tempo prima del 317 lasciando due figli, nati da Troade, Alceta ed Eacida. Alceta fu dal padre esiliato ed escluso dalla successione al trono a favore del fratello più giovane Eacida. Morto Eacida, Alceta s'impadronì del potere (313-12) e lo tenne duramente per qualche tempo, finché gli Epiroti gli si ribellarono e lo uccisero. Suoi figli furono Teucro, Alessandro, Eioneo, Niso; i due ultimi furono trucidati insieme col padre. Eacida tenne il potere sotto l'influenza della regina Olimpiade, per la quale parteggiò durante il periodo di agitazioni che seguì alla morte di Alessandro Magno. Costretto a fuggire dall'Epiro nel 317-16, ritornato nel 313-12, morì poco dopo in battaglia, lasciando due figlie, Deidamia (che sposò Demetrio Poliorcete, circa il 303) e Troade, e un figlio, Pirro.
Pirro, nato nel 319-18, tenne il potere in Epiro dal 307 al 302; ricuperato il trono con l'aiuto di Tolomeo I d'Egitto, si sbarazzò di Neottolemo restando unico sovrano, qualche tempo prima del 295. Egli ebbe parecchie mogli: Antigone, figlia di Tolomeo I (297 a. C.); Lanassa, figlia di Agatocle, re di Siracusa (circa 295-94); Bircenna, figlia di Bardili, re degli Illiri; una figlia di Audoleonte re dei Peonî; una figlia di Tolomeo Cerauno (circa il 281). Da questi matrimonî nacquero a Pirro tre figli, Tolomeo, Alessandro, Eleno, e tre figlie, Olimpiade, Deidamia, Nereide. Tolomeo, nato da Antigone (circa il 296-95) morì senza lasciar figli (272). Si ritenne che anche Olimpiade fosse nata da Antigone; ma può esser nata dalla figlia di Tolomeo Cerauno, non prima del 280. Alessandro nacque da Lanassa (verso il 294) e succedette sul trono d'Epiro alla morte del padre (272). Eleno era il più giovane dei figli di Pirro, nato da Bircenna non prima del 294-3. Non sappiamo da quale moglie di Pirro siano nate Deidamia e Nereide, se dalla figlia di Audoleonte o da altra moglie di Pirro di cui non abbiamo notizia. Alessandro sposò la sorella Olimpiade (260-259), e da questo matrimonio nacquero Ftia (che sposò Demetrio l'Etolico), Pirro II e Tolomeo. Pirro succedette al padre nel regno, dapprima sotto la tutela della madre Olimpiade e poi da solo. Poiché a Pirro succedette il fratello Tolomeo, si deve ritenere che Pirro morì senza figli. Tuttavia si volle attribuirgli due figlie, Deidamia e Nereide. In realtà la tradizione a noi pervenuta considera Deidamia e Nereide come sue sorelle e come figlie di Pirro I.
Morto Tolomeo e poco appresso anche la madre Olimpiade, della famiglia reale epirota sopravvivevano solo Deidamia e Nereide. Questa sposò Gelone di Siracusa (circa il 235), Deidamia fu trucidata in una insurrezione di popolo ad Ambracia (circa 230 a. C.). Con la morte di Deidamia si estingueva la dinastia degli Eacidi e finiva la monarchia in Epiro. Eccone la tavola genealogica:
Bibl.: J. Beloch, Griech. Geschichte, 2ª ed., Berlino 1923, III, 2, p. 177 segg.; IV, 2, p. 14 segg.; F. Reuss, König Arybbas von Epeiros, in Rhein. Museum, XXXVI (1881), p. 161 segg.; R. Schubert, Geschichte des Pyrrhus, Königsberg 1894; G. Corradi, Gli ultimi Eacidi, in Atti R. Accad. delle scienze di Torino, XLVII (1911-12), p. 192 segg. Cfr. epiro.