East India company
Compagnia privata di commercianti, fondata a Londra nel 1599 con l’obiettivo di vincere la concorrenza olandese nei traffici con le Indie Orientali; a tal fine ottenne dalla corona la concessione del monopolio del commercio marittimo con l’Asia. Fallita la penetrazione in Indonesia, dal 1623 concentrò i propri interessi sull’India. Le principali basi divennero Madras (1640), Bombay (1668) e Calcutta (1690). Nel corso del 18° sec., mentre l’impero dei Mughal declinava, la E.I.c. si inserì nelle contese diplomatiche e militari tra regni e signorie. Con la vittoria di Plassey (1757) acquisì funzioni di governo in Bengala, e nel giro di un secolo giunse a controllare quasi tutto il subcontinente. Il governo britannico tentò di regolamentare le attività della E.I.c., dapprima creando un comitato di controllo (Pitt’s India act, 1784), quindi separando l’ambito amministrativo da quello commerciale (Charter act, 1813), e infine abolendo quest’ultimo (Charter act, 1833). La E.I.c. fu sciolta nel 1858 all’indomani della Mutiny of Indian sepoys.