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EBE

di G. Cressedi - Enciclopedia dell' Arte Antica (1960)
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EBE ("Ηβη, Hebe)

G. Cressedi

Figlia di Zeus e di Hera e figlia prediletta o ancella di quest'ultima, vicino alla quale è spesso rappresentata. Pausania ricorda due statue di E. vicine a quelle di Hera: nell'Heraion di Argo (ii, 17, 5) ed in quello di Mantinea (viii, 9, 3, opera di Prassitele). Nelle pitture vascolari si vede talvolta E. dietro le spalle della madre. In Omero E. ha l'ufficio di coppiera degli dèi e di inserviente di Hera, alla quale prepara il carro, quando la dea sta per lasciare l'Olimpo. Come coppiera, la si vede su alcuni vasi greci, su specchi etruschi e su una lucerna fittile. Il suo tipo non differisce da quello di altre divinità femminili, quali Hera ed Estia, dalle quali difficilmente si distingue sul frontone del Partenone: è vestita di chitone e, più tardi, anche di himàtion. Dalla metà del V sec. a. C. può avere le ali, ed allora si confonde con Nike e con Iride, la quale ha in comune con lei l'ufficio di coppiera. In particolare, non mancano le ali ad E. sugli specchi etruschi più antichi e su alcuni vasi e rilievi greci. Una tradizione relativamente antica dice E. sposa di Eracle, a cui fu data da Zeus quando, compiute le sue fatiche, Eracle fu assunto tra gli dèi. Il matrimonio di E. ed Eracle era raffigurato sull'altare d'argento dell'Heraion di Argo (Paus., ii, 17, 6) e spesso i culti delle due divinità sono uniti; infatti un altare di E. era nello Herakleion di Cinosarge (Paus., i, 19, 3). Su alcuni monumenti figurati E. è condotta da altri dèi incontro ad Eracle, che fa il suo ingresso nell'Olimpo: su un puteale di Corinto, su vasi decorati a figure nere e su altri a figure rosse e su uno specchio etrusco. Oppure E. attende Eracle seduta sul talamo, circondata da altre dee pronube, mentre altrove è rappresentata sola col dio (rilievo dell'Acropoli e specchi etruschi) a cui talvolta serve da coppiera (rilievo a Monaco). Talvolta E. interviene nel thìasos bacchico o nel consiglio degli dèi. Sull'acropoli di Fliunte E. aveva un santuario in cui era venerata con il nome di Ganimeda (Paus., ii, 13, 3).

Monumenti considerati. - E. alle spalle di Hera: Cat. Jatta, 1345; Dict. Ant., s. v., fig. 3739; A. Baumeister, Denkmäl., ii, 1165. E. coppiera: vasi greci: E. Gerhard, Trinkschalen, ii, tav. 6, 7; Mon. dell'Inst., vi, tav. 51, 2; specchi etruschi: E. Gerhard, Etr. Spiegel, tav. 61; lucerna fittile: Brit. Mus. Cat., Londra 1914, 858. E. alata: specchi etruschi: E. Gerhard, Etr. Spiegel, tavv. 61; 143-145; 151-152; 167; Annali dell'Inst., 1872, p. 287; vasi: E. Gerhard, Trinkschalen, ii, tav. 6, 7; Mon. dell'Inst., vi, tav. 58, 2; rilievi greci: Arch. Zeitung, 1869, p. 105, tav. 24, 1. E. va incontro ad Eracle: puteale corinzio: Journ. Hell. Stud., vi, 1885, pp. 46-49; vasi a figure nere: Arch. Zeitung, 1866, tav. 209; vasi a figure rosse: Furtwängler-Reichhold, i, tav. 20; A. Furtwängler, Berlin. Vasenmal., ii, 2278; specchio etrusco: E. Gerhard, Etr. Spiegel, tav. 1673. E. seduta sul talamo: A. Baumeister, Denkmäl., i, n. 700. E. sola con Eracle: rilievo dell'Acropoli: Arch. Zeitung, 1869, p. 165, tav. 24, 1; specchi etruschi: E. Gerhard, Etr. Spiegel, tavv. 143-145; 151-152. E. coppiera di Eracle: Arch. Zeitung, 1862, p. 282, tav. 163. E. nel thìasos bacchico: Cat. Jatta, 1903, § 2. E. nel consiglio degli dèi: Mon. dell'Inst., viii, 42; x, 23-24.

Bibl.: v. Sybel, in Roscher, I, 2, cc. 1869-1871, s. v. Hebe; Eitrem, in Pauly-Wissowa, VII, 1912, c. 2579 ss., s. v. Hebe; G. Giannelli, in Enc. Italiana, 1932, s. v.

Vocabolario
ebére
ebere ebére (o èbere) v. intr. [dal lat. hebēre «essere ottuso»], ant. – Indebolirsi, ottundersi, venir meno. Si trova adoperato solo nella forma ebe, 3a pers. sing. del pres. indic.: se non che ’l suo lume all’estremo ebe (Petrarca); La...
rugiadóso
rugiadoso rugiadóso agg. [der. di rugiada]. – 1. a. Bagnato, cosparso di rugiada: un prato r., erba r.; fiori, frutti r. (anche, con sign. estens., freschi, rigogliosi); notte r., in cui si forma molta rugiada. b. In usi estens. e fig.,...
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