EBERARDO (Eppo)
Patriarca di Aquileia dal 1043 al 1048, E. aveva un canonicato ad Augusta; il fatto che portino il suo stesso nome il primo vescovo di Bamberga (1007-1040) e un vescovo di Augusta (1029-1047) lascia pensare che fossero suoi parenti. Il re Enrico, poi imperatore Enrico III, nominò il canonico E., che doveva appartenere alla cappella palatina già da qualche tempo, cancelliere per la Germania - in questa carica è documentato dal 4 luglio 1040 all'8 nov. 1042 - e dopo la morte di Poppone, avvenuta il 28 sett. 1042, patriarca di Aquileia.
La cappella palatina era uno strumento di dominio privilegiato da Enrico III; ne provenivano infatti più della metà dei vescovi creati durante il suo regno, tra cui anche i titolari di importanti sedi italiane quali Ravenna e Aquileia. Si sa inoltre che alla cappella di Enrico III appartenevano numerosi fautori della riforma della Chiesa. Attraverso le nomine vescovili Enrico III intendeva promuovere non solo i suoi interessi politici, ma anche la riforma del mondo ecclesiastico. È, quindi probabile che E., il quale come cancelliere deteneva un posto eminente all'interno della cappella ed apparteneva perciò alla cerchia più intima di Enrico, fosse vicino alle idee di riforma allora dibattute. E. fu investito il 1° febbr. 1043. Per gli anni seguenti non possediamo notizie su di lui, tranne un riferimento all'ordinazione di uno dei suoi suffraganei, Marciano da Mantova. Solo dal 1046 in poi abbiamo nuovamente informazioni su Eberardo. Durante il suo primo viaggio in Italia nell'autunno 1046 Enrico III tenne un sinodo a Pavia (1528 ottobre) tra i cui partecipanti è segnalato anche Eberardo. Il sinodo, a cui parteciparono vescovi della Germania, dell'Alta Italia e della Borgogna, emanò un divieto generale della simonia. Quando il re prosegui per Roma, E. lo accompagnò col vescovo di Arles e probabilmente con numerosi altri prelati presenti al sinodo (Bonizo, Liber ad amicum, V, p. 585, che però cita erroneamente ancora Poppone come patriarca). Il sinodo di Sutri (20 dic. 1046) depose i papi Silvestro III e Gregorio VI; un altro sinodo, celebrato a Roma il 24 dicembre, papa Benedetto IX. Nuovo papa, con il nome di Clemente II, fu creato il vescovo di Bamberga Suidger, anch'egli membro della cappella palatina, il quale incoronò Enrico III imperatore il 25 dicembre a Roma. E. fu presente a tutti questi avvenimenti.
Il 5 genn. 1047 il nuovo papa tenne a Roma un sinodo contro la simonia, nel corso del quale si riaccese la disputa su chi dei due principali arcivescovi dell'Italia settentrionale, quello di Milano o quello di Ravenna, avesse il diritto di occupare il posto d'onore alla destra del papa. Anche il patriarca di Aquileia avanzò pretese su questo posto e quindi sulla preminenza sulle altre Chiese d'Italia. Il papa e il concilio decisero però nel 1047 a favore dell'arcivescovo di Ravenna.Durante il suo viaggio di ritorno verso il Nord, Enrico III si fermò a Ravenna nell'aprile 1047. Anche qui troviamo nuovamente E. al suo seguito, ed è quindi probabile che abbia accompagnato Enrico III durante tutto il suo viaggio in Italia, dall'ottobre 1046 (Pavia) all'aprile 1047 (Ravenna).
Mori alla fine del 1048 (non 1049, come viene spesso indicato), il 13 novembre. Il suo successore sul seggio patriarcale, Gotebold, fu insediato nel Natale del 1048.
Fonti e Bibl.: Annales Augustani, a cura di G. H. Pertz, in Mon. Germ. Hist., Scriptores, III, Hannoverae 1839, p. 126; Annales Altahenses maiores, a cura di E. von Oefele, ibid., Scriptores in usum scholarum, ibid. 1868, p. 45; Bonizo, Liber ad amicum, V, a cura di E. Dümmler, ibid., Libelli de lite, I, ibid. 1891, p. 585; Constitutiones et acta publica, I, a cura di L. Weiland, ibid., Legum sectio IV, ibid. 1893, n. 48, pp. 94 s.; Herimanni Augiensis Chronicon, a cura di G. H. Pertz, ibid., Scriptores, V, ibid. 1894, pp. 124 (ad 1042), 128 (ad 1049); Heinrici III Diplomata, a cura di H. Bresslau-P. Kehr, ibid., Diplomata, V, Berolini 1931, nn. 58-98, 192; F. Ughelli, Italia sacra, a cura di N. Coleti, II, Venetiis 1717, coll. 360 ss.; V, ibid. 1720, col. 56; J. P. Migne, Patr. Lat., XCIX, coll. 640 s.; Regesta pontificum Romanorum, a cura di P. Jaffè, I, Lipsiae 1885, n. 4141; Italia pontificia, a cura di P. F. Kehr, VII, 1, Provincia Aquileiensis, Berlin 1923, p. 30; K. F. Stumpf-Brentano, Die Reichskanzler des X., XI. und XII. Jahrhunderts, Innsbruck 1865-1883, II, Kaiserurkunden…, p. 173, nn. 2191-2233; E. Steindorff, Jahrbücher des Deutschen Reichs unter Heinrich III., I, Leipzig 1874, pp. 170, 307, 309; P. Paschini, Vicende del Friuli durante il dominio della casa imperiale di Franconia, in Mem. stor. forogiul., IX (1913), pp. 176 ss., 395; G. Schwartz, Die Besetzung der Bistümer Reichsitaliens, Leipzig-Berlin 1913, p. 32; M. Boye, Die Synoden Deutschlands und Reichsitaliens 922-1059, in Zeitschrift für Rechtsgeschichte, Kanon. Ser., XVIII (1929), pp. 158 s.; E. Klebel, Zur Geschichte der Patriarchen von Aquilda, in Beiträge zur älteren europäischen Kulturgeschichte (Festschrift Rudolf Egger), I, Klagenfurt 1952, pp. 400 ss.; H. Bresslau, Handbuch der Urkundenlehre für Deutschland und Italien, I, Berlin 1958, pp. 453, 458, 473; J. Fleckenstein, Die Hofkapelle der deutschen Könige, II, Die Hofkapelle im Rahmen der ottonisch-salischen Reichskirche, Stuttgart 1966, pp. 239, 248, 255, 278, 291; O. Capitani, Immunità vescovili ed ecclesiologia in età "pregregoriana" e "gregoriana". L'avvio alla "restaurazione", Spoleto 1966, p. 61; P. Paschini, Storia del Friuli, Udine 1975, pp. 227 ss.