EBED-JESU o Ebediesu
Forme occidentalizzate del nome dello scrittore siriaco nestoriano ‛Abhd-Īsho‛ bar Bĕrīkhā, morto nel novembre del 1318. Fu metropolita di Sōbhā (Nisibi) e Armenia e il più fecondo poligrafo tra i nestoriani, affine per la fecondità al quasi contemporaneo Barhebreo (v.), che tuttavia superò nella composizione poetica. Egli è noto precipuamente per un catalogo di scrittori siriaci, in dodecasillabi, denso di preziose notizie sulla vita letteraria presso i Siri, il quale fu pubblicato per la prima volta a Roma nel 1658 da Abramo Echellense. Scrisse un commento a tutta la Sacra Scrittura; alcuni trattati di dogmatica, dei quali quello col titolo Libro della perla sulla verità della fede è stato divulgato per le stampe in siriaco da A. Mai; raccolse grande quantità di canoni e leggi ecclesiastiche in diverse opere; compose molte poesie, tra le quali sono degne di speciale menzione le cinquanta composizioni del Paradiso Eden, scritte nel 1290-91; inoltre pubblicò composizioni poetiche liturgiche, favole, sentenze e indovinelli.
Bibl.: R. Duval, La littérature syriaque, 3ª ed., Parigi 1907, pp. 404-405; A. Baumstark, Geschichte der syrischen Literatur, Bonn 1922,pp. 323-325; G. Cardahi, Pardaisa d(h)a ‛Edden seu Paradisus Eden, Beirut 1889; H. Gismondi, Ebedjesu Sobensis carmina select, Beirut 1888; la più recente ed. del Catalogo è di G. S. Assemani, in Bibl. Orientalis Clementino-Vaticano, III, i, Roma 1705, 3-362; Coll. Canonicum Synodicorum, in A. Mai, Script. Veterum Nova Collectio, X, 1-360; Liber Margaritae, in A. Mai, op. cit., X, pp. 317-366.